La confessione di John
John ha appena perso l'ennesimo appello e l'esecuzione si avvicina per lui pericolosamente.
E' affranto e preoccupato per Ada. Qui incontra il cappellano del carcere, padre Brendan, che
gli parla di Misericordia e Amore: qualcosa che, per i detenuti come lui, non esiste più.
Padre
Brendan, dopo il colloquio con Ada, provava la sollecitudine di parlare anche
con John. Il martedì doveva compiere la sua visita abituale a Raiford per le
confessioni e, nel passare dall'edificio 5, dove il giovane era stato ora
spostato, fu ben contento quando, all'estremità del corridoio, ne intravide
l'alta figura nella penombra dietro le sbarre. Faceva un caldo asfissiante e
John, non prevedendo la venuta del confessore, era in boxers. Quando scorse in corridoio la tonaca svolazzante del
sacerdote e la stola viola, parve genuinamente sorpreso e si affrettò ad
assicurare:
-
Aspetti, padre! Mi rivesto subito! - Si infilò degli shorts e la prima maglia bianca che gli capitò a tiro, quindi si
avvicinò alle sbarre.
-
Scusi, padre, ma fa un caldo tale qua dentro...Si soffoca. Non posso farne a
meno.
Brendan
annuì comprensivo: - Sapessi me con la tonaca nera!
-
Potrebbe mettersi il clergyman, però
- osservò il giovane.
-
A dire il vero, la tonaca mi pare più leggera...Quasi quasi ti imiterei, ma
dopo, chissà cosa direbbe il vescovo! - e sbuffò. John represse un mezzo
sorriso.
-
Vuoi confessarti? - Per tutta risposta, John assunse un atteggiamento più
concentrato e si inginocchiò sul duro impiantito di cemento, mentre il padre si
sedeva sullo sgabello che si portava dietro. Il sacerdote, per un attimo, ebbe
l'impressione di aver visto ben poche volte, all'esterno del carcere, qualcuno
pronto a inginocchiarsi così, immediatamente e senza fiatare, sul nudo cemento
per confessarsi. Forse ciò accadeva solo nei luoghi di pellegrinaggio, pensò.
- In the name of the Father, of the Son and of
the Holy Spirit...-
- Amen.
John
amava molto la confessione. Da ragazzo, quando sua madre Grace se lo portava
dietro per la prima Messa domenicale e lo affidava al bonario confessionale del
parroco, aveva faticato a capire il senso di quel rituale, per cui, a suo
avviso, doveva ripetere sempre le stesse cose; poi, durante l'adolescenza, se
ne era allontanato, temendo di ricevere rimproveri ancora più aspri di quelli
che già subiva a casa. Ma da quando era nel braccio della morte, anche da prima
che conoscesse Ada, la confessione si era trasformata per lui con sorpresa in
un sollievo. All'inizio, quando il sacerdote era comparso le prime volte
davanti alla sua cella, lui si era sentito quasi in dovere di confessarsi: anni
di imprinting materno non erano
passati invano. Con le prime assoluzioni, aveva però scoperto con meraviglia
che non veniva rimproverato, anzi. Certo, il cappellano era normalmente
comprensivo e benevolo; ma non si trattava solo di quello. La confessione
costituiva, per John, un'occasione unica per deporre i propri pesi insostenibili,
per sperimentare che essi potevano essere effettivamente nominati, gestiti
senza emozioni negative e, infine, tolti dalle sue spalle grazie all'amore e al
perdono. A parte Ada, la confessione rappresentava per lui l'unica occasione di
sapersi perdonato.
-
Dimmi - esordì il sacerdote.
John
trasse un profondo sospiro. - Ho perso un altro appello e ho provato dei
momenti di collera...di forte collera...Forse, anzi, senza forse, anche di
odio...Padre, non voglio scusarmi in anticipo, ma qui l'odio è palpabile ad
ogni momento e ci si attacca alla pelle...
-
Odio contro chi?
-
Contro gli altri detenuti, contro chi mi ha messo qua dentro, contro il
sistema, contro tutto...Anche e soprattutto contro me stesso...
-
Non è detto che sia odio - osservò magnanimo il padre - e anche se fosse ira,
essa è, entro certi limiti, un'emozione normale. L'odio è ben diverso da
un'emozione: è una volontà di male contro gli altri. Le emozioni negative,
invece, sono naturali, spontanee, spesso insopprimibili, specie se siamo vittime
di altri: l'importante è cercare di gestirle.
-
Non lo so, Padre. Mi sorprendono spesso dei pensieri tremendi sugli altri...E
anche delle critiche...Sono duro, intransigente...Ultimamente ho pregato poco.
Forse è anche per questo che non sono riuscito a far fronte alle mie emozioni
negative, come dice lei.
-
Come mai?
-
Non so...Non ne avevo voglia...Ultimamente, non ho neanche più letto la mia
solita pagina di Bibbia. Era come se parlassi da solo. Alle volte, qua dentro,
faccio persino fatica a credere che Dio esista.
