martedì 29 marzo 2016

La confessione di John (dal mio romanzo "I bimbi di ieri")


          La confessione di John

          John ha appena perso l'ennesimo appello e l'esecuzione si avvicina per lui pericolosamente.
          E' affranto e preoccupato per Ada. Qui incontra il cappellano del carcere, padre Brendan, che
          gli parla di Misericordia e Amore: qualcosa che, per i detenuti come lui, non esiste più.

Padre Brendan, dopo il colloquio con Ada, provava la sollecitudine di parlare anche con John. Il martedì doveva compiere la sua visita abituale a Raiford per le confessioni e, nel passare dall'edificio 5, dove il giovane era stato ora spostato, fu ben contento quando, all'estremità del corridoio, ne intravide l'alta figura nella penombra dietro le sbarre. Faceva un caldo asfissiante e John, non prevedendo la venuta del confessore, era in boxers. Quando scorse in corridoio la tonaca svolazzante del sacerdote e la stola viola, parve genuinamente sorpreso e si affrettò ad assicurare:


- Aspetti, padre! Mi rivesto subito! - Si infilò degli shorts e la prima maglia bianca che gli capitò a tiro, quindi si avvicinò alle sbarre.

- Scusi, padre, ma fa un caldo tale qua dentro...Si soffoca. Non posso farne a meno.

Brendan annuì comprensivo: - Sapessi me con la tonaca nera!

- Potrebbe mettersi il clergyman, però - osservò il giovane.

- A dire il vero, la tonaca mi pare più leggera...Quasi quasi ti imiterei, ma dopo, chissà cosa direbbe il vescovo! - e sbuffò. John represse un mezzo sorriso.

- Vuoi confessarti? - Per tutta risposta, John assunse un atteggiamento più concentrato e si inginocchiò sul duro impiantito di cemento, mentre il padre si sedeva sullo sgabello che si portava dietro. Il sacerdote, per un attimo, ebbe l'impressione di aver visto ben poche volte, all'esterno del carcere, qualcuno pronto a inginocchiarsi così, immediatamente e senza fiatare, sul nudo cemento per confessarsi. Forse ciò accadeva solo nei luoghi di pellegrinaggio, pensò.

- In the name of the Father, of the Son and of the Holy Spirit...-

- Amen.

John amava molto la confessione. Da ragazzo, quando sua madre Grace se lo portava dietro per la prima Messa domenicale e lo affidava al bonario confessionale del parroco, aveva faticato a capire il senso di quel rituale, per cui, a suo avviso, doveva ripetere sempre le stesse cose; poi, durante l'adolescenza, se ne era allontanato, temendo di ricevere rimproveri ancora più aspri di quelli che già subiva a casa. Ma da quando era nel braccio della morte, anche da prima che conoscesse Ada, la confessione si era trasformata per lui con sorpresa in un sollievo. All'inizio, quando il sacerdote era comparso le prime volte davanti alla sua cella, lui si era sentito quasi in dovere di confessarsi: anni di imprinting materno non erano passati invano. Con le prime assoluzioni, aveva però scoperto con meraviglia che non veniva rimproverato, anzi. Certo, il cappellano era normalmente comprensivo e benevolo; ma non si trattava solo di quello. La confessione costituiva, per John, un'occasione unica per deporre i propri pesi insostenibili, per sperimentare che essi potevano essere effettivamente nominati, gestiti senza emozioni negative e, infine, tolti dalle sue spalle grazie all'amore e al perdono. A parte Ada, la confessione rappresentava per lui l'unica occasione di sapersi perdonato.
 
 
- Dimmi - esordì il sacerdote.

John trasse un profondo sospiro. - Ho perso un altro appello e ho provato dei momenti di collera...di forte collera...Forse, anzi, senza forse, anche di odio...Padre, non voglio scusarmi in anticipo, ma qui l'odio è palpabile ad ogni momento e ci si attacca alla pelle...

- Odio contro chi?

- Contro gli altri detenuti, contro chi mi ha messo qua dentro, contro il sistema, contro tutto...Anche e soprattutto contro me stesso...

- Non è detto che sia odio - osservò magnanimo il padre - e anche se fosse ira, essa è, entro certi limiti, un'emozione normale. L'odio è ben diverso da un'emozione: è una volontà di male contro gli altri. Le emozioni negative, invece, sono naturali, spontanee, spesso insopprimibili, specie se siamo vittime di altri: l'importante è cercare di gestirle.

- Non lo so, Padre. Mi sorprendono spesso dei pensieri tremendi sugli altri...E anche delle critiche...Sono duro, intransigente...Ultimamente ho pregato poco. Forse è anche per questo che non sono riuscito a far fronte alle mie emozioni negative, come dice lei.

- Come mai?

