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mercoledì 23 agosto 2017
Il Titanic dei nazisti - The Nazi Titanic
Il Titanic dei nazisti
Sapevate che anche i nazisti progettavano un kolossal sull'affondamento del Titanic? E che per girarlo impiegarono un transatlantico di lusso fabbricato in gara col vero Titanic? E che, alla fine della guerra, questo transatlantico di lusso divenne, tragicamente, un lager galleggiante?
La Cap Arcona
Questa è la storia incredibile raccontata dal professore e saggista statunitense Robert P.Watson nel suo bel libro Il Titanic dei nazisti (apparso in inglese l'anno scorso col titolo The Nazi Titanic. The Incredible Untold Story of a Doomed Ship in World War II), edito in Italia da Giunti. E' la storia della Cap Arcona (così chiamata dal nome di un promontorio della costa amburghese), varata dalla Hamburg-Sud nel 1927 e divenuta la "Regina dell'Atlantico": il transatlantico era stato progettato con molta cura dai tecnici navali tedeschi, i quali avevano preso in considerazione proprio il naufragio del Titanic per non ripetere gli stessi errori; e, nel Primo Dopoguerra, la Cap Arcona fu assegnata alle rotte per l'Argentina.
Tristemente, con l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, rimase però alla fonda nella rada di Amburgo per le esercitazioni della Kriegsmarine. Ed ecco allora il primo colpo di scena: Goebbels (che era un patito di cinema) progettò agl'inizi della guerra un kolossal proprio a proposito del naufragio del Titanic; perché? Ma perché si trattava di una sconfitta inglese, che avrebbe dovuto, negl'intenti della propaganda del Terzo Reich, rivelare l'incompetenza, la superficialità e l'avidità della "Perfida Albione"; il protagonista era infatti un nobile, quanto fantomatico ufficiale tedesco, Petersen, mentre una pessima figura la faceva l'armatore della nave, Ismay, reo di avere anteposto il lucro alla sicurezza. E la Cap Arcona divenne il set del film.
La Cap Arcona in fiamme
Il progetto faraonico, cui Goebbels non lesinò i finanziamenti in epoca di razionamenti (!) fu portato avanti con l'aiuto e le comparse della Kriegsmarine e grazie al geniale, ma incontrollabile regista Herbert Selpin, tra mille difficoltà, rinvii e problemi organizzativi (tra l'altro, neanche lo sapessero, gli aeroplani della RAF resero molto complicate le riprese notturne). Senonché, Selpin, che era decisamente al di sopra delle righe e beveva come una spugna, finì per dare del somaro a un tenente colonnello e a gratificare equamente Wehrmacht, Luftwaffe e Kriegsmarine al gran completo con una lunga serie di attributi in cui compariva spesso la parola Scheisse. Il risultato fu l'arresto da parte della Gestapo: e il 1 agosto 1942, Selpin fu, chissà perché, trovato appeso alle sbarre della sua cella. Morto. Verosimilmente "suicidato".
Monumento ai bambini di Bullenhauser Damm
Il film La tragedia del Titanic uscì nelle sale, ma non in Germania, bensì nei paesi occupati: si era nel 1943 e Goebbels si rese conto che, più che propaganda anti-inglese, il suo kolossal stava diventando la metafora più efficace per il naufragio del Terzo Reich. Ma la vera e propria tragedia avvenne dopo. L'arrugginita e sempre più ingovernabile Cap Arcona divenne, assieme ad altre imbarcazioni alla fonda a Lubecca e a Nuestadt, la destinazione dell'atroce evacuazione e delle "marce della morte" del famigerato lager di Neuengamme, il principale della Germania settentrionale, sito presso Amburgo. Questa è la parte principale e più meritevole del libro: una lunga lista di crudeltà, spesso raccapriccianti, commesse dai nazisti che volevano cancellare ogni traccia dello sterminio. Un esempio: la storia dei bambini ebrei del sottocampo di Bullenhuser Damm, usati dal famigerato dott.Kurt Heissmeyer per esperimenti sadici col bacillo della tubercolosi e poi impiccati nella cantina di una scuola. Oppure, 1016 prigionieri del sottocampo di Mittelbau-Dora, durante la marcia della morte, vennero chiusi in un fienile, che poi le SS cosparsero di benzina e incendiarono: gli Americani giunsero solo il giorno dopo.
René Blieck, scrittore e avvocato belga, imprigionato
a Neuengamme dai nazisti e perito sulla Cap Arcona
La Cap Arcona, nonostante l'opposizione del suo meritevole capitano Bertram, fu stipata all'inverosimile di internati, quasi 5.000: senza servizi igienici, cibo e acqua, le vittime si ritrovarono in condizioni infernali, praticamente coperte di escrementi. Probabilmente, le SS intendevano far partire le navi e affondarle al largo, uccidendo tutti gli occupanti. Intanto, il diplomatico svedese Folke Bernadotte cercava di salvarne il più possibile con i suoi convogli della Croce Rossa. Ma la vicenda ebbe, purtroppo, un altro triste esito: il 3 maggio, gli aerei della RAF bombardarono la Cap Arcona e altre navi piene di prigionieri, pensando si trattasse di convogli militari con cui i nazisti progettavano di arroccarsi nella Norvegia ancora occupata. Migliaia di persone morirono intrappolate tra le fiamme o nelle acque gelide; nella baia di Lubecca, si continuarono a trovare cadaveri fino agli anni '70.
