venerdì 8 aprile 2016

"Mercificazione della sessualità e della vita" di Mario Ballardini


MERCIFICAZIONE DELLA SESSUALITÀ E DELLA VITA. 

Pubblico qui un bel saggio, il terzo, del mio allievo di 4O Mario Ballardini. L'argomento è tuttora di grande attualità, anche se la discussione in merito pare essersi sopita in parte (ma, nel frattempo, come noto, ho dovuto traslocare, quindi questo saggio ha dovuto aspettare alcune settimane prima di essere pubblicato, cosa di cui mi scuso). Personalmente, al di là di alcuni punti circoscritti (per esempio, la stepchild adoption mi trova forse più contraria di quanto sia il mio alunno, laddove, invece, io mi sento meno rassegnata all'esistente), condivido però in pieno il taglio e l'argomentazione di Mario. Siamo arrivati al punto di commercializzare la vita umana e di oltrepassare quanto fatto da troppi totalitarismi.


Da qualche settimana tutti i mass media discutono di unioni civili, lobby gay si sono mobilitate per creare movimenti o giornate dedicate alla loro causa, altrettanti movimenti e giornate si sono creati in virtù della causa opposta. Il motivo di questo caos mediatico lo conosciamo un po' tutti: la discussione della tanto attesa proposta di legge Cirinnà in parlamento. 
Alcuni conoscenti e amici mi definiscono un "dietrologo" e io porto avanti con onore e fierezza questa definizione. Odio fermarmi alla realtà di facciata, alla spiegazione piú semplice. Scavare a fondo, intuire ciò che sta appunto "dietro" le cose, mi esalta e mi eccita come null'altro. Non si salva di certo dalla mia dietrologia una tematica attuale come quella della sessualità. Parlo di "sessualità" e non di "omosessualità": non a caso infatti ciò di cui si sta discutendo va ben oltre i diritti gay. 


Non voglio soffermarmi sulle unioni civili, l'omosessualità, che piaccia o meno, è una realtà esistente e, in quanto realtà, è giusto e, aggiungerei io, doveroso che si creino leggi che tutelino anche questa minoranza. 
Neppure la stepchild adoption (e in questo caso mi appello alle istituzioni per chiedere che la smettano di utilizzare la terminologia inglese in ogni campo, le parole italiane esistono, utilizziamole) mi ha sconvolto o fatto venire la pelle d'oca, è forse stato un passo piú lungo della gamba, ma nulla di estremo. 
Quello che mi terrorizza è il retroscena culturale che si cela dietro questi avvenimenti. 
Tutti abbiamo negli occhi il San Remo appena passato in cui, piú che il festival della canzone italiana, è sembrato la celebrazione dell'orgoglio gay. Immancabile Elton John, la cui presenza proprio in questo particolare momento, a sentire gli organizzatori, dovrebbe essere casuale, ma alle casualità personalmente non credo. 


Gli esponenti di gay.tv hanno inoltre intervistato un po' tutti i partecipanti o gli invitati al festival, chiedendo opinioni su unioni civili e stepchild adoption. Un saggio una volta mi disse che, per ottenere un'opinione sincera, serve un interlocutore imparziale...condizioni ben lontane da quelle verificatesi al festival ligure. 
L'aggressività di queste pressioni gay passa anche per un nuovo sito chiamato RiRo. Il suo compito è quello di creare una vera e propria "lista di proscrizione", a livello di quelle sillane, in cui troviamo elencati e numerati omofobi e razzisti: omofobi e razzisti nel senso di contrari all'immigrazione incontrollata o alle unioni civili, per esempio, e non certo di colpevoli di violenze o discriminazioni a danno di persone di sessualità od origine diversa dalla propria, condizioni che, in teoria, sarebbero necessarie per essere definiti omofobi o razzisti. Nulla di diverso dalle proscrizioni sillane, come dicevo prima, dalle liste nazi-fasciste, della lista dei cattivi di Babbo Natale o dalla caccia alle streghe. Infatti, com'era solito appunto nella caccia alle streghe, il segnalatore è anonimo e non ha bisogno di prove per far comparire sulla lista lo pseudo omofobo/razzista.
Il messaggio è uno quindi: o sei allineato al loro pensiero o sei nemico. 
La piú grande industria culturale attuale, cioè Hollywood, ha cavalcato l'onda di successi che la retorica sui diritti gay sta ottenendo e, di conseguenza, ha da poco rilanciato sul mercato il suo prodotto in linea con i tempi e le mode: un supereroe "pansessuale". 
Sempre meno frontiere, meno limiti, meno identità. Sempre piú vicini a quell'individuo "unisex" che il mercato capitalista vuole. Sempre piú in linea con il progetto di  mercificazione della vita che l'utero in affitto porta con sé: un politico italiano che si professa comunista è pronto ad acquistare un figlio mediante utero in affitto. Gli ricordo un passaggio tratto dal "Manifesto del partito comunista" di Marx ed Engels: "Si lacerano per il proletario tutti i vincoli familiari, e i figli sono trasformati in semplici articoli di commercio". 


Si sta creando una nuova frontiera nel mercato: quella della compravendita della vita. Paesi diversi, con prezzi diversi, propongono la possibilità di affittare un utero e quindi di poter comprare il proprio bambino confezionato esattamente come un cicciobello. Sia chiaro che rimane un'esclusiva per ricchi (a meno di 50.000€ un utero non si trova), certi lussi immorali permangono, come sempre, prerogativa delle classi piú elevate pecuniariamente...e basse moralmente.
Tirando le somme notiamo che rientra tutto all'interno di una logica ottusamente capitalista: nuovi compratori, cioè gli individui unisex, e nuove merci, cioè i bambini. 
E adesso che il mercato è riuscito a infestare anche quest'ultima sfera della nostra vita, quindi la vita stessa, cosa ci rimane? A me sinceramente solo tanta speranza di cambiamento accompagnata dalla rassegnazione di fronte all'esistente. Un eterno limbo insomma.

                                                                                Mario Ballardini


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