mercoledì 2 ottobre 2019

Ritorno al "Roiti"



Ritorno...al "Roiti"...

Decine di film e romanzi hanno reso immortali titoli come Ritorno a Cold Mountain, oppure, Ritorno a Berlino e così via; e, ovviamente, anche noi qui abbiamo il nostro "epico" ritorno...al "Roiti". Cioè, tornando coi piedi per terra, dato che è settembre, siamo tornati a scuola, studenti e insegnanti, oppure, per dirla con un alone di gergo locale, a sem turnà a scola. E quindi, rieccoci qua, coi soliti protagonisti delle mie pagine di memorie scolastiche, alle prese con un nuovo anno, appunto, scolastico, nostalgici tutti, dal preside in giù, delle vacanze. Qui dettaglierò alcuni episodi divertenti accaduti nel nuovo anno e che già danno il tono dell'avvenire.


Partiamo dalla 5M, la ex-4M che a marzo abbiamo portato in una memorabile gita a Milano. Lo so, state aspettando il seguito dell'epopea su quella gita, ovvero la puntata numero 4: però, vi prego di aspettare un attimo, anche perché i ragazzi della nuova 5M hanno appena finito il compito su Foscolo e prima vediamo com'è andato, poi ci sarà il seguito. Comunque, c'è già qualche avvenimento memorabile anche da loro. Sabato 7 settembre 2019, ore 17.00: nel corso della tornata di consigli di classe successivi agli esami di settembre, presiedo, in quanto coordinatrice, il consiglio di 4M (è ancora la 4M). Mentre mi occupo delle prime operazioni di scrutinio, ci rendiamo tutti conto che manca la Bea (ndr Beatrice, la collega di Latino che, tutti ricorderanno, era in gita con noi a Milano). Susanna, la collega di Inglese, osserva: "Vuoi vedere che si è dimenticata? Perché stamattina mi ha salutato dicendomi: "Ci vediamo lunedì!". In effetti: solo le paranoie del ministero, che voleva chiudere tutte le operazioni di scrutinio entro il 7, ci hanno obbligato a fare uno scrutinio, uno degli ultimi in calendario, un sabato pomeriggio, neanche fossimo al Pronto Soccorso; allora Cristina (la collega di matematica) prende il cellulare e chiama.


Mentre io comincio a scrivere il verbale, in un silenzio che non è esagerato definire "tombale", assistiamo tutti al seguente dialogo: "Ciao Bea! Come stai? Sì...Sei a casa? - silenzio - Eh, sì, noi saremmo in consiglio di classe... - altro silenzio - Eh! Il consiglio di classe della 4M! -. Il seguito ce lo ha raccontato la stessa Beatrice in termini esilaranti. Nel  momento fatidico in cui ha udito il nome della classe, dice Bea, ha avuto una "visione": Giandaniele, il mitico rappresentante di classe, che passa buona parte del suo tempo a raccogliere formulari, autorizzazioni, schede, soldi per il teatro, per la gita ecc. ecc. ecc. - difatti, anche il primo giorno, mentre raccontavo l'episodio, stava già raccogliendo le prime autorizzazioni del nuovo anno scolastico. "Giandaniele? MAMMA!!! LA 4M!!!!!" Inutile dire che si è precipitata a scuola, dove è arrivata come un razzo una ventina di minuti dopo: ma la  riflessione divertente è che Gianda, come tutti lo chiamano, è l'"uomo immagine" della classe, una vera e propria "icona", come osservava Beatrice stessa: pensare alla 4M - ora 5M - e vedere lui in visione sono tutt'uno. Gianda è secondo, in popolarità, solo al misterioso giovanotto che beccai, sei mesi fa, in mutande a cuoricini (marca "Baci e abbracci", mi hanno riferito in seguito) chiuso fuori della porta della sua camera nel lussuoso albergo di Milano. Eh, lo so, il mio pubblico vorrebbe sapere tanto chi è: chissà, un giorno, ve lo rivelerò - uno dei segreti meglio conservati del "Roiti"...


