martedì 12 gennaio 2016

Manipolatori e incoerenza 2 parte.


Manipolatori e incoerenza

Racconta la dott.ssa Nazare - Aga, all'inizio del capitolo da lei consacrato all'incoerenza nel suo libro Les manipulateurs sont parmi nous, un episodio molto indicativo. Véronique è cassiera in un esercizio e si lamenta per l'eccesso di lavoro che richiederebbe un altro impiegato. Ma durante una riunione con i superiori, dato che non fa motto, un magazziniere decide di parlare per lei. Véronique insorge: "Non l'ho mai detto!".
Questo è un tipico esempio di incoerenza dei manipolatori. Ovviamente, il povero magazziniere sarà stato stupefatto e si sarà chiesto se non abbia per caso avuto le traveggole: tanto più che si è trovato di fronte alla reazione energica di Véronique, che è apparsa incapace di ricordare quanto affermato il giorno prima. Ma l'incoerenza di queste personalità patologiche può manifestarsi in tante maniere: innanzitutto, un loro vizio ricorrente è quello di non mantenere le promesse. Ho visto sul lavoro dei manipolatori impegnarsi a svolgere un compito e poi tralasciarlo volutamente, oppure compierlo in maniera del tutto opposta a quanto pattuito; per non parlare poi dell'atteggiamento "due pesi e due misure", secondo cui proclamano valori e qualità (solerzia, equità, sincerità) che poi non mettono assolutamente in pratica.
 
Anni fa, quando lavoravo a Firenze, avevo organizzato una visita d'istruzione a Ferrara, mio luogo di residenza, visita d'istruzione che era piaciuta molto. L'anno dopo, quando tornai a lavorare a Ferrara, promisi che ne avrei organizzata un'altra per la classe da me lasciata, ma ovviamente attendevo notizie dai colleghi ancora in servizio nella mia scuola d'origine. La responsabile della gita (ovvero, colei che se ne era arrogata la responsabilità da sola) non mi contattò mai e organizzò la cosa malamente: ad esempio, prenotò il pasto in un ristorante scomodo, all'ingresso dell'autostrada, invece che in centro, non comprese nella visita alcuni monumenti fondamentali, bensì previde una sosta alla...Certosa (cioè il cimitero della città). Fu un disastro. Gli altri colleghi protestarono vivacemente, ma era troppo tardi: la "responsabile" aveva agito dietro le spalle di tutti, innanzitutto dietro le mie, ribaltando del tutto i programmi senza alcuna logica; per di più, mi aveva privato della possibilità di vedere i miei allievi, perché, non avendomi consultata, situò la visita a Ferrara in un giorno in cui sarei stata assente. Ero furibonda: ricordo anche che gli M. danno spesso prova d'incompetenza.
Come vedete, per essere così incoerenti, i manipolatori agiscono spesso dietro le spalle, oppure senza comunicare in modo trasparente. Ma si sa, la comunicazione trasparente con loro è un sogno impossibile. Del resto, quando si tratta di promettere, i manipolatori preferiscono di gran lunga rimanere nel vago e non  uscire allo scoperto con impegni espliciti; la loro incoerenza poi è dettata dal loro egoismo e dal loro comodo. In un altro caso, una mia classe, dopo accordi preventivi, fu lasciata appositamente fuori da un viaggio d'istruzione a Milano a mia insaputa, perché l'organizzatrice (un'M.) doveva sistemarci un altro collega ignaro e non direttamente interessato al viaggio: anzi, scavalcando me, lei lo inseguì a lungo per farlo aderire all'iniziativa a tutti i costi, mentre lei ignorava le mie ripetute richieste. Ma, se l'innocente collega avesse partecipato al posto mio, lei avrebbe potuto non partire e rimanere a casa a godersi il giorno libero...
Gli esempi di cui sopra riguardano un'incoerenza, per così dire, "cronologica": i manipolatori, nel corso del tempo, cambiano atteggiamento diametralmente di punto in bianco; e questo può indubitabilmente provocare il caos, specie sul posto di lavoro. Ma esiste anche un'incoerenza, per così dire, "situazionale": per esempio, il "M. seduttore", racconta sempre la dott.ssa Nazare - Aga, si mostra affabilissimo (anche troppo) con gli altri, per poi cambiare radicalmente una volta oltrepassata la soglia di casa. Un jeu de masque incroyable sentenzia l'autrice[1]. Ecco così persone estremamente lamentose, che fanno le vittime o, all'opposto, i tiranni in privato, divenire gradevolissime in pubblico.
 
