domenica 31 gennaio 2016

Manipolatori e incoerenza. 3 parte (il ritorno....)


Manipolatori e incoerenza 3 parte

Ecco qui finalmente (e dopo lunga e penosa malattia) il post dedicato a Gruppio!
Introduzione
C'era una volta una distinta signora che si vantava di essere così ecologista, che, quando i suoi bambini avevano una cartaccia  in mano, lei li costringeva a tenerla tra le dita finché la famigliola non avesse trovato un cestino...Peccato però che lei fosse la prima a insistere, quando erano in auto tutti insieme, affinché i bambini buttassero le carte dal finestrino!

Secondo aneddoto. Una casalinga aveva un'ospite, un'anziana signora molto pedissequa, che risciacquava le pentole prima di usarle anche se, ovviamente, erano pulite, per paura che ci fosse rimasto dentro qualche granello di polvere. La casalinga, che si vantava pure lei di essere molto attenta, al racconto dell'ospite esclamò subito che anche lei lo faceva sempre! E da quel giorno si mise a risciacquare le pentole prima di metterle sul fuoco. Ma, i suoi familiari lo sapevano, a differenza di quanto sosteneva, non lo aveva mai fatto prima....

Eccoci qui per una terza parte sul tema "Manipolatori e incoerenza", su invito espresso di alcuni miei allievi: infatti, io credevo di aver concluso il soggetto con la puntata numero 2, ma il mio Gruppio, di 4O, ha gradito a tal punto che mi ha esplicitamente richiesto una puntata numero 3. E, dato che il materiale sul soggetto abbonda (!) eccomi cui a ottemperare alla sua richiesta: con vero piacere. Quindi, questa terza parte (sta diventando una telenovela!) è dedicata (con affetto) al nostro Gruppio.  

La mia introduzione riporta due esempi a caso che possono chiarire che cosa s'intende per incoerenza: qui abbiamo una forma d'incoerenza tra azione e valori professati e una "cronologica" (si veda il post 2). Una persona sana non agisce così: e l'incoerenza è uno dei segnali d'allarme più notevoli che c'è qualcosa che non va nel comportamento. Nei manipolatori e nelle personalità patologiche, a mio vedere, non manca mai. Ma questa volta, vorrei riflettere, per così dire, più in profondità sull'argomento, andando oltre gli esempi.

Quando abbiamo bisogno di capire gli altri...

Quando ho cominciato la mia attività di volontariato nel braccio della morte e in carcere, mi sono resa conto subito che bisognava disporre di strumenti validi per valutare le persone di quell'ambiente in maniera oggettiva. In carcere, bisogna imparare a guardarsi le spalle e non solo da certi detenuti (esistono brave persone anche là dentro, ve lo assicuro): alle volte è necessario stare attenti anche a chi circola intorno al carcere. Ho imparato che è bene non lasciarsi andare troppo alle chiacchiere, per esempio, nelle sale d'attesa oppure nel cortile d'accesso a un penitenziario: talora i visitatori sono meno affidabili (molto meno) dei carcerati. Del resto, mi è bastato a volte dover confidare che svolgevo questo tipo di attività, per assistere, anche in persone "per bene" di "fuori", a bruschi voltafaccia: neanche fossi un'appestata.
Insomma, la descrizione dei manipolatori per me si è rivelata una manna: nessuno ha intenzione di giudicare gli altri, ma, semplicemente, abbiamo bisogno di criteri solidi per capire se possiamo fidarci di un'altra persona oppure no. Giudicare significa tentare di addentrarsi abusivamente nell'interiorità di una persona e decidere a priori se è buona o malvagia; invece, con la descrizione dei manipolatori sotto mano, non ci chiediamo se sono buoni o cattivi (a volte sono malvagi, ma lasciamo andare), tanto più che, non di rado, non sembrano tanto consapevoli di quanto combinano: si valutano semplicemente le loro azioni e, su quella base, si stabilisce, con prudenza, se le persone sono meritevoli di fiducia oppure no, senza fare il processo alle intenzioni e con risultati più oggettivi.

