martedì 12 luglio 2016

Il giro del mondo....al cinema I (Giappone, Vietnam)

 

Il giro del mondo...al cinema

Varie volte i miei ragazzi mi hanno chiesto una lista di film interessanti per imparare di più, sul cinema e non solo. Con questa nuova pagina inizio una serie che ci porterà attraverso i continenti extra-europei mediante i film. Premetto che non sono riuscita a vederli tutti: alcuni, per completezza d'informazione, li devo indicare anche senza averli visti. Tuttavia, cercherò di offrire ai miei cinefili una buona panoramica internazionale. Partirò dall'Estremo Oriente. Buona visione!


Giappone

Come iniziare dal Giappone e non pensare all'Ultimo samurai? Questo gran bel film, diretto da E.Zwick nel 2003, con Tom Cruise come protagonista (che recita tecnicamente molto bene) e un super Ken Watanabe come coprotagonista, senza dimenticare la splendida colonna sonora di Hans Ziemmer (lo stesso che ha creato la musica del Gladiatore, per intenderci), racconta un punto cruciale della storia giapponese, la Rivoluzione Meiji del 1876. Riassunto delle puntate precedenti: durante l'Ottocento, il governo giapponese si rese conto che, per tener testa agli Europei, bisognava adottarne i ritrovati migliori; quindi si affidò a un nugolo di consulenti, che aiutarono l'Imperatore, il Mikado, e i suoi ministri, a riformare la nazione in senso occidentale. Tom Cruise impersona uno di questi consulenti, l'Americano Nathaniel Algren, che però finisce per prendere le parti dei samurai e della loro lotta di difesa della tradizione guerriera (fondata sul codice d'onore Zen Bushido).


Anche se i Giapponesi non ricorsero agli Americani, e al posto di Algren c'era un Francese, il nucleo del film è storico (con i samurai un po' idealizzati, si osservò in Giappone): il fatto è che la classe guerriera dovette adeguarsi per forza: ci fu chi si ribellò, come nel film, e ci fu chi invece entrò nella nuova logica occidentale: lo sapevate che le principali case giapponesi, come la Toyota, sono nate da famiglie ed etica samurai?
Un altro film attraente e di successo, che illustra un lato affascinante della cultura giapponese, è Memorie di una geisha, del 2005 (sempre con Watanabe), protagonista Zhang Ziyi (che è in realtà cinese). Io ho visto solo degli spezzoni, ma vinse tre Oscar per fotografia, scenografie e costumi, quindi, a livello tecnico è molto valido. Bisogna però prendere con le molle alcune parti della ricostruzione della vita delle geisha (invariabile al plurale): già l'autore del romanzo, A.Golden, ebbe dei guai con la geisha che aveva impiegato come fonte, perché lui aveva finito per ritrarre le geisha come delle escort. In realtà, i favori sessuali erano esclusi dal loro lavoro: le geisha sono artiste e intrattenitrici onorate.


Se volete conoscere il Giappone per davvero, vi conviene però tentare qualche film del "mostro sacro" della cinematografia nipponica, cioè Akira Kurosawa (1910-98). Lui stesso di famiglia samurai, è diventato famoso per le sue ricostruzioni storiche dell'epoca dei samurai, ordite come i nostri western e di tono epico; tuttavia, alcune sue produzioni sono basate su storie di Shakespeare o altri classici della letteratura (per esempio, io ho visto l'Idiota, 1951, tratto da Dostoevskij: in realtà, il film ricostruisce molto bene l'atmosfera del Giappone vinto dopo la guerra). I film più noti di Kurosawa: Ran (= Caos, 1985, una riedizione giapponese del Re Lear), Rashomon (1950, premiato con L'Oscar e il Leone d'oro a Venezia; è il titolo di un racconto del 1915 e il nome di una porta di Kyoto, dove i protagonisti riferiscono l'un l'altro, in modo sempre diverso, un fattaccio di cronaca nera; la diversità inconciliabile delle prospettive ricorda Mentre morivo, di Faulkner) e, soprattutto, I sette samurai, un vero western giapponese, in cui un gruppo di samurai (Ronin, cioè samurai senza padrone) del 1600 accetta di difendere un povero villaggio di contadini da un nugolo di briganti (per la serie: arrivano i nostri!). La pellicola è stata il modello per il celebre I magnifici sette, con Yul Brinner (1960). Nei film di Kurosawa troverete prima o poi di sicuro il famoso attore Toshiro Mifune: paragonato spesso a John Wayne, è riconoscibilissimo per la sua aria implacabile e (spesso) spiritata.


Infine, torniamo alla storia. Per capire un po' meglio il trauma della sconfitta nipponica dopo la Seconda Guerra Mondiale, potete vedervi Emperor, del 2012, con Matthew Fox e in cui eccelle Tommy Lee Jones nel ruolo del generale Douglas Mac Arthur. Praticamente, è la storia dell'indagine svolta dagli Americani occupanti, per stabilire il grado di responsabilità dell'imperatore Hirohito nello scoppio della guerra. Ragazzi, è un film americano: si sente la divisione manichea tra buoni e cattivi, senza tante sfumature e con vari luoghi comuni (come la storia d'amore di rito); Hirohito, alla fine, si riscatta perché impone la pace per salvare il paese dai bombardamenti atomici. Però è un film discreto e può essere istruttivo. Ahimè, non l'ho visto, ma sempre su Hirohito c'è un film del 2005 di uno stimato regista russo, Alexandr Sokurov: Il sole. Anche qui, al centro della vicenda c'è il trauma della sconfitta, della resa e della decisione dell'imperatore di rinunciare allo status divino.