- Non so...Non ne avevo voglia...Ultimamente, non ho neanche più letto la mia solita pagina di Bibbia. Era come se parlassi da solo. Alle volte, qua dentro, faccio persino fatica a credere che Dio esista.

Quelle parole ebbero il potere di distrarre Brendan per un attimo e di trasportarlo molto lontano da lì, indietro nel tempo: più di vent'anni prima, a Savannah, nella cattedrale, in cui un ragazzino biondo e dagli svegli occhi azzurri raggiungeva l'officiante dondolando l'incensiere e lasciandone sviluppare ampie volute di fumo; si divertiva visibilmente un mondo a dondolare il turibolo, a tal punto che il prete, dalla sua stazione immobile dietro l'altare, lo sogguardava in tralice, facendogli capire di piantarla una buona volta. E ora, eccolo qui, quel ragazzino biondo: fattosi uomo, era inginocchiato davanti a lui, oltre le sbarre di una cella. Al padre si strinse il cuore, come avviene a ogni educatore che veda soffrire o andare alla deriva i propri ragazzi. E davanti a questo dolore, si sentì, pure lui, solo. Abbandonato. Anche da Dio.

- Anche il Cristo si sentì solo la notte nel Gethsemani - ripeté, forse più a se stesso, che a John. Il giovane non reagì, come se non fosse convinto dall'analogia. Poi proseguì:

- E poi sono in torto con Ada. Ormai sento che non è giusto che io la trattenga con un legame affettivo: in queste condizioni...

- Lei ti ama, però - obiettò il prete. John scosse la testa con sconforto.

- Ormai non so più se sia bene o male continuare la nostra storia d'amore. Quando ci siamo conosciuti, ero all'inizio dei miei appelli e contavo ancora su di una svolta: il suo amore per me era la vita e mi sembrava così naturale seguirlo...Impedirsi di amarla sarebbe stato come smettere di respirare o chiudersi gli occhi alla luce; e io sognavo di farla felice. Ma ora...ora è diverso. Ada vorrebbe dei bambini e io, in questa condizione, non posso darglieli. Sono un albero secco.
 
                                     

Brendan scosse la testa con energia, in segno di diniego, ma John continuò. - Vive da sola e avrebbe bisogno di un uomo accanto che la protegga: e io sono qua dentro. Non sono buono a niente. Sono sicuro che lei sminuisca i pericoli del suo mestiere per non farmi preoccupare oltre misura. Ma io mi preoccupo. Jacksonville è una brutta città, è pericolosa, e io la sera, quando mi sdraio sulla branda, mi chiedo: che cosa farà? Sarà al sicuro? Chi veglierà su di lei?

Un silenzio. John poteva udire il debole fruscio della musica proveniente dagli auricolari di Tobias ed ebbe un pensiero di gratitudine per il compagno: in passato, nutriva spesso l'impressione, se non la certezza, che le sue confessioni venissero ascoltate con curiosità dalle celle vicine e si sentiva a disagio. La sua nuova postazione era migliore e Tobias dotato della discrezione delle anime sensibili e rispettose. La voce di padre Brendan lo riscosse.

- John, tu credi che il vostro amore sia opera vostra o che Qualcun altro vi abbia fatti incontrare?

La reazione di John fu di passiva mestizia. - Non lo so più.

- Ricordati che tu non sei l'unico a decidere. Dio ha la sua parte e Ada il suo posto in questo cammino. Non mi risulta che tu l'abbia costretta ad amarti.

- Ho provato a celare i miei sentimenti per mesi, ma non ci riuscivo....Magari, se avessi taciuto...

- John, hai mai provato a perdonarti?

Il giovane sollevò il volto in direzione del confessore e lo fissò con le sue iridi azzurre. Pareva perplesso, attonito.

- Dio perdona al mondo tutte le mattine, John: ci perdona tutti, quando fa sorgere il suo sole sui buoni e sui malvagi; ci perdona, quando l'aurora cosparge la terra di rugiada; ma ci perdona tutti anche la sera, quando è passata un'altra giornata e, al posto di quella purissima rugiada, la luna trova, col suo chiarore, le scorie del male commesso nelle ore precedenti...Noi dobbiamo solo chiedere quel perdono.

- E se non lo meritassimo?...

- Nessuno merita il perdono, John: non ha prezzo, perché Dio non lo mercanteggerebbe mai.

Il giovane tacque, senza sapere che rispondere.

- Chiedigli perdono, John: tutte le mattine. Tutte le sere. Forse non hai molto da farti perdonare, ma hai bisogno del Suo perdono per vivere: come la terra ha bisogno della rugiada e del sole. E ricevi da Lui l'amore di Ada: è un dono Suo. Forse, un giorno, quando ti sarai davvero perdonato, ne sarai convinto fino in fondo; ma, per adesso, accettalo. Lasciati amare, John: lasciati amare. Tu progredirai a misura di quanto ti lascerai amare...
 
 

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