L'incoerenza, da questo punto di vista, è uno degl'indicatori più forti. Un mio penpal del braccio della morte, condannato innocente, nutriva difatti stima nei confronti dei compagni di prigionia che rimanevano "uguali a se stessi": lui stesso era coerente, il che ha reso la nostra amicizia straordinariamente lunga. Come dice il Vangelo (Matteo 15,20): Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? 17 Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18 un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19 Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 20 Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. Una persona buona persiste nel produrre frutti buoni; e chi non è tanto buono....dà frutti incoerenti. Non di rado marci.

Gentilezza di facciata

Un altro concetto su cui mi piace insistere è che la gentilezza di facciata non basta, dato che può nascondere di tutto. Pensate alle tipiche famiglie "Mulino bianco", inattaccabili all'esterno, coi bambini che, in fila indiana e tutti obbedienti, camminano davanti ai genitori e tutto sembra sorridente, perfetto, inappuntabile: ebbene, dietro questa facciata si nascondono spesso i disastri peggiori. Nelle famiglie normali si litiga, si discute, poi si fa la pace: qui mai. Calma piatta. Salvo scoprire che, magari, sotto la superficie piatta, si celano abusi e insulti.


Il popolino ha spesso una percezione superficiale di queste facciate. Almeno la gente ammettesse che aveva una conoscenza poco approfondita della situazione! NO! Anche alcuni giorni fa, quando è stato arrestato il presunto assassino della studentessa Lidia Macchi, violentata e uccisa nel 1987, qualcuno tra i vicini di lui ha risposto con l'immancabile: "Ma era così gentile!". E, in effetti, sapeva essere gentile: era pure colto e religioso. Ora, servirà un processo per stabilire se è colpevole davvero: tuttavia, le prove raccolte fin qui appaiono inquietanti e puntano a una personalità disturbata: uno che viveva la religione in maniera morbosa (quante volte la religione viene usata a scopo manipolatorio!...Ci vorrebbe un altro post sull'argomento. Io stessa, conoscendo la vicenda, avevo ipotizzato che l'assassino fosse un tipo così, affetto da manie religiose, e sono rimasta stupita quando ho capito che ci avevo azzeccato in pieno).

Del resto, sono proprio gli ambienti più "insospettabili" quelli in cui i manipolatori, stile vampiri, operano di più: ospedali, chiese, scuole, istituti d'istruzione, caserme, luoghi di culto, servizi sanitari e di aiuto. Non è colpa degli ambienti in questione: è che i manipolatori amano le belle facciate e pavoneggiarsi con valori elevati, quelli che, al tempo stesso, possono conferire una forma di "autorità morale", "potere" sugli altri: e loro ci vanno a nozze. E' il potere che sognano: e quale migliore maniera per ottenerlo che indossare un abito o rivestire un ruolo che permetta di farsi belli agli occhi altrui? Poi, se la sostanza non corrisponde, tanto peggio...

Ricordo il caso di una ragazza, vittima di violenze da parte del convivente, che lavorava....sulle ambulanze. Sembrava così dedito al prossimo....Qualcuno di voi si ricorderà che, di recente, è stato condannato per l'omicidio di Elena Ceste il marito, un pompiere, che si vantava di essere tale. Non sono in grado di affermare con sicurezza che sia colpevole, ma (per quanto conosca qualcuno del suo team difensivo), propenderei per questa tesi. Anzi: temo che fosse un manipolatore tendente al controllo, il tipo peggiore. La povera Elena non poteva vivere: prigioniera in casa, in una villetta di campagna, segregata per fungere solo da madre e casalinga modello, senza la benché minima possibilità di attività esterne, alla ricerca disperata di contatti e amici che la "salvassero": alla fine, l'hanno fatta passare pure per una "poco di buono" in cerca di avventure extra-coniugali. No: temo che fosse semplicemente disperata e in un grave stato depressivo, alla ricerca, magari imprudente, di qualcuno che l'aiutasse, come spesso succede a chi è sposato con un M e non sa più cosa fare o come salvarsi. Per me, il marito può rimanere tranquillamente in prigione, è il suo posto.

Ma è amore?