Infine, un capolavoro sulla guerra e la pace: Hiroshima, mon amour. Forse è un film un po' difficile, lirico, ma è veramente splendido: del 1959, fu celebrato come l'iniziatore della Nouvelle vague, cioè della nuova maniera cinematografica francese, che corrisponde, grosso modo, al Neorealismo italiano; in realtà, il primo film della Nouvelle Vague è Les quatrecent coups, di François Truffaut, molto bello, del 1959. Il regista qui è Alain Resnais, la sceneggiatrice d'eccezione Marguérite Duras, uno dei grandi nomi  della cultura francese del '900 (candidata all'Oscar per la sua sceneggiatura). Hiroshima, mon amour, narra la storia d'amore tra un'attrice francese e un architetto nipponico, sullo sfondo di una Hiroshima sventrata dal bombardamento atomico: l'attrice (che non ha nome, come il suo amante) deve fare i conti con i traumi della guerra, durante la quale ha perso il suo primo amore; ma, tra una lunga serie di flash-backs, si rende conto di essere sola di fronte al dolore, mentre, intorno a lei, emerge il coraggio dignitoso con cui i Giapponesi, forse i veri vincitori del conflitto, fronteggiano la loro sventura. La fotografia, in bianco e nero, è magnifica, il montaggio fonde il passato e il presente con effetto vertiginoso e spiazzante. La vicenda è una bellissima storia sulla solitudine, il dolore, ma anche sull'amore.

 
Sudest Asiatico

Sotto questo largo cappello, inserisco non solo il Sudest asiatico vero e proprio (Vietnam, Cambogia, Birmania, Thailandia, Laos), ma anche la parte insulare. E qui, c'è veramente una marea di roba, tanto che dovrò dilungarmi anche nella prossima puntata.


Innanzitutto, la pletora di film sul Vietnam. A dire il vero, non pochi sono ambientati in gran parte in America dopo la guerra, nell'ambiente dei reduci: il celeberrimo Il cacciatore, di Micheal Cimino (morto qualche giorno fa; il film è del 1978  e vinse 5 Oscar), con Robert De Niro (nell'Italia di sinistra di allora fece scandalo per la rappresentazione cruda dei Vietcong); Good morning, Vietnam, la pellicola che lanciò Robin Williams nel 1987 (il titolo è tratto dal saluto che il protagonista, il comico e disc jockey Adrian Cronauer, rivolge dalla radio ai soldati al fronte); Nato il 4 luglio, del 1989, con Tom Cruise, diretto da Oliver Stone (forse uno dei suoi film migliori), che racconta le vicende di un reduce di guerra rimasto paralizzato e atrocemente disilluso; sempre di Oliver Stone e basato su sue esperienze personali, Platoon, del 1986, che vinse 4 Oscar; infine e, soprattutto, Apocalypse now, diretto nel 1979 da Francis Ford Coppola, con Marlon Brando, Harrison Ford e Martin Sheen (che rischiò quasi di diventare matto per identificarsi col suo personaggio). Quest'ultimo film trae ispirazione da un capolavoro di Joseph Conrad sul colonialismo, Cuore di tenebra, una sorta di viaggio agl'inferi del Congo Belga, incentrato su di un misterioso ed evanescente Kurtz, celato nella foresta (impersonato da M.Brando). Gl'inferi qui diventano la giungla del Vietnam (ricordo ai miei lettori che Conrad era polacco, ma scriveva in un inglese splendido e con una profondità rara).
                                                                                                            
                                                                                                                                 (continua)

Links

trailer Ultimo samurai https://www.youtube.com/watch?v=yBxE9d_pOEw

Ultimo samurai https://www.youtube.com/watch?v=OUHHhuLUJy8 questa è una scena celeberrima: la lotta nella pioggia, in cui Algren stupisce i Giapponesi perché continua a rialzarsi dopo essere stato abbattuto. E' la misura di tutta la differenza culturale fra il Giappone e l'Occidente (cristiano e avverso al suicidio).

Colonna sonora, Ultimo samurai: https://www.youtube.com/watch?v=O1gDqaFIU6I vale la pena!

trailer Memorie di una geisha https://www.youtube.com/watch?v=YOqofWRz1xU

Memorie di una geisha, l'affascinante scena della danza: https://www.youtube.com/watch?v=PvN4r4h8p7M

I sette samurai, trailer: https://www.youtube.com/watch?v=OkiHGyxsRvs

Rashomon, I parte (il resto del film si trova su Youtube) https://www.youtube.com/watch?v=i4f-rHU_emQ

Ran, trailer: https://www.youtube.com/watch?v=AbbfDntoRRk (già il trailer dà l'idea di quanto sia bello).

Ran, scena di battaglia: https://www.youtube.com/watch?v=fQczO-YzMZ8 (da qui capirete da chi ha preso l'Ultimo samurai).

Il sole, trailer: https://www.youtube.com/watch?v=at09b2HhJPQ

Hiroshima mon amour, trailer: https://www.youtube.com/watch?v=CLts830aLlw

Hiroshima, mon amour, esordio: https://www.youtube.com/watch?v=3ZwrCOXLrIA

Platoon, la scena celeberrima della morte del sergente Elias, ritratta anche sulla locandina: https://www.youtube.com/watch?v=mKpQB3bEPbI

Apocalypse now, film in inglese: https://www.youtube.com/watch?v=pTVHwDolMY4 (se funziona...)





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