Il fienile di Gardenlegen, dove bruciarono 1016 persone
Ancor oggi, non si sa perché la RAF abbia commesso questo gravissimo errore: di certo, i documenti relativi sono secretati per 100 anni, fino al 2045. Pochissimi si salvarono e la tragedia della Cap Arcona è rimasta largamente dimenticata. Watson ha quindi il grande merito di avere condotto una ricerca seria con una larga documentazione (in cui però si sente la carenza di documenti tedeschi) per portare alla luce una vicenda importante e che ha ancora molto, troppo da insegnare. Il libro, scritto in modo scorrevole e accattivante, ha, è vero, delle pagine molto dure: ma questa è la memoria di quanto accadde sotto il nazismo. La gente ama molto il Diario di Anna Frank, ma quello è una testimonianza dell'Olocausto davvero indiretta: qui invece si capisce la logica assassina del nazismo, che aveva ridotto molti essere umani a subumani. E che, diabolicamente, divenne sempre più feroce, quanto più si avvicinava alla fine, in maniera stupidamente atroce.
The Nazi Titanic
Did you know that the Nazis planned a colossal movie about the sinking of the Titanic? And that they employed as a set a luxury transatlantic built in competition with the same Titanic? And that, at the end of the war, this luxury transatlantic tragically became a floating lager?
The transatlantic Cap Arcona
This is the incredible story told by US professor and essayist Robert P. Watson in his beautiful book The Nazi Titanic (published in English last year and entitled The Nazi Titanic. The Incredible Untold Story of a Doomed Ship in World War II), edited in Italy by Giunti. It is the story of the Cap Arcona (called according to the name of a promontory on the Hamburg coast), launched by Hamburg-South in 1927 and considered the "Queen of the Atlantic": the transatlantic was designed with great care by German naval technicians, who had taken into consideration the shipwreck of the Titanic to avoid the same mistakes; after the First World War, Cap Arcona was assigned to the routes to Argentina.
Sadly, with the advent of World War II, however, it remained in the mooring in Hambourg harbor for the Kriegsmarine exercises. And here's the first turn: Goebbels (who was a movie patron) planned a colossal movie about the Titanic shipwreck; why? Because it was an English defeat, which, according to the Third Reich's propaganda, should reveal English incompetence, superficiality, and greed. The protagonist was, in fact, a noble, as well as unreal German official, Petersen, while a poor figure was made by the shipowner, Ismay, who preferred gain to security measures. And the Cap Arcona became the movie set.
Monument to victims of the Cap Arcona
The pharaonic project, which Goebbels lavishly funded during the rationing (!) was carried out with the help and extras of the Kriegsmarine and thanks to the ingenious, but uncontrollable director Herbert Selpin, amongst many difficulties, delays and organizational problems (among other things, RAF airplanes unwillingly made night shots very complicated). But Selpin, who was definitely eccentric and drank like a sponge, ended up insulting a lieutenant colonel and equally gratifying the Wehrmacht, Luftwaffe, and Kriegsmarine with a long set of attributes in which the word Scheisse often appeared. The result was his arrest by the Gestapo: and on August 1, 1942, Selpin was, who knows why, was found hanging from the bars of his cell. Dead. Probably "suicided".
The film Titanic's tragedy was diffused, but not in Germany, however in the occupied countries: it was 1943 and Goebbels realized that his colossal was becoming, more than anti-English propaganda, the most effective metaphor for the wreckage of the Third Reich. But the real tragedy happened later. The rusty and increasingly ungovernable Cap Arcona became, along with other ships based in Lubeck and Neustadt, the destination for the evacuation and death marches from the infamous Neuengamme lager, the main one in northern Germany, located near Hamburg. This is the most deserving and important part of the book: a long list of cruel, often gruesome crimes, committed by the Nazis who wanted to erase every trace of the extermination. An example: the Jewish children from the subcamp of Bullenhuser Damm, used by the notorious Dr. Kurt Heissmeyer for sadistic experiments with the tuberculosis bacillus and then hung in the cave of a school. More, 1016 prisoners from the Mittelbau-Dora sub-camp, during their death march, were locked in a barn, which the SSs sprinkled with gasoline and ignited: the Americans only arrived the following day.
The Cap Arcona (scale model)
The Cap Arcona, in spite of its worthy captain Herbert Bertram's resistance, was crammed with an unbelievable number of prisoners, almost 5,000: without any toilets, food or water, the victims found themselves in hellish conditions, practically covered with excrements. The SS probably wanted to sink the ships off, killing all of their occupants. Meanwhile, Swedish diplomat Folke Bernadotte tried to save as many prisoners as possible by his Red Cross convoys. But the story, unfortunately, had another sad achievement: on May 3, RAF planes bombed the Cap Arcona and other ships full of prisoners, considering them as a military convoy directed by the Nazis to Norway. Thousands of people died trapped in the flames or in the cold waters; in the bay of Lübeck, corpses continued to be found up to the '70s.
René Blieck, Belgian writer, an attorney,
a prisoner in Neuengamme and perished on the Cap Arcona
Even today, we do not know why the RAF committed this very serious mistake: of course, the related documents are secreted for 100 years, until 2045. Very few prisoners survived and the Cap Arcona's tragedy remained largely forgotten. Watson, therefore, has the great credit for carrying out serious research with extensive documentation (however, we feel the lack of German documents) to bring to light an important story which has still much, too much to teach. The book, written in a captivating manner, has very hard pages, but this is the memory of what happened under Nazism. People love the Anna Frank's Diary, but that is a truly indirect testimony about the Holocaust: here, instead, we understand the murderous logic of Nazism, which reduced many human beings to subhumans. And, diabolically, it became increasingly harsher as it approached the end, in a stupidly atrocious way.
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