giovedì 14 luglio 2016

Il giro del mondo...al cinema 2 (Sudest asiatico, Cina)


Sudest asiatico



Continuiamo la nostra serie di film ambientati nel Sudest asiatico. Innanzitutto, ricorderete che il 26 dicembre del 2004, un impressionante tsunami colpì le coste dell'Oceano Indiano e, in particolare, paesi come la Thailandia. Quell'avvenimento ha lasciato una traccia anche in alcuni film: per esempio, The impossible, girato nel 2012 dal regista spagnolo Juan Antonio Bayona. Il film tratteggia la storia vera di una famiglia i cui membri, miracolosamente, si salvano tutti, anche se separatamente, dalla catastrofe. I protagonisti (i genitori) sono Naomi Watts e Ewan MacGregor; l'interpretazione di lei fu molto apprezzata, ma devo ammettere che il film, a parte ricostruire egregiamente quel che avvenne e le condizioni delle vittime dello tsunami, è un po' piatto. Il suo significato si ferma alla rappresentazione della tragedia.
Più interessante, a mio avviso, la parte che il disastro ha in uno degli ultimi film di Clint Eastwood, Hereafter, del 2010 (molto bello anche per altri motivi): una dei protagonisti, una giornalista francese, rischia l'affogamento e ha un arresto cardiaco durante l'inondazione, quindi un'esperienza di pre-morte: rimane talmente colpita da quello che ha vissuto, che inizia una ricerca sull'argomento, che la porterà poi in contatto con altre persone colpite da fenomeni analoghi.


Per quanto riguarda la storia della regione, già su questo blog ho pubblicato la recensione del bel film The lady, di Luc Besson, del 2011:

http://annaritamagri.blogspot.it/2016/01/the-lady-lamore-per-la-liberta-lbesson.html

Come tutti sanno in 4O, questo film è un biopic sulla vicenda della leader birmana Aung San Suu Kyi: quindi racconta non solo la vita di questa donna straordinaria, ma anche un pezzo di storia della Birmania, dall'assassinio, nel 1947, del padre di lei, Aung San, il fautore dell'indipendenza birmana dai Britannici (la Birmania era stata però anche invasa dal Giappone), fino al ritorno della donna al suo paese, dalla dittatura di Ne Win, alle sue dimissioni del 1988 a seguito delle proteste studentesche represse nel sangue, dal Nobel per la Pace di San Suu Kyi, fino alla lunga serie di arresti domiciliari con cui la dittatura militare la segrega (e intanto, le muore l'amatissimo marito).


                                                  Alec Guinness ne Il ponte sul fiume Kwai

Sulla Birmania però bisogna assolutamente ricordare anche un capolavoro della storia del cinema: Il ponte sul fiume Kwai, uno dei grandi film dell'inglese David Lean (lo stesso regista di Lawrence d'Arabia e del dottor Zivago, amato dalla Sofia di 3O), del 1957, indimenticabile anche per il motivetto che i soldati inglesi del film fischiettavano, Colonel Bogey March. La vicenda, una denuncia dell'assurdità della guerra, è tratta da un romanzo omonimo di Pierre Boulle ed è basata su di una storia vera, modificata: nel film l'ambientazione è in Birmania, in un (tremendo) campo di lavoro giapponese, dopo sono internati dei reparti inglesi. Dato che i Giapponesi devono costruire un ponte, gl'Inglesi decidono di lavorare in maniera ineccepibile, ma qualcuno non vuole che il ponte giunga a compimento....Vinse ben 7 Oscar, tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, colonna sonora e, ovviamente, Miglior attore protagonista all'indimenticabile Alec Guinness (dovreste averlo visto in Star Wars, quelli originali, intendo...).