                                                        Identikit dell'eroe misterioso

Ma passiamo oltre, varchiamo l'atrio ed entriamo in 2M. Quest'anno li ho non solo per Storia, ma anche per Italiano: e siamo partiti tutti in quarta, pieni di buona volontà, per migliorare l'espressione scritta e orale al meglio. Quindi, abbiamo iniziato un'agenda in cui segnare le parole nuove. Detto, fatto. Già il secondo giorno di scuola spiegavo la vita di Manzoni, dato che in seconda si leggono i Promessi sposi: per cui, chiarisco che Manzoni era il nipote, tramite la madre Giulia, del famoso marchese Cesare Beccaria, autore del Dei delitti e delle pene...A un certo punto, un baldo giovane seduto in fondo, alza la mano di slancio e chiede: "Prof, ma che cosa c'entra Manzoni con le Marche?" Rimango esterrefatta. Lo so, quando la racconto (dico il peccato, ma non il peccatore), non tutti ridono subito, primo perché non hanno colto il collegamento tra "marchese Beccaria" e Marche, secondo, a volte (temo), perché forse hanno dei dubbi anche loro su chi sia un marchese...Dopo dieci minuti, lo stesso giovanotto mi fa un altro intervento a casaccio di questo genere, per cui gli dico: "Ascolta, pensaci un po' prima di fare le domande, sennò fai delle figuracce continue..". Il fatto è che in 2M fanno tantissime domande, talvolta anche troppe, per cui bisogna trattenerli un po', per evitare che si tirino la zappa sui piedi da soli.


Quando passiamo all'ora di Storia, anticipo il contenuto  del programma, che, quest'anno, deve abbracciare il periodo dall'Impero Romano al Medioevo. Provo a chiedere loro quanto è durato l'Impero Romano, prima quello d'Occidente e poi quello d'Oriente: la caduta di Costantinopoli (1453) nelle mani dei Turchi è una data tanto famosa, che, magari, l'hanno orecchiata prima o poi. Appena lo chiedo, però, si scatena l'asta: 300! 400! 600! 1000! E così via. A furia di giocare al rialzo, qualcuno è arrivato infine al 1400. Va bene, osservo io (...), però, potremmo essere un po' più precisi? A quel punto, il giovanotto di prima scatta con la  mano alzata ed esclama: "1492, la scoperta dell'America!" Gli altri esplodono a ridere e io lo guardo basita. Poi, non posso fare a meno di rispondere, in ferrarese: "Ma cussa gh'entra?". Quindi mi volto col suo compagno di banco Carlo: "Senti, dacci un'occhiata tu: oggi, sta delirando". A proposito: Carlo è quello che io ho soprannominato "il Perieco", perché l'anno scorso, quando abbiamo studiato Sparta, era pieno di curiosità sui perieci (ndr gli stranieri liberi a Sparta). "Prof, ma che cosa facevano i perieci? Prof, ma i perieci combattevano nell'esercito? Prof, ma i perieci partecipavano al governo?"; tutte queste domande finché, un mattino, non ho esclamato: "Senti, Carlo, ancora con 'sti perieci??? Si può sapere perché ce l'hai tanto con i perieci???". E così, da allora, "Perieco" è rimasto.


Ultima classe, la 4N. Allora, qui ci vuole un discorsetto a se stante. Forse voi avrete appreso, tanto tempo fa, della decimazione: nell'esercito romano, per punire i soldati ribelli, se ne eliminava uno ogni 10. A noi, la decimazione, ci fa un baffo. Nel passaggio dalla 3 alla 4N, la classe si è ridotta della metà, da 24 a 12: 5 bocciati - e qui vale la pena ricordare il lavoro straordinario svolto dalla coordinatrice, la collega di Matematica Serena, che è stata bravissima a mantenere i contatti con le famiglie dei ragazzi in difficoltà; secondo me, dopo questa, potrebbero prenderla direttamente all'ONU -, 2 trasferiti per motivi sportivi e 5 sparpagliati per l'anno all'estero su un'estensione del globo che va da Cork (Irlanda) a Toronto e Vancouver (Canada). Vabbè, questi ultimi torneranno: però, nel frattempo, la classe è letteralmente vuota e lo spazio tra uno studente e l'altro mi ricorda quello tra gli isolati nelle città americane: mezzo chilometro per volta. Qualche giorno fa, qualcuno, impietosito, dai piani alti ci ha mandato una ragazza trasferita, una gentile brunetta di nome Elisabetta: quando l'ho salutata per l'accoglienza, l'ho pubblicamente ringraziata perché veniva a darci una mano per ripopolare quella che assomiglia sempre più a una colonia d'oltremare, oppure al deserto del Gobi ("Dov'è il deserto del Gobi?...Mah! In Asia...Cina?" si chiedevano perplessi alcuni sopravvissuti; al che sono intervenuta: "Mongolia. Tra la Russia e la Cina").