Uno degli ambiti in cui l'incoerenza dei manipolatori si manifesta però in modo estremo è la famiglia, sia a livello di coppia che coi figli. L'atteggiamento artefatto sopra descritto, per cui M. si mostra gentilissimo (persino mellifluo) all'esterno della casa, per poi mutare all'improvviso all'interno si amplifica in occasione di visite: di solito, M. (vi ho assistito coi miei occhi) fa moralmente a pezzi i suoi ospiti non appena questi hanno messo piede fuori della porta di casa, dopo averli trattati in modo apparentemente cordiale. Analogamente, appena chiusa la succitata porta di casa, cominciano i maltrattamenti e gl'insulti all'indirizzo del partner. Vedremo l'argomento "critiche" in seguito: ma M. alterna qualche complimento a insulti, frasi sarcastiche e devalorizzanti, paragoni destabilizzanti, rifiuto dei vostri gusti ecc. Gli scarsi complimenti illudono il partner di potere ritrovare la "persona di  una volta": perché è questo, come ho già accennato, il dramma di chi fa coppia con un manipolatore.
A un certo punto della vita di coppia, infatti, in occasione di un qualche evento altamente significativo (di solito il matrimonio, ma non solo: ho visto donne manipolatrici cambiare drasticamente dopo la nascita del figlio maschio, che, nella loro mentalità stravolta, conferiva loro maggiore potere; in altri casi può intervenire l'inizio della convivenza oppure l'acquisto della casa o altro), il manipolatore cambia drasticamente personalità. Avrebbe allora due personalità? Si chiedono gli astanti in modo allarmato. No: ha semplicemente una cattiva personalità, che si manifesta come gli/le fa comodo. Una volta che il manipolatore si sente sicuro nella relazione e sa di avere il partner in sua balia, può permettersi di rivelare il proprio vero sé. Questo è ben diverso da quanto avviene in un normale innamoramento, quando tutti cercano di mostrare il loro volto migliore: qui si tratta di incoerenza al quadrato, di patologia: le manipulateur séduit en trompant l'autre sur sa vraie nature[2], dato che questa è seduzione basata sulla  menzogna. I manipolatori sono infatti dei grandi bugiardi.

Ecco allora che il povero partner resiste, resiste, illuso dai lati seducenti che, raramente, rifanno la loro comparsa (specie quando il partner minaccia il divorzio o di andarsene: sono le moine volte a intrappolarlo ancora): spera sempre di recuperare l'uomo o la donna che ha conosciuto anni prima. Ecco perché molte donne ritornano a casa regolarmente da mariti che le picchiano; ed ecco perché uomini incappati in una manipolatrice restano fedeli a colei che li sta distruggendo.
Faccio qui una parentesi indispensabile. E' molto diffusa tra la gente l'idea che la convivenza possa prevenire questi disastri. E' del tutto falso, anzi: le convivenze aiutano i manipolatori. Tra gli specialisti di psicologia familiare è infatti ormai noto, dopo alcuni decenni di ricerche, che le convivenze raddoppiano la probabilità di divorzio o fallimento della coppia e le statistiche, redatte su dati raccolti in tutto il mondo, parlano chiaro: se volete un matrimonio stabile, non convivete (e questo non ha niente a che fare con la buona volontà degl'individui). Ma, a parte questo, è ben noto dalle cronache come molti casi di femminicidio si consumino non durante i matrimoni, ma durante le convivenze: basta seguire i notiziari per capirlo. E allora? Come mai, i partner vittime, che pure hanno preferito la convivenza, verosimilmente, per formarsi un'opinione adeguata prima del matrimonio, rimangono invischiati in situazioni sentimentali tanto pericolose e non ne escono?
                                                             
