giovedì 14 febbraio 2019

L'epopea della 5O


L'epopea della 5O

Stamane, giorno di S.Valentino, incrocio la collega Cecilia in sala docenti e ci ritroviamo a parlare della 5O che ha passato la  maturità l'anno scorso. "Sai, mi mancano", mi dice. "Vero, mancano tremendamente anche a me", rincaro io. Io però li ho avuti come classe per 5 anni, fin dalla prima: e quest'anno, a settembre, non mi capacitavo che non fossero più in aula ad aspettarmi. Se aggiungo il fatto che ha passato la maturità a giugno anche la 5M, che ho seguito per 3 anni, il rientro in autunno è stato quasi...traumatico. 5 anni sono davvero tanti e si sono accumulati ricordi di ogni genere: tanti da scrivere una vera e propria "epopea della 5O". Achille aveva Omero, Enea Virgilio, la 5O...ha me! Come da promessa, eccomi qui a snocciolare gli aneddoti, spesso divertenti, di 5 anni passati assieme.


Gl'inizi si perdono nelle nebbie. Dapprincipio, in prima, la classe 5O era piuttosto numerosa - mi pare che fossero 28 -, emergevano qua e là varie lacune e alcuni giovanotti facevano abbastanza disperare. A maggio ho ripescato nel mio cassetto un pacco di compiti di allora che, incredibilmente, non avevo consegnato. Li ho riportati in classe e ho letto alcuni brani - ovviamente, da quelli che andavano dal 5 in giù; e non mancavano dei 4 e dei 3. Fortunatamente, la situazione è incredibilmente migliorata nel frattempo: ci tengo a precisare che, alla maturità, ho potuto assegnare loro vari 15/15 e voti comunque dal 13 in su. Hanno lavorato parecchio, senza dubbio. Tuttavia, gli errori di allora erano spesso comici, tanto che abbiamo riso per mezz'ora. Il compito in questione riguardava un'unità didattica che prendeva lo spunto dal diluvio e dai mostri acquatici della Bibbia: di lì, ci eravamo collegati alla balena di Pinocchio, a Moby Dick ecc. Alcuni passi erano esilaranti: per esempio, in un tema molto scombussolato, la moglie di Noè era stata avvistata sull'Ararat (?) e credo che avesse avuto a che fare con una balena (...). In ordine sparso, come rottami in un naufragio, nello stesso compito comparivano anche Pinocchio e Moby Dick. Grazie al cielo, l'intestatario del compito è oggi felicemente all'Università.


Nella scorsa primavera parlavamo spesso coi ragazzi del passato e loro non avevano dimenticato quasi nulla. Per esempio, si ricordavano di quando - e io faticavo a ritornare all'episodio - io misi una nota a un giovanotto sorpreso a sputare fuori della finestra - a dire il vero era allora un mezzo soldino di cacio. Fu ovviamente un mezzo scandalo: la mamma del mezzo soldino di cacio arrivò a ruota con occhi che mandavano lampi (contro il figlio, ovviamente). Ma l'episodio in assoluto più "scandaloso" e, bisogna ammetterlo, comico, avvenne poco tempo dopo. All'epoca, io insegnavo Italiano, mentre la collega Valentina, ora all'Ariosto, Storia e Geografia. Una mattina, la incrocio in sala insegnanti - me lo ricordo ancora: eravamo in piedi davanti ai cassetti - allibita: in sostanza, mi chiama a testimone e mi mette sotto al naso un fogliaccio malridotto che aveva appena sequestrato, appunto, in 1O. Cos'era successo? Mentre spiegava, si era accorta di alcuni movimenti strani tra due o tre giovanotti delle prime file: stranamente, i due colti sul fatto avevano entrambi le iniziali FF (il che non ha niente a che fare con le Ferrovie dello Stato: ma che volete, si dice il peccato, ma non il peccatore). Aveva quindi sequestrato il fogliaccio di cui sopra, che ora esibiva con aria allarmata davanti a me, chiedendomi di leggerlo: infatti, il contenuto era talmente raccapricciante che lei aveva comminato immediatamente una nota disciplinare ai due.


Io non capisco perché queste incombenze vengano richieste all'insegnante d'Italiano e non, per esempio, al collega di Matematica (?). Comunque: mi rassegnai al mio ruolo di perito e a leggere; ed era un'autentica porcheria. Cioè: si trattava di un racconto a luci rosse, sul cui contenuto glisso per motivi di censura, ma che era un'indecenza non solo per il soggetto - trattato del resto con l'assurdità tipica di due quattordicenni -, ma anche e soprattutto per la grammatica e la sintassi. Un'oscenità, in tutti i sensi. Sospettavamo che nel fattaccio fosse implicato anche un terzo, P., ma non avevamo le prove - vi siete resi conto che anche a scuola si deve procedere con la cautela di un tribunale? -. Bene, solo 5 anni dopo, il soggetto in questione, ormai ben lontano da tutta la vicenda, mi confessò che era stato veramente complice del fattaccio e che se l'era cavata per il rotto della cuffia - quasi nascondendosi sotto il banco - , mentre gli altri due erano stati colti in flagrante perché Valentina li aveva sorpresi mentre si passavano il corpo del reato. Inutile dire che la nota disciplinare seguì tutto il suo iter: e i due colpevoli, con tutta la tremarella di due liceali alle prime armi, atterrarono prontamente nell'ufficio del preside. Avrei pagato per assistere alla scena e vederli, seduti tremanti in punta di sedia davanti alla scrivania del nostro dirigente.


Il nostro preside, che ha uno straordinario senso dell'umorismo, avendo sequestrato il documento compromettente, glielo mise sotto il naso e poi pronunciò la fatidica minaccia: "Adesso lo metto nel mio cassetto; e se non rigate dritto, alla prima lo ritiro fuori. E lo tengo qui, nel cassetto, perché penda su di voi come la fatidica spada di Damocle, fino al giorno della maturità". Così fu: i due schizzarono fuori dall'ufficio del preside come schegge, proponendosi - almeno al momento - un futuro di  penitenza e ascesi; e il corpo del reato fu inghiottito dal fantomatico cassetto che risucchia tutti gli altarini e gli scandali interni del Roiti - un cassetto tanto mitico quanto pericoloso come il passaggio a Nord Ovest, ma di cui tutti ignorano l'esatta collocazione. In effetti, anni dopo, mi pare di avere chiesto sorridendo al preside dove fosse finito il racconto a luci rosse dei due FF, ma lui non mi ha dato una risposta precisa (...). Ma questi sono solo gl'inizi: quando penso che, adesso, i "miei" della 5O sono tutti all'Università, sparpagliati tra Ingegneria, Matematica, Farmacia, Diritto ed Economia, quasi mi commuovo. Certe mattine, lo ripeto, mi guardo attorno nel corridoio e mi stupisco che non ci siano. (continua).


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