lunedì 16 novembre 2015

Dante, il grande amore e la storia di Paolo e Francesca. 3 parte


Dante, il grande amore e la storia di Paolo e Francesca.


Vale la pena allora chiedersi perché la storia di Paolo e Francesca affascini così tanto i lettori da secoli. I versi di Dante, in effetti, toccano alcuni punti scoperti della nostra sensibilità, dei "miti", per così dire, relativi all'amore e per cui tutti, ma proprio tutti, anche quando non vogliamo credervi, proviamo nostalgia. Ho impiegato la parola "mito": ma non certo in senso dispregiativo, anzi. I miti possono convogliare invece molto di vero, anzi, nascono per raccontare la verità in maniera poetica.

·        Innanzitutto, il vincolo che unisce i due amanti è destinato a durare per sempre: questi, che mai da me non fia diviso...soggiunge Francesca, accennando a Paolo al v.135; e poi, soprattutto:

Amor, ch’a nullo amato amar perdona, 
            mi prese del costui piacer sì forte, 
            che, come vedi, ancor non m’abbandona (vv.103-105).
           Il loro amore è stato una  passione talmente forte, talmente intensa, che li legherà per sempre: anche nell'inferno, i due amanti rimarranno sempre insieme, senza separarsi mai. E che altro si desidera quando si è innamorati?

·        Di qui al classico binomio "Amore e Morte", il passo è breve. E' vero che, non di rado, la storia della letteratura europea lo ha declinato in modo masochistico, per non dire funereo: ma il vero motivo per cui questo binomio affascina tanto è che tutti sentiamo (o speriamo) che l'amore sia più grande della morte e di ogni male. Forte come la morte è l'amore, tenace come gl'inferi la passione, dice il Cantico dei cantici 8,6: e lo stesso libro biblico inneggia proprio a questo, a un amore sponsale che superi ogni male e sia più forte persino della morte e degl'inferi. In Paolo e Francesca questo sembra realizzarsi appieno.

                                            The whirlwind of lovers, di W.Blake

·        Di qui, un'altra conseguenza inevitabile: se l'amore è eterno, se unisce due persone anima e corpo per sempre, ed è più forte della morte o persino degl'inferi, allora significa che (tutti, ancora una volta, lo speriamo) per ognuno di noi chiamati alla vita di coppia, esiste una persona sola adatta a noi e che ci è predestinata. "Non credevo che esistesse una persona fatta per me" diceva, nel racconto di una mia amica, un collega rimasto vedovo dopo un matrimonio felicissimo, ma di breve durata, la cui felicità era stata stroncata dalla malattia della moglie. Pur nel pianto, trovava conforto nel sapere che aveva trovato la persona giusta, che lo amava davvero e che lei gli era ancora, spiritualmente, vicina. Ognuno di noi lo spera, perché, in fin dei conti, si augura così di vedere confermato il proprio posto nella vita; e di trovare un amore tutto per sé: quasi un'immagine di Dio tutta per noi.

·        L'amore vero viene sempre ricambiato: Amor che nullo amato amar perdona...(v.103). La mia insegnante d'italiano del liceo, un po' cinicamente, osservava che non è vero, perché il mondo è pieno di persone innamorate non ricambiate: ma credo che sbagliasse. Non qualsiasi infatuazione ha diritto a vedersi applicati i versi di Dante: l'amore vero, nobile, nutrito da cuori sensibili come quelli di Paolo e Francesca, che si lasciano dolcemente trascinare dalla passione per la bellezza dell'altro (ma una bellezza che rappresenta nobiltà d'animo e cortesia e raffinatezza di modi, come testimonia l'atteggiamento di Francesca), questo amore merita d'essere ricambiato e non può non esserlo. E' quasi un'elezione.

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende 
            prese costui de la bella persona
            che mi fu tolta....(vv.100-102).


                                     Altra versione del Bacio di Auguste Rodin, al museo intitolatogli

Sono i dolci pensieri cui accenna Dante al v.113, che soli possono alimentare un amore del genere: e suscitare inesorabilmente amore nel cuore dell'altro. Ricordo che quando l'anno scorso osservai in classe che l'amore vero viene sempre ricambiato, un mio allievo, Enrico, rimase affascinato (sono certa che non fu l'unico): anche questo è qualcosa che speriamo tutti.
In fin dei conti, pochi di noi arrivano alla mistica, ma l'amore promette orizzonti d'assoluto: l'amore sembra contenere in sé una promessa sbocciata direttamente in Paradiso, una scintilla dell'amore di Dio per ciascuno di noi. C'è chi dice che, quando ci innamoriamo, vediamo l'altro come Dio vorrebbe che fosse: e in ognuno di noi, anche il più disilluso, alberga la speranza che nel nostro amore sgorghi qualcosa di divino. Per questo, tanto più crudele ci pare il destino di Paolo e Francesca. Perché allora tanto male?
Quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo
!  (vv.113-14).
Può questa storia d'amore porre questioni anche d'ordine filosofico ed esistenziale?
(Ve lo dico domani, adesso vado a nanna...)                           

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