                                                     Michelangelo Caravaggio, I bari
Semplicemente perché la convivenza invischia e abbatte le difese. Quando siete andati ad abitare con un M., ormai siete nelle sue grinfie e lui / lei può fare quello che vuole. Anche se alcuni (pochi) riescono ad andarsene, entrano però spesso in gioco meccanismi perversi di colpevolizzazione che vi fanno sentire in colpa se ve ne andate: per cui le vittime restano, contro ogni logica. Se poi arrivano i figli...L'incoerenza di M. aiuta a serrare la trappola. Inoltre, anche se riusciste ad andarvene, avreste comunque sofferto molto: certe ferite lasciano il segno per lungo tempo. Dopo una convivenza, inoltre, è più facile che si inneschino quei meccanismi di violenza fisica che spesso vengono riportati dai media; semplice: la vittima è nelle mani del suo carnefice! In definitiva, andare a coabitare con una persona che conoscete poco è un rischio altissimo (che molti oggi si prendono sconsideratamente), mentre, ci si augura, al matrimonio ci si dovrebbe preparare (almeno in teoria: ma è una cosa che spesso, troppo spesso non si fa!) con maggiore attenzione. E' inutile andare a vivere con una persona se non si è veramente convinti, perché, che si sia sposati o no, coabitare con qualcuno è altamente impegnativo: è meglio allora farlo quando si è veramente pronti a un legame definitivo.
L'unica soluzione è quella di preparare il proprio discernimento per distinguere prima i manipolatori e le personalità nocive. Di qui i miei post. Li si può riconoscere dalla loro incapacità ad ammettere i propri errori, dalla loro arroganza, dal loro fare capriccioso, dalle bugie, dalla mancanza di autocontrollo e, per l'appunto, dalla loro incoerenza (si vedano gli altri miei post). Del resto, è ingenuo pensare che per conoscere bene una persona si debba per forza viverci insieme: è come se ci aspettassimo che la coabitazione facesse il lavoro per noi, per il semplice fatto che si abita vicini. Ma senza un discernimento attivo, come già detto, la coabitazione può risultare una trappola da cui è molto difficile uscire fuori in seguito: fare discernimento dopo che si è andati a vivere insieme è troppo tardi. Diceva la filosofa Simone Weil: L'amore è una qualità dell'attenzione; cioè, l'amore vero è intelligente e cerca di capire l'essenza della persona amata. Questo atteggiamento di attenzione e discernimento deve nascere subito: non bisogna aspettare passivamente che la coabitazione faccia discernimento per noi o ci porti l'evidenza sotto il naso. Del resto, se non ci disponiamo a capire veramente l'altro, non capiremo mai nulla, anche vivendoci assieme. Un dettaglio significativo: spesso, i partner dei manipolatori, passata la tempesta, ricordano di essere stati esitanti, renitenti a impegnarsi con loro, anche quando tutto sembrava andare bene: qualcosa già si svelava nel loro comportamento.... Vedete che il nostro stomaco ci avvisa in anticipo? Basta saperlo ascoltare....
 
