Manipolatori e incoerenza
Racconta la dott.ssa
Nazare - Aga, all'inizio del capitolo da lei consacrato all'incoerenza nel suo
libro Les manipulateurs sont parmi nous, un
episodio molto indicativo. Véronique è cassiera in un esercizio e si lamenta
per l'eccesso di lavoro che richiederebbe un altro impiegato. Ma durante una
riunione con i superiori, dato che non fa motto, un magazziniere decide di
parlare per lei. Véronique insorge: "Non l'ho mai detto!".
Questo è un tipico
esempio di incoerenza dei manipolatori. Ovviamente, il povero magazziniere sarà
stato stupefatto e si sarà chiesto se non abbia per caso avuto le traveggole:
tanto più che si è trovato di fronte alla reazione energica di Véronique, che è
apparsa incapace di ricordare quanto affermato il giorno prima. Ma l'incoerenza
di queste personalità patologiche può manifestarsi in tante maniere: innanzitutto,
un loro vizio ricorrente è quello di non mantenere le promesse. Ho visto sul
lavoro dei manipolatori impegnarsi a svolgere un compito e poi tralasciarlo
volutamente, oppure compierlo in maniera del tutto opposta a quanto pattuito;
per non parlare poi dell'atteggiamento "due pesi e due misure",
secondo cui proclamano valori e qualità (solerzia, equità, sincerità) che poi
non mettono assolutamente in pratica.
Anni fa, quando
lavoravo a Firenze, avevo organizzato una visita d'istruzione a Ferrara, mio
luogo di residenza, visita d'istruzione che era piaciuta molto. L'anno dopo,
quando tornai a lavorare a Ferrara, promisi che ne avrei organizzata un'altra
per la classe da me lasciata, ma ovviamente attendevo notizie dai colleghi
ancora in servizio nella mia scuola d'origine. La responsabile della gita
(ovvero, colei che se ne era arrogata la responsabilità da sola) non mi
contattò mai e organizzò la cosa malamente: ad esempio, prenotò il pasto in un
ristorante scomodo, all'ingresso dell'autostrada, invece che in centro, non
comprese nella visita alcuni monumenti fondamentali, bensì previde una sosta
alla...Certosa (cioè il cimitero della città). Fu un disastro. Gli altri
colleghi protestarono vivacemente, ma era troppo tardi: la
"responsabile" aveva agito dietro le spalle di tutti, innanzitutto
dietro le mie, ribaltando del tutto i programmi senza alcuna logica; per di
più, mi aveva privato della possibilità di vedere i miei allievi, perché, non
avendomi consultata, situò la visita a Ferrara in un giorno in cui sarei stata
assente. Ero furibonda: ricordo anche che gli M. danno spesso prova d'incompetenza.
Come vedete, per essere
così incoerenti, i manipolatori agiscono spesso dietro le spalle, oppure senza comunicare
in modo trasparente. Ma si sa, la comunicazione trasparente con loro è un sogno
impossibile. Del resto, quando si tratta di promettere, i manipolatori
preferiscono di gran lunga rimanere nel vago e non uscire allo scoperto con impegni espliciti;
la loro incoerenza poi è dettata dal loro egoismo e dal loro comodo. In un
altro caso, una mia classe, dopo accordi preventivi, fu lasciata appositamente
fuori da un viaggio d'istruzione a Milano a mia insaputa, perché
l'organizzatrice (un'M.) doveva sistemarci un altro collega ignaro e non
direttamente interessato al viaggio: anzi, scavalcando me, lei lo inseguì a lungo
per farlo aderire all'iniziativa a tutti i costi, mentre lei ignorava le mie
ripetute richieste. Ma, se l'innocente collega avesse partecipato al posto mio,
lei avrebbe potuto non partire e rimanere a casa a godersi il giorno libero...
Gli esempi di cui sopra
riguardano un'incoerenza, per così dire, "cronologica": i
manipolatori, nel corso del tempo, cambiano atteggiamento diametralmente di
punto in bianco; e questo può indubitabilmente provocare il caos, specie sul
posto di lavoro. Ma esiste anche un'incoerenza, per così dire,
"situazionale": per esempio, il "M. seduttore", racconta
sempre la dott.ssa Nazare - Aga, si mostra affabilissimo (anche troppo) con gli
altri, per poi cambiare radicalmente una volta oltrepassata la soglia di casa. Un jeu de masque incroyable sentenzia l'autrice[1].