Questo per la Birmania. Per la Thailandia (che, in quanto Siam, non è mai stata una colonia) e per farsi una vaga idea sulla sua cultura, vale la pena vedere Anna e il re, del 1999, con Jodie Foster, regia di Andy Tennant: il film, come molti altri, è tratto dal romanzo di Margareth Landon, Anna e il re, del 1944, sulla storia vera dell'insegnante (una collega!) Anna Leonowens (si chiamava anche come me!), che fu governante per i figli del re Mongkut del Siam negli anni '60 dell''800. E' molto gradevole ed eccelle per costumi e scenografie (vedi sopra). La storia è arrivata sulle scene tante volte, anche con un musical, perché piace molto alle famiglie: è giusto ricordare qui Il re ed io, un classico del 1956, con Yul Brinner (forse l'attore pelato più noto di Hollywood, e così bravo!) e Deborah Kerr (la quintessenza della lady britannica).


                                                 La scena degli scheletri in Urla del silenzio

Passiamo ora alla Cambogia. Qui c'è un capolavoro, Urla del silenzio (Killing fields), del 1984, regia del britannico (e bravissimo) Roland Joffé, sulla tragedia della dittatura comunista degli Khmer Rossi, che devastò il paese e provocò un vero genocidio: 2 milioni di morti, se non ricordo male. La storia è basata su fatti veri: è la vicenda dell'amicizia tra un giornalista americano, Sidney, e il suo interprete cambogiano, Dith, che però viene internato in un campo di concentramento Khmer. Sidney allora si lancia in una lunga ricerca per ritrovare e salvare il suo amico. Io mi ricordo ancora quando arrivavano qui in Italia i rifugiati politici cambogiani (ero piccolissima): e i campi di lavoro cambogiani facevano parere i lager nazisti degli asili nido.


Gli Khmer si erano messi in testa di cancellare ogni barlume di civiltà "borghese", fosse anche la conoscenza delle lingue straniere, le fotografie oppure le professioni mediche; e deportavano la popolazione in questi campi di lavoro con l'intenzione di "rieducarla". Nel film, Dith riesce a evadere e si ritrova, per esempio, tra montagne di scheletri (vedi sopra). Ma anche Haing S.Ngor, che lo interpretava, era un vero rifugiato cambogiano; medico, vide sua moglie morire di  parto nel campo di lavoro, poiché era impossibilitato ad aiutarla: se avessero scoperto che era medico, li avrebbero uccisi tutti e due. Haing S.Ngor è un caso unico di non attore premiato con l'Oscar per la sua interpretazione (Migliore attore non protagonista); il film ricevette anche l'Oscar per la fotografia (bellissima) e il montaggio.
Prima di chiudere il Sudest asiatico, vorrei consigliarvi non un film, ma uno sceneggiato, che fece epoca, compresa la sua immortale sigla: Sandokan!

Crudele è la guerra
e l'uomo sa cos'è la guerra.
Caldo e tenero è l'amore
e l'uomo sa cos'è l'amore...
Corre il sangue nelle vene,
grande vento nella notte calda si alzerà!


Fu nel 1976, credo che sia stato il primo sceneggiato televisivo che ho visto ed è ancor oggi esaltante da vedere: tratto dai romanzi di Emilio Salgari, Sandokan racconta la storia di un principe, detto la "Tigre della Malesia", che, per senso di ribellione contro gl'Inglesi che lo hanno privato del trono, si trasforma in pirata nei mari della Malaysia. Era interpretato dall'attore indiano Kabir Bedi (che provocò uno sconquasso nel cuore delle Italiane di allora), mentre al suo fianco, nella parte della Perla di Labuan, la sua amata Marianna, c'era la bellissima Carole André. Il cattivo, Sir Brooke, era impersonato dal nostro Adolfo Celi (grande attore, anche nel senso dell'altezza, ma all'epoca, recitava così bene il cattivo che la gente gli avrebbe sputato in faccia...), mentre l'amico Yanez, portoghese, era impersonato con impagabile ironia da Philippe Leroy.