E chi ha una pessima sorpresa dopo il matrimonio? Ahimè può capitare....Ho visto alcuni casi io stessa (non dovuti però a discernimento fallito, ma, semplicemente, a discernimento mai partito). Purtroppo, anche il migliore discernimento possibile potrebbe umanamente sbagliare (anche se esso potrebbe eliminare la stragrande maggioranza degli errori e salvare tanta gente). A quel punto bisogna ricordare che  un matrimonio celebrato in queste condizioni, con un bugiardo che vi ha intrappolato con la menzogna e la violenza psicologica, è quasi sicuramente NULLO, sia per quel che riguarda il sacramento religioso, che per il matrimonio civile. E' una trappola. Sarebbe bene ripassare il concetto di matrimonio nullo e che la nostra società vi prestasse maggiore attenzione: temo che l'idea di divorzio abbia confuso le acque di quel che è giusto fare nel caso di gravi problemi matrimoniali. I casi veramente gravi, come questi, spesso non sono mai stati matrimoni e la società dovrebbe essere pronta a riconoscerli, per liberare le vittime in tempo e assisterle. Se un matrimonio è nullo, non c'è bisogno di divorzio, che, invece, rovina i matrimoni veri, recuperabili; d'altro lato, è inutile sostenere l'indissolubilità matrimoniale senza prendere in considerazione queste tragedie. Il partner di un manipolatore rischia letteralmente la vita e non ha certo scelto liberamente e consapevolmente la propria condizione.
Prima di concludere, vorrei ricordare l'incoerenza che un manipolatore pratica coi figli. Di solito, usa due pesi e due misure, così come nell'applicazione dei valori di cui si vanta (a proposito: lo sapete che i migliori discorsi sulla castità in carcere li fanno i..colpevoli di reati sessuali? I violentatori appartengono non di rado alla categoria). I figli sono spesso trattati in modo opposti, con gravi ingiustizie. Così all'uno M. non fa gli stessi regali che all'altro, bensì sceglie cose molto più scadenti; ineguaglianze nella divisione delle eredità o nel trattamento sono frequentissime. La nostra Isabelle Nazare - Aga, al solito, racconta di Lucie, sposata a un medico M., che poneva il figlio su di un "piedistallo" e rifiutava categoricamente la figlia[3]; capita che dei figli ricevano in regalo dei viaggi all'estero, mentre i loro fratelli vengono sistematicamente dimenticati; lo stesso avviene per le feste di compleanno. Anche in questo caso, non vi sono motivazioni razionali per questo comportamento.
Inutile dire che queste disparità creano spaccature inguaribili in famiglia e spesso dividono i fratelli in maniera quasi definitiva, per anni, se non per decenni. Ho assistito di persona agli effetti di un comportamento manipolatorio da parte di genitori: senza rendersene conto i fratelli si rinfacciano l'un l'altro per anni colpe che sono invece proiezioni create da un genitore manipolatore. Se per esempio il primo figlio viene privilegiato ingiustamente, nel secondo nascerà un senso d'ingiustizia e di ostilità verso l'altro, anche se il primogenito non ne ha colpa. Il primogenito potrebbe a sua volta accusare il figlio messo da parte di colpe presunte, ripetendo le accuse ingiuste udite dal genitore M. E così le divisioni si perpetuano....Atteggiamenti analoghi ho reperito tra qualche collega insegnante, che metteva i voti assolutamente a casaccio e bollava gli allievi secondo pregiudizi del tutto incomprensibili, privilegiando invece altri in maniera indebita. I malcapitati non potevano assolutamente ambire a vedere riconosciuti i loro meriti: ne ho costatate le conseguenze persino agli esami finali....
 
              G.Lazzerini, Rinaldo e Armida, 1690 (Rinaldo è manipolato dalla maga Armida...)
Un manipolatore (altra sua caratteristica precipua) crea quindi il caos in una famiglia, seminando la zizzania: dove passano, sembra che passi il lanciafiamme. E, purtroppo, un bambino non può difendersi: queste sono le vittime più vulnerabili e indifese. Anche per questo, è bene che gli adulti apprendano a riconoscere i segni di questi abusi: e a fare la cosa giusta per difendersi e difendere i più deboli.

Bibliografia
I.Nazare-Aga, Les manipulateurs sont parmi nous, Montréal, Ed. de l'Homme, 1997 = L'arte di non lasciarsi manipolare, Milano, Ed.Paoline, 2000.
I.Nazare-Aga, Les manipulateurs et l'amour, Montréal, Ed.de l'Homme, 2000 = La manipolazione affettiva. Quando l'amore diventa una trappola, Ultra, 2014.
I.Nazare-Aga, Les parents manipulateurs, Montréal, Ed.de l'Homme, 2014 = Genitori manipolatori. Riconoscere e fuggire l'amore malato, Ultra, 2015.




[1] Cfr. I.Nazare-Aga, Le manipulateurs sont parmi nous, op.cit., p.157.
[2] Cfr. I.Nazare-Aga, Le manipulateurs t l'amour, op.cit., p.31.
[3] Cfr. I.Nazare - Aga, Les parents manipulateurs, op.cit., p.145.

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