sabato 2 aprile 2016

L'enigma di Griselda in Boccaccio. Parte 1


L'enigma di Griselda in Boccaccio. Parte 1

La novella di Griselda, l'ultima del Decamerone di Boccaccio (X,X), è una delle più importanti, a causa dei temi ("la magnificenza", cioè la grandezza d'animo e d'azioni tipica del modello di vita cortese), della sua posizione eminente, ma è forse anche una delle più ardue da interpretare, un vero e proprio "enigma", come osservato dai critici. Infatti, come sottolinea Olsen sulla scia di U.Eco, ogni storia ha dei "vuoti", cioè dei punti difficilmente comprensibili, che il lettore cerca di colmare in qualche maniera; qui il "vuoto" è ben riassunto da Elisabetta Menetti:

perché Gualtieri incrudelisce così ingiustamente? E perché Griselda non reagisce mai?


                                           Maestro di Griselda, National Gallery, Londra

Torniamo brevemente alla storia. Il marchese di Saluzzo Gualtieri evita di sposarsi, ma, alla fine, convinto dai suoi sudditi, in modo quanto mai eccentrico sceglie come moglie l'umile figlia di un guardiano di pecore, Griselda, nota per la sua virtù. Durante il matrimonio, però, la sottopone a prove crudelissime: le sottrae la prima figlia, affermando che deve farla uccidere perché i suoi sudditi sono scontenti di una castellana di umili origini; analogamente, sottrae il secondo figlioletto,  il maschietto, alla madre, facendole credere che lo farà pure uccidere (in realtà i bambini vengono cresciuti da una parente a Bologna). Infine, ripudia anche Griselda, sempre con la scusa che non è adatta a un feudatario come lui. Quando poi diffonde la voce che ha deciso di prendere moglie un'altra volta, chiede a Griselda di preparare, come una governante, la cerimonia del secondo matrimonio e le presenta la fidanzata, che è in realtà la loro figlia; la nobiltà d'animo con cui  Griselda tollera tutto e gli risponde, convince infine Gualtieri che ella è ben degna di essere la marchesana.


                                                          Cassone di nozze con la storia di Griselda

Che la storia contenga un vuoto, lo evidenzia persino il narratore, il lascivo Dioneo, che, perfidamente, osserva:
Chi avrebbe, altri che Griselda, potuto col viso non solamente asciutto ma lieto sofferir le rigide e mai più non udite pruove da Gualtier fatte? Al quale non sarebbe forse stato male investito d'essersi abbattuto a  una che, quando, fuor di casa, l'avesse in camiscia cacciata, s'avesse sì a un altro fatto scuotere il pelliccione che riuscito ne fosse una bella roba. (cioè: Griselda avrebbe fatto meglio a rendere a Gualtieri pan per focaccia e a tradirlo).

Ora, i commentatori e i letterati si sono accaniti nei secoli per capire il perché di tanta crudeltà e incoerenza: dedicherò più tempo alle altre interpretazioni in seguito, ma basti ricordarle qui rapidamente (seguo qui l'ottimo articolo di Olsen):

1) Il rapporto tra  Griselda e suo marito riproduce la subordinazione feudale e, secondo certi autori, la ribellione ad essa (Allen, Barthouil, Pernicone).
2) Griselda è immagine della virtù suprema, al vertice del Decameron: simboleggia Cristo (Cottino Jones), la Madonna (Branca, Cottino Jones), la somma virtù in genere ecc. (Ferrante, Cavallini, ma anche molti medievali, a partire da Petrarca).
3) Di conseguenza, Rutter afferma, Dioneo non va ascoltato: non è in grado di capire la grandezza di Griselda.
4) La novella esprime il controcanto della sublimazione della donna-angelo (Bevilacqua).
5) A questo si potrebbe aggiungere: Boccaccio ha un rapporto ambivalente con le donne, che innalza e adora da un lato, ma per cui rivela anche tendenze misogine dall'altro; forse, questa ambivalenza è radicata nel suo difficile, anzi impossibile rapporto con la madre perduta, mentre la nobiltà d'animo a tutta prova di Griselda è una maniera per reintegrarla e nobilitarla nella vita dell'autore (interpretazione psicanalitica di Muscetta).
6) Gualtieri è stato spesso identificato con la fortuna che si accanisce sui virtuosi e cui Griselda resiste (si ricordi l'importanza del tema "fortuna" nel Decameron). Potrebbe, si chiede Olsen, rappresentare....Dio?
7) Le novelle dell'ultima giornata e questa in particolare tradiscono la loro derivazione dalla tradizione letteraria aulica: di qui una certa astrazione e l'assurdità del comportamento di Gualtieri, ma anche di Griselda (Salinari).


                                           Altro cassone con il matrimonio di Griselda

Ora però, già Barberi-Squarotti aveva individuato gli elementi fiabeschi della vicenda e, a mio avviso, questi sono i primi da rilevare; come afferma Olsen: leggendo una fiaba dobbiamo accettare cose che in un romanzo realista ispirerebbero incredulità o rivolta morale.
Come vedremo, l'interpretazione fiabesca di Griselda non esclude le altre, anzi, le rende possibili, come se la novella fosse un prisma, che può riflettere fasci di luci variamente colorate. Ma questo, proprio perché è una fiaba.