                                                     Carol André e Kabir Bedi

Lo sceneggiato fu una coproduzione tra Italia, Francia, Germania e (ovviamente) Regno Unito (quando non c'era ancora la Brexit...); è ottimo anche dal punto di vista storico, primo perché Salgari scriveva a tavolino, ma si documentava bene (per esempio, il "cattivo", Sir James Brooke, il "rajah bianco", è un personaggio veramente esistito); secondo perché fu una produzione di qualità: ancor adesso, quando penso all'Impero Britannico, mi vengono in mente le scene di Sandokan. C'è  poi da ricordare una cosa: i grandi romanzi di avventure di fine Ottocento si dividono equamente a seconda dell'Impero coloniale di appartenenza dello scrittore; nei romanzi di Salgari (Italiano) e di Karl May (Tedesco) Inglesi e Francesi, che detenevano allora il grosso delle colonie, fanno sempre la figura dei "cattivi". E in Sandokan gl'Inglesi erano veramente "cattivi"....E poi, era magnifico: rimase un mito la scena del combattimento tra Sandokan e la tigre! Se lo trovate, vedetevelo.


Cina

Sulla Cina posso consigliarvi veramente una marea di film e molti sono davvero di qualità.
Partirei da alcuni classici (tanto, voi non conoscete i classici anni '50, quindi...). La Cina è stata tra Ottocento e Novecento, terra di missione e le storie (vere o no) di missionari arrivavano spesso a Hollywood. La famosa attrice svedese Ingrid Bergman (vero che la conoscete?), una celebrità negli anni '50 e nei film di Hitchcock, interpretò nel 1958 La locanda della sesta felicità, basato sulla storia vera di una missionaria cristiana, Gladys Aylward, durante l'invasione giapponese.

E' ambientato in una missione cinese anche il film che lanciò il mitico Gregory Peck nel lontano 1944: Le chiavi del paradiso, la storia di padre Chisholm, attivo per decenni in una missione cinese, tratta da un romanzo di Archibald Cronin. E' un film cui sono affezionata primo, perché mio papà assomigliava a Gregory Peck, secondo perché lui lo aveva visto e me ne ripeteva sempre una battuta: alla signora grassa che domanda a padre Chisholm come andare in Paradiso, il sacerdote risponde: "Signora, mangi meno, le porte del Paradiso sono strette!".

             
 
                                                             
                      Qui vedete William Holden e Gregory Peck

Infine, un film che ho visto varie volte e che è ambientato all'epoca della Rivoluzione Cinese del 1949: Storia cinese,  in realtà, in inglese, Satan never sleeps, del 1962, con un altro attore notissimo di Hollywood, William Holden. E' la storia di un missionario cattolico, padre O'Banion, alle prese con la guerra civile e le sue atrocità. Ritroveremo la storia cinese nella prossima puntata.

                                                                                                  (continua)

trailer The impossible https://www.youtube.com/watch?v=dhDadGL4bio

Il ponte sul fiume Kwai in inglese: https://www.youtube.com/watch?v=Lv6hxHDvNKY

Colonel Bogey March, il famosissimo tema del Ponte sul fiume Kwai (questa è una scena mitica e mai comandante fu più dignitoso che Guinness coperto di stracci: mi sembra giusto ricordare in questi tempi che, senza gl'Inglesi a brandelli, noi saremmo qui ancora sotto Hitler e soci...)
https://www.youtube.com/watch?v=83bmsluWHZc

La romantica scena finale di Anna e il re, con Jodie Foster: https://www.youtube.com/watch?v=_aOqkOWrVcA

Anna e il re in inglese, per intero: https://www.youtube.com/watch?v=9UUoYgxmC00

Urla del silenzio, completo (qualità non eccelsa):
https://www.youtube.com/watch?v=KHq7KRTsYGQ

Sandokan, sigla: https://www.youtube.com/watch?v=KtDlcM0Zmzg

La scena della tigre: https://www.youtube.com/watch?v=RABNGH0AVB8

La Rai ha bloccato per copyright i film che c'erano su Youtube: se volete, lo trovate in spagnolo...

 

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