sabato 29 agosto 2020

Il turista (The tourist; F.Von Donnersmarck, 2010)


Il turista (The tourist)

Questo è divenuto poco per volta, nel corso degli anni, uno dei miei film preferiti e si addice perfettamente all'atmosfera di fine vacanze. A Parigi, Elise Clifton Ward (Angelina Jolie), elegantemente vestita, si reca, col suo passo da modella, a far colazione a un caffè dietro il Louvre, mentre la pedina una squadra di poliziotti francesi. Durante la colazione, un corriere le porta una busta che lei legge e, prontamente, brucia - per la disperazione dei poliziotti e del capo dell'operazione, il detective Acheson di Scotland Yard, collegato da Londra. Quindi lei si alza, depone sul tavolo 20 euro e si allontana su suoi tacchi, riuscendo a seminare tutta la squadra (non è che i poliziotti francesi facciano qui una grande figura...). La sua meta successiva è la mitica Gare de Lyon dove prende...eh sì, non prende un TGV francese, ma un Eurostar italiano! Direzione Venezia. Come ordinatole nella lettera, si siede presso un uomo qualsiasi, un innocuo - e imbranato - turista americano, Frank Tupelo (Johnny Depp). 

Lo scopo della donna è quello di farlo passare per il suo amante ricercato, il fantomatico Alexander Pearce, che resterà una primula rossa per tutto il film e ha derubato un gangster con contatti in Russia, Reginald Shaw, frodando, per di più, il fisco inglese. Ecco perché l'Interpol, Scotland Yard e le polizie di ben 14 paesi cercano Pearce, che ha sedotto la bella Elise ed è scomparso con il malloppo. Così, a Venezia, si intrecciano i fili della caccia all'uomo: da una parte il detective Acheson (Paul Bettany), gli agenti italiani dell'Interpol, la nostra Guardia di Finanza, i Carabinieri, insomma, tutti alla ricerca di Pearce per tramite di Elise; dall'altro Shaw con i suoi gorilla russi, che vuole indietro il maltolto e fargli la pelle; e, in mezzo, il povero Frank, estraneo alla vicenda, che sembra sempre più goffo e imbranato e a cui, per il fatto di essere al posto sbagliato, nel momento sbagliato, ne capitano di tutti i colori...

Il film è un thriller di classe, piuttosto sofisticato, con accenti di commedia, nella linea dei film dedicati alle rocambolesche avventure dei ladri gentiluomini attivi nel jet-set (mi ricorda molto la serie degli Ocean's 11, 12, 13...oppure The Italian Job). Il regista, Florian Von Donnersmarck, è arrivato alla regia di questa pellicola dopo una prima rinuncia e una lunga serie di ordini, contrordini e assegnazioni ad altri: infine il lavoro gli è stato affidato perché era appena assurto a celebrità mondiale grazie al bellissimo Le vite degli altri, Oscar per il miglior film straniero 2007. Di recente ha diretto un altro magnifico film sulla storia tedesca, Opera senza autore, del 2018. Vale la pena soffermarsi un attimo su questo regista, perché in pochi anni è diventato una delle figure più carismatiche della cinematografia, non solo europea: è un gigante di 2,05  metri, discendente di una casata aristocratica tedesca di conti, nipote dell'abate emerito di Heilingekreuz (dove ha scritto la sceneggiatura de Le vite degli altri) e quasi mio perfetto coetaneo, dato che è nato esattamente 2 giorni dopo di me (ovviamente, i rapporti tra me e lui finiscono qui). E' talmente degno di considerazione che l'Università di Leeds gli ha consacrato un convegno nel 2012 e anche se parecchi critici hanno liquidato The Tourist come un film non perfettamente riuscito, in realtà i suoi lavori, compreso questo, appaiono molto ricchi e stratificati su più livelli. Difatti, The Tourist è un divertissement di classe. 

Von Donnersmarck ha rifatto da cima a fondo la sceneggiatura, il che si nota anche perché vi sono inserite numerose frasi nelle lingue che lui conosce: a parte la base in Inglese, ci sono parti in Francese, in Russo e, ovviamente, in Italiano (Von Donnersmarck è anche docente di Russo). A mio avviso, a parte qualche incongruenza minore, la sceneggiatura è ben riuscita, perché progredisce per colpi di scena ben calcolati e appare compatta e ben costruita; le incongruenze minori consistono nel fatto che, lo vedrete, alcuni personaggi che funzionano da deus ex machina tendono a comparire dal nulla (vi chiedete come facciano ad essere lì). Tuttavia, è una buona sceneggiatura, con numerosi tocchi di humour che mi ricordano vagamente certe parti di Hitchcock. Ovviamente, un film del genere non offre molte chances alla recitazione: onestamente, per quanto sappiano fare il loro mestiere, i due protagonisti non mi convincono del tutto. 

