lunedì 7 agosto 2017

Pienza


Pienza

Vorreste trovarvi in un sogno rinascimentale? In un'atmosfera senza tempo, incantata, tra un paesaggio che ha i colori dei maestri del Quattrocento toscano e le pietre di un sogno architettonico ispirato all'armonia e alla bellezza?


Allora potete andare a Pienza, piccolo comune in provincia di Siena, che deve il suo nome e la sua bellezza al suo cittadino più illustre: Enea Silvio Piccolomini, papa col nome di Pio II tra 1458 e 1462. Anticamente, infatti, il borgo si chiamava Corsignano ed era un piccolo centro della Val d'Orcia; ma il nuovo papa, passandovi subito dopo l'elezione, si rese conto del degrado in cui versava; perciò ne affidò il restauro all'architetto Bernardo Rossellino, amico di Leon Battista Alberti e che aveva lavorato a un progetto di ristrutturazione dell'antica basilica di S.Pietro.


                                                             Palazzo Piccolomini

Sorse così una piccola "città ideale", come quella che tanti architetti, artisti e umanisti sognavano nel Quattrocento: sulla piazza principale, piazza Pio II, che è a trapezio (per farla apparire più grande), si fronteggiano l'armoniosa cattedrale, con la facciata bianca, simile a un tempio antico, il Palazzo Comunale, il Palazzo Vescovile (o Borgia) e il Palazzo Piccolomini, ispirato al capolavoro di Alberti, Palazzo Rucellai a Firenze. Il progetto evolveva sempre più verso l'ideale: quell'armonia ricercata ansiosamente dal papa umanista nelle carte dei classici latini e greci, riecheggiata dalle linee sinuose del paesaggio senese, dai suoi colori caldi, sotto un cielo di smalto, dalle linee pure e razionali delle costruzioni di Rossellino.


Ma nel 1462, il papa umanista morì, senza essere riuscito a portare a termine tanti suoi progetti, come la crociata: e i lavori a Pienza, dove era stata portata a termine principalmente la piazza principale, si interruppero. Come in una fiaba, dal rumore vivace dei cantieri in fermento, si passò al silenzio trasognato della campagna toscana, sospeso nell'atmosfera immortale dei capolavori: e così, Pienza scivolò nella quiete della bellezza ideale, come se la morte del suo mecenate l'avesse condotta fuori dal tempo e cristallizzata in quell'armonia eterna che Pio II aveva sognato per lei.


Palazzo Borgia (Vescovile)

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