mercoledì 30 marzo 2016

Una voce misteriosa dentro al cuore. Parte 2


Una voce misteriosa nel cuore. Parte 2

Pensavo di avere concluso la serie, ma ho trovato altro materiale, molto interessante.

                                                                                                                       Va, va fille de Dieu, va!
1425, Domrémy, zona dei Vosgi, Francia. Un'adolescente di appena 13 anni, Giovanna, inizia a udire delle voci che si identificano rispettivamente come S.Michele, S.Margherita e S.Caterina (le ultime due sono martiri cristiane e vergini dei primi secoli). Per alcuni anni, le "voci", accompagnate però anche da una luce e da visioni degli stessi santi, guidano Giovanna nel compimento di una missione eccezionale: liberare la Francia dagl'Inglesi e, sostanzialmente, condurre a termine la famigerata Guerra dei Cent'anni. Il 30 maggio del 1431, ora diciannovenne, dopo una lunga e straziante prigionia, comprensiva anche di tortura, Giovanna d'Arco muore bruciata come strega, dopo un processo farsa, voluto dalla regia occulta degl'Inglesi, ma organizzato concretamente dall'Università di Parigi (allora il faro della teologia occidentale!) e dal capitolo di Rouen.


La storia di Giovanna d'Arco ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro e ci si è chiesti anche quale fosse la provenienza di queste voci. Anatole France, nella sua Vita di Giovanna d'Arco del 1908, demolì la Pulzella d'Orléans, descrivendola come una vittima di allucinazioni isteriche, una "beghina allucinata". La sua posizione nasce però da un forte pregiudizio e da motivazioni politiche: S.Giovanna d'Arco era un mito per il nazionalismo francese, almeno per quello conservatore cattolico, e France, erede della tradizione rivoluzionaria e schierato su posizioni opposte, intendeva screditare un personaggio scomodo. Ma la vicenda di Giovanna è stata accuratamente studiata e tutto ella sembra secondo vari clinici (tra cui George Dumas e Salomon Reinach), tranne che un'allucinata isterica: nella sua breve vita, la giovane dà prova di fedeltà ai suoi principi, eroismo, amore per tutti, nemici compresi, equilibrio, umiltà, lucida consapevolezza, competenza strategica impensabile per una giovinetta della sua età (e che la porta alla vittoria nell'assedio di Orléans o nella battaglia di Patay) e, soprattutto, dell'intelligenza fuori dal comune con cui mette in crisi i suoi accusatori. I capi d'accusa, al confronto, sono vaniloqui colmi di insulti gratuiti.

Qualche studioso (l'Inglese J.Butterfield) ha persino ipotizzato che le allucinazioni fossero dovute a un'affezione da tubercolosi (specie cerebrale), poiché, in prigione, Giovanna soffriva di reni, un sintomo compatibile con la tisi; ma Giovanna fu torturata, spiegazione più che sufficiente ai suoi problemi di salute. Quella della tubercolosi è quindi un'ipotesi che nulla suffraga. Del resto, già i suoi giudici del 1431 si erano appellati alle allucinazioni: all'epoca l'isteria era collegata ad allucinazioni unilaterali, che però venivano pure associate a una emianestesia sul lato da cui si percepiva l'allucinazione. Inutile dire che, in tutto l'incartamento su Giovanna non v'è alcuna traccia di questi sintomi. R.Mangani, di cui sto seguendo lo studio, collega le allucinazioni a stati depressivi paranoidei, di cui, pure, non v'è traccia nel comportamento della Pulzella, calmo, coerente, razionale (anche perché, voglio vedere come avrebbe fatto a guadagnarsi la fiducia delle truppe, se lei non fosse stata così!). E' serena, dignitosa persino poco prima di morire sul rogo e rimane sempre fedele alla sua coscienza, alla consapevolezza che le "voci" venivano da Dio: perché su quello fu giudicata e per quello i giudici la condannarono come strega: per le "voci". E lei rispose loro: Prenez garde!, cioè: fate attenzione a come giudicate; potreste sbagliare, negando il soprannaturale e, così, rovinarvi. Quando penso che aveva l'età di alcuni miei allievi...



Giovanna compie una missione eccezionale in un momento devastante per la Francia, divisa da una vera e propria guerra civile e saccheggiata dal nemico, praticamente al collasso. In Giovanna d'Arco, poi santificata da Benedetto XV nel 1920, il fenomeno delle "voci" (associate però anche a visioni) raggiunge livelli ben lontani dal nostro quotidiano: è però un esempio eccezionale di voci che guidano in una missione o a livello di vocazione, caratteristica del resto molto frequente di queste locuzioni interiori. Si tratta comunque di missioni che richiedono un'ottima testa sulle spalle. E Giovanna d'Arco ne aveva una fuori dal comune.

Mangani, nel suo studio, offre una definizione eccellente delle "voci" di cui ho parlato in queste pagine: Il soggetto percepisce la "voce" come una energia che lo compenetra, lo pervade al punto da conferirgli l'esatta sensazione di ciò che la "voce" vuole e intende dire. Sono dialoghi completi e frasi di senso compiuto (op.cit., cit. p.9). L'autore aggiunge che chi ode queste voci dà prova di cognizioni al di là della sua portata; l'allucinato, invece, crede di avere udito qualcosa con le orecchie, ma le sue false premonizioni non hanno riscontri reali (e sono, di norma, angosciose). Tuttavia esistono anche casi in cui entra in gioco l'udito; e vorrei chiudere questo studio con una storia molto bella, che ha fatto il giro degli Stati Uniti l'anno scorso, il 6 marzo 2015.


                                            Lily con sua mamma

Siamo in Utah, a Spanish Fork, lungo una highway lontana dal centro abitato. Verso le 10.30 di sera, un'auto con, a bordo, una giovane mamma venticinquenne e la sua bambina neonata, esce fuori strada e si ribalta in un torrente dalle acque gelate. La Dodge rossa viene avvistata e soccorsa dallo sceriffo e dai suoi uomini, 4 in tutto, più 3 pompieri, solo 14 ore dopo, quindi nella tarda mattinata del giorno seguente, verso le 12.30. Quando gli uomini, vedendo qualcuno dentro l'abitacolo, si gettano nell'acqua senza riflettere, odono tutti una voce di donna, ben distinta, che grida: Help me, we're in here!. Quando però, con grande fatica, riescono a girare la macchina nell'acqua gelata e a soccorrere le vittime, trovano dentro, la madre, Jennifer Groesbeck, morta ormai da ore, mentre la piccola Lily, 18 mesi, è ancora viva. I soccorritori (che sono rimasti nell'acqua gelata per una ventina di minuti, con l'acqua fino al collo, e hanno dovuto essere curati poi per ipotermia) non se lo spiegano: ma hanno sentito tutti, distintamente. La voce li ha spinti ad agire in fretta, all'idea che ci fossero dei sopravvissuti nell'abitacolo. Difatti: c'era la piccola Lily. Chi parlava, secondo voi?


Bibliografia
Per la storia di Giovanna d'Arco, si leggano i libri di Régine Pernoud; cfr. anche il sito:
http://www.stejeannedarc.net/
R.Mangani, Giovanna d'Arco e il mistero delle "Voci", Roma, Studium Christi.

Inserisco qui i links agli articoli sui fatti di Spanish Fork (con video):
http://www.nydailynews.com/news/national/mysterious-voice-leads-police-baby-car-crash-article-1.2142732
http://www.ksl.com/index.php?sid=33747089&nid=148&title=rescuers-recall-distinct-voice-that-spurred-them-to-rescue-trapped-toddler&fm=home_page&s_cid=topstory

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