Johnny Depp fa a meraviglia il ruolo del goffo Americano perennemente tra i piedi, però non si amalgama veramente alla chimica del resto del film (in effetti, come ha notato qualcuno, non c'è molto affiatamento tra lui e la Jolie). Quanto ad Angelina Jolie, è bellissima, fa piacere vederla, è sempre elegantissima (le sue parures e toilettes sono uno dei valori aggiunti della pellicola), però fa in sostanza la bella statuina dall'inizio alla fine del film e sembra che abbia ingoiato un manico di scopa. Continuo a pensare che i produttori avrebbero dovuto insistere con la prima scelta, Charlize Theron. Se volete vedere un po' di recitazione, dovete osservare i personaggi di contorno: a me non dispiace Bettany, il detective antipatico e che ha fatto della cattura di Pearce la sua ossessione, ma varie figure minori risultano davvero credibili nel loro piccolo, come Bruno Wolkowitch, che interpreta il capitano Courson, a capo della squadra francese, oppure i nostri attori italiani. 

Difatti, per noi Italiani il film è doppiamente godibile e non solo per Venezia e per l'Eurostar: infatti, sullo schermo compare una lunga serie di attori nostrani. Nell'ordine: Alessio Boni, a capo della squadra Interpol italiana, affiancato da Daniele Pecci e Giovanni Guidelli; alla reception del celeberrimo Hotel Danieli, dove scende Elise Ward, troviamo Neri Marcoré - che in una scena gustosa, duetta con Johnny Depp al telefono, senza capire che l'altro ha dei killers in camera; e si noti che, a differenza della versione italiana, nell'originale inglese Johnny Depp tenta un abborracciato spagnolo, come fanno veramente gli Statunitensi in visita da noi. Poi, al mercato della frutta di Venezia, nelle vesti (manco a dirlo) di carabiniere, troviamo Nino Frassica; quindi, come colonnello alla caserma, Christian de Sica; infine, ricordo il sarto di Shaw, il nostro Renato Scarpa (il maggiore Lohengrin dei servizi segreti nel Ladro di merendine, serie di Montalbano). Fra gl'Italiani, non posso dimenticare Bruno Bilotta, a capo della squadra dei tiratori scelti (forse il GIS), Maurizio Casagrande, come cameriere e, ovviamente, Raoul Bova, che compare in un cameo al ballo. Per completare la serie degli attori noti, sul lato inglese compaiono, come chief detective inspector di Scotland Yard nientemeno che Timothy Dalton (che fa una gran bella figura) e, nel ruolo di un altro misterioso turista, Rufus Sewell. Il cattivo, infine, il gangster Reginald Shaw è interpretato da quello che era già il cattivo all'epoca di 007 Operazione piovra, Steven Berkoff. 

A parte Berkoff, avrete notato che nel cast abbondano gli attori belli. In effetti, esorto le fanciulle tra il mio pubblico a fare la prova: non ho mai visto in un film una tale congerie di uomini belli, ma veramente belli (non le facce slavate e passive di certe copertine o gli efebi adolescenziali che vanno tanto di moda oggi, ma proprio uomini, prestanti e di aspetto deciso, virile). Ho citato Alessio Boni, Daniele Pecci, Giovanni Guidelli, Raoul Bova, ma anche Paul Bettany, Timothy Dalton, Rufus Sewell; ma anche i poliziotti francesi, per quanto inefficaci (!), non scherzano. Provate la scena iniziale sull'Eurostar: Elise attraversa i primi vagoni della classe business e incontra una lunga serie di professionisti molto attraenti. Ovviamente, la realtà sugli Eurostar è ben diversa - anche in classe business: qui alcuni anziani che parlano dei loro acciacchi, là una famiglia con dei bambini pestiferi, ancora più in là un gruppo di amiche che spettegola a voce alta, facendosi sentire da tutto il vagone...

La cosa colpisce, comunque, anche perché l'unica donna che compare nel film è la Jolie. Vabbé, fa piacere, così come tutto il lato sontuoso della pellicola: ho citato il Danieli e le mises della protagonista, ma sono molte le scene che colpiscono, come quelle nella suite del Danieli (in realtà, alcune riprese sono state operate a Palazzo Querini Benzon e Palazzo Pisani Moretta), il magnifico ballo (alla Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia) o le scene nell'appartamento finale, sull'Isola della Giudecca. Parallelamente, sono numerose le scene divertenti - come l'inseguimento del povero Frank in pigiama sui tetti di Venezia - o ricche di humour. Manca la frenesia adrenalinica di certi film di Hollywood e prevale l'eleganza, l'amore per la bellezza, il divertimento raffinato. Cito infine la bella fotografia, che dà il meglio di sé nelle suggestive riprese di Venezia la notte, o la colonna sonora, con squarci indovinati. Insomma, a mio avviso, The Tourist è un thriller riuscito, molto godibile e di classe, che lascia la voglia di essere rivisto. 

PS. Il paesaggio che si vede dai finestrini dell'Eurostar non è di certo quello che si ammira prima di arrivare a Venezia...


Mein lieber Prinz,
das ist einer meiner beliebten Films. Und das ist auch romantisch...Ich habe ihn noch einmal gesehen, als ich am Mittwoch nach Hause mit dem Zug zurueckgekommen bin: Ich frage mich, ob du ihn gesehen hast. Kennst du das Kino? Was liebst du? 
Hier hast du den link, wenn du es auf English sehen willst:


Ich liebe die Idee, meine beliebten Filme mit dir mitzuteilen...Und keine Sorge, wenn ich schoene Schauspieler bemerke, sie sind nicht mein Typ und der beste und schoenste bist immer du...Ich liebe dich...

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