Griselda e le sequenze di Propp
 
Infatti, il lato assurdo del comportamento di Gualtieri torna alla perfezione se inquadriamo la novella in un contesto fiabesco. In effetti, Boccaccio è così bravo nel situare le sue storie in un ambito sociale ben preciso (come qui nel feudalesimo), che, alle volte, noi ci dimentichiamo di questa possibile convergenza con le fiabe. Ma in "Griselda" essa è evidente: le prove sono fin troppo crudeli, perché sono le classiche prove delle fiabe; e, in fin dei conti, questa sembra una versione estrema della ben più nota Cenerentola.

L'antropologo russo Vladimir Propp, nel suo Morfologia della fiaba, inquadrò ben 31 "sequenze" o funzioni, azioni tipiche dei personaggi delle fiabe, funzioni che sono alle origini della fiaba come di ogni forma narrativa. Ora, se guardiamo alla lista delle sequenze di Propp,

http://lostbiro.com/blog/?page_id=522 
http://www.midisegni.it/disegni/propp.shtml (questa è la versione per bambini, con disegni!)

appare evidente che, a parte il matrimonio finale (31) e la rimozione dei problemi (19), qui ricorre la funzione della "prova dell'eroe" (12, 25) e i complementari "reazione dell'eroe" e "superamento della prova " (13, 26); potremmo anche inquadrare nella novella la 1 ("l'eroe lascia casa sua"), la 20 ("l'eroe torna a casa"), ma, soprattutto, la 8 ("danneggiamento dell'eroe") e la 21 ("persecuzione dell'eroe") a patto di considerare come "cattivo"....Gualtieri.


                                              La cacciata di Griselda in un dipinto senese

Se noi confrontiamo però la novella boccacciana con lo schema di Propp, ci rendiamo subito conto che in Boccaccio compare, nell'impiego delle stesse funzioni, una notevole ambiguità. Proverò a sintetizzare sotto:

1) Gualtieri dovrebbe essere il "principe azzurro" parallelo a quello di Cenerentola; eppure, è anche il "cattivo", quello che danneggia Griselda in continuazione e la fa soffrire.

2) Griselda lascia "casa sua" due volte: quando si sposa, dice addio alla casa paterna (funzione 1), poi viene ripudiata e deve abbandonare il focolare del marito, come fanno gli eroi delle fiabe che devono uscire all'esterno dal loro ambito domestico per risolvere i loro problemi (funzione 11). Ovvero: l'ennesima prova corrisponde all'abbandono della casa da sposa di Griselda e della posizione da lei raggiunta. Sorge la  domanda: qual è la vera casa di Griselda? Quella del padre o quella del marito?

3) La funzione 20 vede il "ritorno dell'eroe". Nella funzione 23 ("ritorno a casa in incognito") l'eroe torna a casa sotto mentite spoglie, per non farsi riconoscere e potere operare quanto necessario alla sua vittoria, indisturbato (pensate a Pelle d'asino). Ora, Griselda torna al castello a preparare la cerimonia del falso matrimonio di suo marito, vestita poveramente: sorge allora il dubbio, parallelo a quello sulla sua casa: qual è il vero abito di Griselda? Quello da povera o quello da marchesana? E' possibile che lei "si camuffi" rivestendo il misero camicione da popolana?

4) Nelle "pretese infondate" (24), un "falso eroe" cerca di prendere il posto del protagonista. Vi rendete conto che qui, il "falso eroe" è...la figlia della stessa Griselda? E il tutto è orchestrato da Gualtieri?

5) Se noi seguiamo il principio che il marito Gualtieri è il "cattivo", allora il matrimonio diventa un "raggiro" (funzione 6), che vede Griselda involontariamente "connivente" (7), i due sposi sono in "lotta", come eroe e antagonista (16), e Gualtieri è pure l'antagonista che viene vinto (18) e smascherato pubblicamente (28), mentre Griselda deve salvarsi dalla persecuzione del suo proprio marito! (22)

6) Di solito, nelle fiabe, l'eroe vien trasferito in un luogo dove affronterà la prova che lo salverà (15), o gli viene fornito un oggetto magico che lo aiuta a vincere (14). Se ci pensiamo, qui, il luogo del trasferimento è la misera casa paterna, dove Griselda deve tornare dopo il ripudio (che è una prova); l'oggetto magico invece è...la sua pazienza incredibile.

7) Allora emerge una verità  indiscussa: la nobiltà d'animo di Griselda (la "magnificenza" che è l'argomento delle novelle di Boccaccio della X giornata) la situa a ragione non a casa del pecoraio, ma nel castello. Quando lei vi torna abbigliata poveramente, è come se vi ritornasse in incognito, per superare la sua ultima prova. Infine, difatti, lei recupera il suo stato di marchesana, che esprime la sua vera natura, e appare per quel che è ("trasfigurazione", 29).

Vedete però con che ambiguità ha giocato Boccaccio? E' come se facesse rivestire a varie funzioni un duplice ruolo. E', ripeto, come se ci avesse messo davanti un rompicapo: e la soluzione dell'enigma è quanto mai ricca e affascinante....(continua).


                            Scene del Decamerone in una  pala di Giovanni Toscani


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