L'anno scorso, i baldi giovani della 3N facevano una cagnara, ma una cagnara, che farli tacere - loro si sentivano molto calorosi e affettuosi a dire il vero - era un'impresa: quest'anno, quasi non hanno più la forza, nonché le energie vocali per farsi sentire, neanche se chiacchierano. Al primo CdC, li abbiamo trovati un po' "passivi". Per forza! Tra un po' dovranno ricorrere al piccione viaggiatore per le telecomunicazioni.
Il lato positivo è che così si lavora meglio - cosa che, al Ministero, non capiranno mai: per evitare la dispersione scolastica e raddoppiare la qualità del profitto, basterebbe avere delle classi poco numerose, proprio come questa. Sicuramente, però, il lavoro incombe, considerato che l'ultimo post che ho pubblicato su Facebook riguardo al "massimo della suspence" si riferisce a loro. I gialli, alla 4N, fanno decisamente male. Mentre i temi sulle ottave di Ariosto sono andati inconsuetamente bene, se volete godere dell'emozione del brivido, oppure del vertice della suspence, provate a leggere una delle loro sintesi sui gialli che si sono letti durante l'estate (Sherlock Holmes in testa): avrete tutta la suspence che volete, dato che io - che sono una specialista del genere - non ho capito neanche dove e chi fosse la vittima, men che meno chi era l'assassino. Poi c'è stato chi ha ecceduto nel senso inverso e mi ha - accartocciandolo malamente - riscritto l'intero romanzo. Conan Doyle e Camilleri, bontà loro, si staranno rigirando nella tomba.


Dato che siamo arrivati ai gialli, permettetemi una conclusione di ambito legal - universitario: per la serie, "mal comune, mezzo gaudio". Sto pensando ai colleghi delle facoltà vicine: come abbiamo ricominciato noi al "Roiti", è ripreso pure l'anno accademico, per cui anche i corsi, con tante nuove matricole, fresche fresche di diploma. Qualche giorno fa, stavo pacificamente studiando per la mia tesi (come tutti sanno, sono alla fine di una magistrale numero 2, in Storia) nella saletta d'ingresso della Biblioteca di Giuri, che ha il vantaggio di essere la più grande biblioteca universitaria della città. Lì trovo parecchi dei libri che mi servono, da Storia, a Letteratura, persino Filologia Classica e Teologia, senza contare i data base e così via; quindi, come dicevo, stavo pacificamente studiando il mio librone per la tesi, mentre, dalle finestre della biblioteca, entravano le voci dalla vicina aula magna, dove si stava tenendo un corso di Inglese giuridico. Presumo che fosse il corso zero, o introduttivo: comunque, l'amplissima aula magna traboccava di ventenni in erba. A un certo punto, comincio a sentire la docente che chiede al microfono: "What is a jury?" L'avrà ripetuto almeno una decina di volte (almeno). Evidentemente, nessuno le rispondeva. Alla quarta o quinta volta che lo ripeteva, avendo io perduto il filo del mio tomo di mille pagine sul peccato e la paura in età moderna (anche quello...), mi sono soffermata ad ascoltare. Intanto, mi dicevo tra me e me: "Dai, ragazzi! Diteglielo! Cos'è una giuria?". Non c'è stato verso. Non si trattava di tradurre all'impronta il comma 10 dell'articolo 2.898 del Codice Civile, miseria: siamo alle basi del Diritto (e dell'Inglese); cos'è una giuria? E poi: "Is there a jury in Italy? Is there a jury in the Italian legal system? Niente. Sono andata ad affacciarmi alla porta per vedere come andava a finire e ho percepito che qualcuno, da sotto la cattedra, stava faticosamente mettendo insieme l'idea che si trattava di 12 persone - e la docente precisava citizens - ma che eravamo ancora in alto mare. Stando così le cose, avremmo anche potuto vivere tuttora in un sistema assolutista. A questo punto, ho capito che, come vuole il proverbio, Se Atene piange, Sparta non ride. E, aggiungo, neanche i perieci.