Ecco così persone estremamente lamentose, che fanno le vittime o, all'opposto,
i tiranni in privato, divenire gradevolissime in pubblico.
Uno degli ambiti in cui
l'incoerenza dei manipolatori si manifesta però in modo estremo è la famiglia,
sia a livello di coppia che coi figli. L'atteggiamento artefatto sopra
descritto, per cui M. si mostra gentilissimo (persino mellifluo) all'esterno
della casa, per poi mutare all'improvviso all'interno si amplifica in occasione
di visite: di solito, M. (vi ho assistito coi miei occhi) fa moralmente a pezzi
i suoi ospiti non appena questi hanno messo piede fuori della porta di casa,
dopo averli trattati in modo apparentemente cordiale. Analogamente, appena
chiusa la succitata porta di casa, cominciano i maltrattamenti e gl'insulti
all'indirizzo del partner. Vedremo l'argomento
"critiche" in seguito: ma M. alterna qualche complimento a insulti,
frasi sarcastiche e devalorizzanti, paragoni destabilizzanti, rifiuto dei
vostri gusti ecc. Gli scarsi complimenti illudono il partner di potere ritrovare la "persona di una volta": perché è questo, come ho già
accennato, il dramma di chi fa coppia con un manipolatore.
A un certo punto della
vita di coppia, infatti, in occasione di un qualche evento altamente
significativo (di solito il matrimonio, ma non solo: ho visto donne
manipolatrici cambiare drasticamente dopo la nascita del figlio maschio, che,
nella loro mentalità stravolta, conferiva loro maggiore potere; in altri casi
può intervenire l'inizio della convivenza oppure l'acquisto della casa o
altro), il manipolatore cambia drasticamente personalità. Avrebbe allora due
personalità? Si chiedono gli astanti in modo allarmato. No: ha semplicemente
una cattiva personalità, che si manifesta come gli/le fa comodo. Una volta che
il manipolatore si sente sicuro nella relazione e sa di avere il partner in sua balia, può permettersi di
rivelare il proprio vero sé. Questo è ben diverso da quanto avviene in un
normale innamoramento, quando tutti cercano di mostrare il loro volto migliore:
qui si tratta di incoerenza al quadrato, di patologia: le manipulateur séduit en trompant l'autre sur sa vraie nature[2],
dato che questa è seduzione basata sulla
menzogna. I manipolatori sono infatti dei grandi bugiardi.
Ecco allora che il
povero partner resiste, resiste,
illuso dai lati seducenti che, raramente,
rifanno la loro comparsa (specie quando il partner
minaccia il divorzio o di andarsene: sono le moine volte a intrappolarlo
ancora): spera sempre di recuperare l'uomo o la donna che ha conosciuto anni
prima. Ecco perché molte donne ritornano a casa regolarmente da mariti che le
picchiano; ed ecco perché uomini incappati in una manipolatrice restano fedeli
a colei che li sta distruggendo.
Faccio qui una
parentesi indispensabile. E' molto diffusa tra la gente l'idea che la
convivenza possa prevenire questi disastri. E' del tutto falso, anzi: le
convivenze aiutano i manipolatori. Tra gli specialisti di psicologia familiare
è infatti ormai noto, dopo alcuni decenni di ricerche, che le convivenze
raddoppiano la probabilità di divorzio o fallimento della coppia e le statistiche, redatte su dati
raccolti in tutto il mondo, parlano chiaro: se volete un matrimonio stabile,
non convivete (e questo non ha niente a che fare con la buona volontà
degl'individui). Ma, a parte questo, è ben noto dalle cronache come molti casi
di femminicidio si consumino non durante i matrimoni, ma durante le convivenze:
basta seguire i notiziari per capirlo. E allora? Come mai, i partner vittime, che pure hanno
preferito la convivenza, verosimilmente, per formarsi un'opinione adeguata prima
del matrimonio, rimangono invischiati in situazioni sentimentali
tanto pericolose e non ne escono?