Quelle
parole ebbero il potere di distrarre Brendan per un attimo e di trasportarlo
molto lontano da lì, indietro nel tempo: più di vent'anni prima, a Savannah, nella
cattedrale, in cui un ragazzino biondo e dagli svegli occhi azzurri raggiungeva
l'officiante dondolando l'incensiere e lasciandone sviluppare ampie volute di
fumo; si divertiva visibilmente un mondo a dondolare il turibolo, a tal punto
che il prete, dalla sua stazione immobile dietro l'altare, lo sogguardava in tralice,
facendogli capire di piantarla una buona volta. E ora, eccolo qui, quel
ragazzino biondo: fattosi uomo, era inginocchiato davanti a lui, oltre le
sbarre di una cella. Al padre si strinse il cuore, come avviene a ogni
educatore che veda soffrire o andare alla deriva i propri ragazzi. E davanti a
questo dolore, si sentì, pure lui, solo. Abbandonato. Anche da Dio.
-
Anche il Cristo si sentì solo la notte nel Gethsemani - ripeté, forse più a se
stesso, che a John. Il giovane non reagì, come se non fosse convinto
dall'analogia. Poi proseguì:
-
E poi sono in torto con Ada. Ormai sento che non è giusto che io la trattenga
con un legame affettivo: in queste condizioni...
-
Lei ti ama, però - obiettò il prete. John scosse la testa con sconforto.
-
Ormai non so più se sia bene o male continuare la nostra storia d'amore. Quando
ci siamo conosciuti, ero all'inizio dei miei appelli e contavo ancora su di una
svolta: il suo amore per me era la vita e mi sembrava così naturale
seguirlo...Impedirsi di amarla sarebbe stato come smettere di respirare o
chiudersi gli occhi alla luce; e io sognavo di farla felice. Ma ora...ora è
diverso. Ada vorrebbe dei bambini e io, in questa condizione, non posso darglieli.
Sono un albero secco.
Brendan
scosse la testa con energia, in segno di diniego, ma John continuò. - Vive da
sola e avrebbe bisogno di un uomo accanto che la protegga: e io sono qua
dentro. Non sono buono a niente. Sono sicuro che lei sminuisca i pericoli del
suo mestiere per non farmi preoccupare oltre misura. Ma io mi preoccupo.
Jacksonville è una brutta città, è pericolosa, e io la sera, quando mi sdraio
sulla branda, mi chiedo: che cosa farà? Sarà al sicuro? Chi veglierà su di lei?
Un
silenzio. John poteva udire il debole fruscio della musica proveniente dagli auricolari
di Tobias ed ebbe un pensiero di gratitudine per il compagno: in passato,
nutriva spesso l'impressione, se non la certezza, che le sue confessioni
venissero ascoltate con curiosità dalle celle vicine e si sentiva a disagio. La
sua nuova postazione era migliore e Tobias dotato della discrezione delle anime
sensibili e rispettose. La voce di padre Brendan lo riscosse.
-
John, tu credi che il vostro amore sia opera vostra o che Qualcun altro vi
abbia fatti incontrare?
La
reazione di John fu di passiva mestizia. - Non lo so più.
-
Ricordati che tu non sei l'unico a decidere. Dio ha la sua parte e Ada il suo
posto in questo cammino. Non mi risulta che tu l'abbia costretta ad amarti.
-
Ho provato a celare i miei sentimenti per mesi, ma non ci riuscivo....Magari,
se avessi taciuto...
-
John, hai mai provato a perdonarti?
Il
giovane sollevò il volto in direzione del confessore e lo fissò con le sue
iridi azzurre. Pareva perplesso, attonito.
-
Dio perdona al mondo tutte le mattine, John: ci perdona tutti, quando fa
sorgere il suo sole sui buoni e sui malvagi; ci perdona, quando l'aurora
cosparge la terra di rugiada; ma ci perdona tutti anche la sera, quando è
passata un'altra giornata e, al posto di quella purissima rugiada, la luna
trova, col suo chiarore, le scorie del male commesso nelle ore precedenti...Noi
dobbiamo solo chiedere quel perdono.
-
E se non lo meritassimo?...
-
Nessuno merita il perdono, John: non ha prezzo, perché Dio non lo
mercanteggerebbe mai.
Il
giovane tacque, senza sapere che rispondere.
-
Chiedigli perdono, John: tutte le mattine. Tutte le sere. Forse non hai molto
da farti perdonare, ma hai bisogno del Suo perdono per vivere: come la terra ha
bisogno della rugiada e del sole. E ricevi da Lui l'amore di Ada: è un dono
Suo. Forse, un giorno, quando ti sarai davvero perdonato, ne sarai convinto
fino in fondo; ma, per adesso, accettalo. Lasciati amare, John: lasciati amare.
Tu progredirai a misura di quanto ti lascerai amare...
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