A proposito di coppie e manipolazione: vorrei tornare su un altro concetto che mi preme molto. Spesso le persone hanno un'idea ingenua dell'amore: totalizzante, talmente totalizzante da divenire soffocante, per cui non operano più la distinzione tra una grande passione e una situazione patologica. La colpa, a mio avviso, è anche di certe correnti culturali, come il Romanticismo, che ha fatto dei danni inenarrabili.
L'idea romantica dell'amore è devastante: innanzitutto, è falso che l'amore sia solo un "sentimento": l'amore è anche azione, intelligenza, volontà. E inoltre, dal Romanticismo in poi (ricordate il suicidio del Giovane Werther!) si è diffusa l'immagine di un amore fatto di eccessi, esagerazioni, dichiarazioni melodrammatiche e altisonanti: quando l'amore vero, invece, è tutt'altra cosa. Molti sognano un legame "totalizzante" e vi includono anche frasi a effetto ("Nessuno ti amerà mai tanto quanto me" o "Non posso vivere senza di te"), ma, soprattutto, urli, gelosia patologica, e vere e proprie violenze o ricatti morali ("Se mi lasci, ti uccido" o simili). Questo non è amore: questa è isteria. L'amore non è un fenomeno ossessivo, bensì si vede dai fatti: qui le grandi dichiarazioni non sono coerenti con le azioni e con il rispetto indispensabile in amore. Se amate, dimostratelo facendo il bene della persona amata.


Vi ricordo S.Paolo (letto proprio oggi in chiesa!):

L'amore è paziente,
è benigno l'amore;

l'amore non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità (Cfr.
ICorinzi 13).


Due maniere di manipolare

Lo stesso può valere per i legami tra genitori e figli: quante volte ho udito delle madri (manipolatrici!) vantare il loro amore nei confronti della prole! Che, intanto, veniva letteralmente soffocata. Diffidate di chi vanta troppo il suo amore: potrebbe essere una ciofeca.
Per quel che riguarda l'incoerenza e la manipolazione in campo educativo, vorrei attirare l'attenzione dei miei lettori su un ultimo concetto. Ci sono due forme basilari di manipolazione a questo livello, forme che si possono replicare anche nei grandi sistemi politici, statali, ideologici ecc. e che evidenziano una forte incoerenza: una è l'autoritarismo, l'altra è il lassismo, di solito a scopo adulatorio. I genitori manipolatori agiscono così coi figli: uno viene tartassato, l'altro blandito in maniera irragionevole. Pensate alla strega di Hansel e Gretel (un'immagine di madre malvagia: e non è un caso se, al ritorno a casa, i due bambini scoprono che la madre è morta!): Gretel viene maltrattata, nutrita con tozzi di pane, obbligata a lavorare da schiava; Hansel, invece, viene rimpinzato con dolci e manicaretti, ma chiuso in  una stia. Ma il tratto comune è che, in un caso come nell'altro, la strega non pensa ai bambini, bensì solo al proprio interesse egoistico. Può sembrare che Hansel sia trattato bene, ma viene solo ingrassato per il macello.
Così avviene coi genitori manipolatori: in genere se ne fregano dei figli; sia che li educhino in maniera troppo rigida, sia che siano permissivi e iper-indulgenti, non mettono al primo posto il bene del ragazzo, bensì il loro interesse. E pensate a certi genitori odierni che, pur non essendo manipolatori, sono troppo lassisti: perché lo fanno? Spesso sono talmente insicuri che la loro indulgenza è volta non tanto al bene del figlio, quanto al desiderio di ingraziarselo, anche se così lo si rovina. Questi genitori intendono solo costruire un'immagine gradevole e posticcia di loro stessi; ma è una tentazione comune tra tanti di noi adulti.
Autoritarismo e lassismo si alternano anche nei sistemi di governo e nelle società nel corso della storia. Pensate ai totalitarismi per il primo caso; in questo momento, ci troviamo nel bel mezzo di una società apparentemente lassista, ma in cui pochi manovrano per assicurarsi potere e influenza a scapito degli altri, con forte rischio per la democrazia; il laissez faire! è solo apparente. Ma su questo, ci vedremo su altri post  (magari con Mario!). Di una cosa però sono certa: i ragazzi sono di solito onesti e capaci di individuare questi comportamenti negli adulti che li circondano; c'è ancora molto spazio per la speranza.



1 commento:

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