Michelangelo Caravaggio, I bari
Semplicemente perché la
convivenza invischia e abbatte le difese. Quando siete andati ad abitare con un M., ormai siete
nelle sue grinfie e lui / lei può fare quello che vuole. Anche se alcuni (pochi)
riescono ad andarsene, entrano però spesso in gioco meccanismi perversi di
colpevolizzazione che vi fanno sentire in colpa se ve ne andate: per cui le
vittime restano, contro ogni logica. Se poi arrivano i figli...L'incoerenza di
M. aiuta a serrare la trappola. Inoltre, anche se riusciste ad andarvene, avreste
comunque sofferto molto: certe ferite lasciano il segno per lungo tempo. Dopo
una convivenza, inoltre, è più facile che si inneschino quei meccanismi di violenza
fisica che spesso vengono riportati dai media;
semplice: la vittima è nelle mani del suo carnefice! In definitiva, andare a
coabitare con una persona che conoscete poco è un rischio altissimo (che molti
oggi si prendono sconsideratamente), mentre, ci si augura, al matrimonio ci si
dovrebbe preparare (almeno in teoria: ma è una cosa che spesso, troppo spesso
non si fa!) con maggiore attenzione. E' inutile andare a vivere con una persona
se non si è veramente convinti, perché, che si sia sposati o no, coabitare con
qualcuno è altamente impegnativo: è meglio allora farlo quando si è veramente
pronti a un legame definitivo.
L'unica soluzione è
quella di preparare il proprio discernimento per distinguere prima i manipolatori e le personalità
nocive. Di qui i miei post. Li si può
riconoscere dalla loro incapacità ad ammettere i propri errori, dalla loro
arroganza, dal loro fare capriccioso, dalle bugie, dalla mancanza di
autocontrollo e, per l'appunto, dalla loro incoerenza (si vedano gli altri miei
post). Del resto, è ingenuo pensare
che per conoscere bene una persona si debba per forza viverci insieme: è come
se ci aspettassimo che la coabitazione facesse il lavoro per noi, per il
semplice fatto che si abita vicini. Ma senza un discernimento attivo, come già detto, la coabitazione
può risultare una trappola da cui è molto difficile uscire fuori in seguito: fare
discernimento dopo che si è andati a vivere insieme è troppo tardi. Diceva la
filosofa Simone Weil: L'amore è una
qualità dell'attenzione; cioè, l'amore vero è intelligente e cerca di
capire l'essenza della persona amata. Questo atteggiamento di attenzione e
discernimento deve nascere subito:
non bisogna aspettare passivamente che la coabitazione faccia discernimento per
noi o ci porti l'evidenza sotto il naso. Del resto, se non ci disponiamo a
capire veramente l'altro, non capiremo mai nulla, anche vivendoci assieme. Un
dettaglio significativo: spesso, i partner
dei manipolatori, passata la tempesta, ricordano di essere stati esitanti,
renitenti a impegnarsi con loro, anche quando tutto sembrava andare bene:
qualcosa già si svelava nel loro comportamento.... Vedete che il nostro stomaco
ci avvisa in anticipo? Basta saperlo ascoltare....
E chi ha una pessima
sorpresa dopo il matrimonio? Ahimè può capitare....Ho visto alcuni casi io
stessa (non dovuti però a discernimento fallito, ma, semplicemente, a
discernimento mai partito). Purtroppo, anche il migliore discernimento
possibile potrebbe umanamente sbagliare (anche se esso potrebbe eliminare la
stragrande maggioranza degli errori e salvare tanta gente). A quel punto
bisogna ricordare che un matrimonio
celebrato in queste condizioni, con un bugiardo che vi ha intrappolato con la
menzogna e la violenza psicologica, è quasi sicuramente NULLO, sia per quel che
riguarda il sacramento religioso, che per il matrimonio civile. E' una
trappola. Sarebbe bene ripassare il concetto di matrimonio nullo e che la
nostra società vi prestasse maggiore attenzione: temo che l'idea di divorzio abbia
confuso le acque di quel che è giusto fare nel caso di gravi problemi
matrimoniali. I casi veramente gravi, come questi, spesso non sono mai stati
matrimoni e la società dovrebbe essere pronta a riconoscerli, per liberare le
vittime in tempo e assisterle. Se un matrimonio è nullo, non c'è bisogno di
divorzio, che, invece, rovina i matrimoni veri, recuperabili; d'altro lato, è
inutile sostenere l'indissolubilità matrimoniale senza prendere in
considerazione queste tragedie. Il partner di un manipolatore rischia letteralmente
la vita e non ha certo scelto liberamente e consapevolmente la propria
condizione.
