Scuola da ridere 1
A scuola si ride, e molto.
Racconto qui alcuni aneddoti, di ora e del passato, capitati a me e ai miei
studenti. In fin dei conti è un bene: si ricorda meglio ciò di cui si ride....
· Era l'anno in cui insegnavo a Firenze, in una
prima. La letteratura di prima è proprio all'acqua di rose: si studiano quei
dati minimi sulla comunicazione (la comunicazione avviene tra un emittente e un
destinatario, ha come oggetto un messaggio, redatto in un codice particolare,
ecc. ecc.), cose abbastanza inutili e che i ragazzi finiscono per dimenticare
alla svelta. Un giorno stavo spiegando, quando colsi in flagrante, e più volte,
due giovanotti che chiacchieravano con accanimento. A un certo punto, all'ennesimo
richiamo (del genere: "Volete anche il tè con i biscotti, per essere più
comodi?") uno dei due mi rispose, con un sorrisone: - Vede, prof, noi
stiamo mettendo in pratica la teoria della comunicazione: io sono l'emittente,
lui è il destinatario.
Che cosa si può
rispondere a una replica del genere? No
comment. E no comment fu.
· Stessa classe, interrogazione di Storia. Io,
notando che, a proposito dei Persiani, il soggetto interrogato mostrava un'idea
molto vaga sulla geografia antica, gli chiedo: - Scusa, ma, secondo te, la
Persia dov'è?
Risposta pronta:
- In Africa!
· Come spiego io la Divina Commedia? I lettori del mio blog esterni alla scuola penseranno,
sulla base dei seriosi studi qui pubblicati, che le mie lezioni siano da cattedratico:
in realtà, spesso sono molto terra terra (ma molto terra terra). Lezione sul canto
XV dell'Inferno, quello dedicato a
bestemmiatori e sodomiti, che vagano o rimangono bloccati in un deserto, il
"sabbione", sotto la pioggia di fuoco, come avviene nella Bibbia alle
città di Sodoma e Gomorra: è un canto che provoca in un insegnante sempre una
certa inquietudine (come ha fatto Dante a infilare qua dentro proprio il suo
professore, Brunetto Latini? E - pensiero che si affaccia sempre
nell'anticamera del cervello di un docente di Lettere mentre spiega questo
canto - se tra i miei allievi ci fosse un novello Dante? In che girone
infernale andrò a finire???). Bene, Dante, essendo vivo, non può
sbruciacchiarsi sotto la pioggia infernale: quindi, cammina con la sua guida
Virgilio sull'argine del fiume Flegetonte (il fiume infernale del girone, un
fiume di sangue bollente), al riparo della nuvola di vapore formata dal fiume. Chi ha visto Frozen, si ricorderà che il pupazzo di neve Olaf gira con una sua
nuvoletta personale, per evitare di squagliarsi: quindi, quando io spiego la
geografia del girone (quest'anno in 3O e 3M), non manco di sottolineare che Dante cammina
sull'argine e deve il suo riparo all'"effetto Olaf"...
Nessun commento:
Posta un commento