Prima di concludere,
vorrei ricordare l'incoerenza che un manipolatore pratica coi figli. Di solito,
usa due pesi e due misure, così come nell'applicazione dei valori di cui si
vanta (a proposito: lo sapete che i migliori discorsi sulla castità in carcere
li fanno i..colpevoli di reati sessuali? I violentatori appartengono non di
rado alla categoria). I figli sono spesso trattati in modo opposti, con gravi
ingiustizie. Così all'uno M. non fa gli stessi regali che all'altro, bensì
sceglie cose molto più scadenti; ineguaglianze nella divisione delle eredità o
nel trattamento sono frequentissime. La nostra Isabelle Nazare - Aga, al
solito, racconta di Lucie, sposata a un medico M., che poneva il figlio su di
un "piedistallo" e rifiutava categoricamente la figlia[3];
capita che dei figli ricevano in regalo dei viaggi all'estero, mentre i loro
fratelli vengono sistematicamente dimenticati; lo stesso avviene per le feste
di compleanno. Anche in questo caso, non vi sono motivazioni razionali per
questo comportamento.
Inutile dire che queste
disparità creano spaccature inguaribili in famiglia e spesso dividono i
fratelli in maniera quasi definitiva, per anni, se non per decenni. Ho
assistito di persona agli effetti di un comportamento manipolatorio da parte di
genitori: senza rendersene conto i fratelli si rinfacciano l'un l'altro per
anni colpe che sono invece proiezioni create da un genitore manipolatore. Se
per esempio il primo figlio viene privilegiato ingiustamente, nel secondo
nascerà un senso d'ingiustizia e di ostilità verso l'altro, anche se il primogenito
non ne ha colpa. Il primogenito potrebbe a sua volta accusare il figlio messo
da parte di colpe presunte, ripetendo le accuse ingiuste udite dal genitore M. E
così le divisioni si perpetuano....Atteggiamenti analoghi ho reperito tra
qualche collega insegnante, che metteva i voti assolutamente a casaccio e
bollava gli allievi secondo pregiudizi del tutto incomprensibili, privilegiando
invece altri in maniera indebita. I malcapitati non potevano assolutamente
ambire a vedere riconosciuti i loro meriti: ne ho costatate le conseguenze
persino agli esami finali....
G.Lazzerini, Rinaldo e Armida, 1690 (Rinaldo è manipolato dalla maga Armida...)
Un manipolatore (altra
sua caratteristica precipua) crea quindi il caos in una famiglia, seminando la
zizzania: dove passano, sembra che passi il lanciafiamme. E, purtroppo, un
bambino non può difendersi: queste sono le vittime più vulnerabili e indifese. Anche
per questo, è bene che gli adulti apprendano a riconoscere i segni di questi abusi:
e a fare la cosa giusta per difendersi e difendere i più deboli.
Bibliografia
I.Nazare-Aga, Les manipulateurs sont parmi nous, Montréal, Ed. de l'Homme, 1997 = L'arte di non lasciarsi manipolare, Milano, Ed.Paoline, 2000.
I.Nazare-Aga, Les manipulateurs et l'amour, Montréal, Ed.de l'Homme, 2000 = La manipolazione affettiva. Quando l'amore diventa una trappola, Ultra, 2014.
I.Nazare-Aga, Les parents manipulateurs, Montréal, Ed.de l'Homme, 2014 = Genitori manipolatori. Riconoscere e fuggire l'amore malato, Ultra, 2015.
Bibliografia
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