domenica 25 febbraio 2018

La gloriosa 4O in gita


                                                    Il famoso salone da ballo del palazzo

La gloriosa 4O...in gita (4 puntata)

Inserisco di nuovo i protagonisti: Bellu (Alessandro), Ari Bru (Arianna), Giuls (Giulia), Chiara (senza soprannome, apparentemente), Ferra (Andrea), Asia (anche lei senza soprannome), Francio (Mirko), Gruppio (Tommaso), Vero (Veronica), Guare (detto anche Guado o '99: anche lui si chiama Tommaso), Mia (Eufimia, la nostra Greca), Lafo (Nicola), Orla (Orlando, che io chiamo anche "Astro-Snoopy"), Michi (Michele), Mastro (Nicola), Erri (Enrico), Rivets (Niccolò), Zek (Tommaso).
Assenti (ci mancavano): Ballard (Mario), Bario (Massimo), Nas (Nassim), senza contare Edo (Edoardo) e Gila (Giacomo) allora negli States.

Partecipazione speciale: prof.sa Silvia Sansonetti; prof.Andrea Celeghini (Celego).
Comparse audio: Barbara (la mia amica); il tecnico del forno (che non posso citare per evitare pubblicità impropria). 


Ca'Rezzonico e i suoi tesori

Il Museo del Settecento veneziano (Ca' Rezzonico per gli amici) è un museo "incompreso": letteralmente il più bello e affascinante di Venezia, ricostruisce gl'interni di un palazzo signorile settecentesco dell'epoca di Casanova, con stucchi, mobili intarsiati, quadri sontuosi, soffitti a trompe l'oeil, porcellane, cristalli e quant'altro; ma non lo visita quasi nessuno. Io ci porto regolarmente i ragazzi di quarta, per aprire loro uno spaccato sulla vita e la cultura dell'età dell'Illuminismo a Venezia. All'epoca, la città era diventata un po' il parco di divertimenti degli aristocratici europei: tra il carnevale (sei mesi l'anno, tra novembre e marzo), i teatri (8, finanziati dalle varie famiglie patrizie della città), il casinò, le case di tolleranza (da sempre abbondanti a Venezia, che era, non dimentichiamolo, un porto), la città era divenuta una tappa imprescindibile del grand tour che i nobili dell'epoca intraprendevano immancabilmente verso l'Italia. Preferisco calare una trapunta pietosa sui trascorsi amorosi di Byron in laguna, per non parlare di Giacomino Casanova. Ricordiamo però che, in zona, era attivissimo come commediografo anche Goldoni, almeno fino al 1763. Comunque, tirem innanz'.

                                             Il ridotto di Francesco Guardi

Si dice, Ca'Rezzonico, Ca'Rezzonico: però, il punto è arrivarci. Io, a Venezia, mi oriento abbastanza bene; o, almeno so (quasi) sempre, dove sono posizionata rispetto al Canal Grande. Il problema è quando sono in fase di avvicinamento alla meta: e qui mi riesplode la mia dislessia latente. In parole povere, con una carta davanti al naso vedo esattamente qual è il palazzo dove devo entrare, ma non riesco a capire se l'entrata è alla mia destra o alla mia sinistra: cioè, non riesco a rigirare la carta secondo il verso giusto. E così, quando siamo arrivati, la mattina poco dopo le 11.00, nei pressi del museo, puntualmente ho sbagliato il lato di avvicinamento ("Ragazzi, il museo è oltre quelle case!" "E come ci si arriva, prof?". Guardo la cartina: "Per di là!" "Ma, veramente, per di qua c'è un vicolo cieco e poi si cade in acqua...".). Mi viene in mente quello che è successo pochi giorni dopo a Torino (si noti, costruita a scacchiera). Ci passo alcuni giorni di vacanza per Capodanno con un'amica, che, un pomeriggio, rientra in albergo prima di me e si porta dietro la cartina: e io in Piazza Castello a rimirare dubbiosa la mappa esposta davanti al Comune (mappa che dice, magnanima: "voi siete qui") e a cercare disperatamente di capire come dovevo rigirare la cartina nella mia mente e per dove devo tornare in albergo (a due isolati di distanza): da destra o da sinistra? Da sotto o da sopra?

                               Il salottino delle lacche verdi, in mobili di stile orientaleggiante

Mentre facciamo il periplo dell'isolato, alla ricerca della calle giusta per entrare, ecco che si fa viva la mia amica Barbara da Ferrara. Antefatto: come tradizione vuole, gli elettrodomestici decidono di andare KO in occasione delle feste; e quindi, a pochi giorni dal Natale, che cos'è che ha stabilito di andare in tilt a casa mia? Il forno, ovviamente (si noti: sotto Natale, non a Ferragosto; esattamente come la caldaia). Mi rivolgo a una ditta nelle vicinanze per la riparazione, ma questa si dà alla macchia, senza spiegazioni; allora devo ricorrere a una seconda, che riesce a mandarmi un tecnico  in extremis solo il 23, cioè il giorno della gita (altrimenti, nisba). A casa, c'è solo la mia amica e vicina Barbara, disponibilissima a fare le mie veci, ma che attende notizie dal tecnico; e il tecnico non è raggiungibile sul cellulare, per cui, lei mi chiama per capire: verrà? Non verrà? Quando? L'appuntamento sarebbe per il primo pomeriggio (15.00, se non ricordo male): ma il tutto è avvolto dalla nebbia del mistero. Un mistero piuttosto inquietante, per qualcuno che programma di cucinare sotto Natale e per la sua spalla, che non può passare le giornata ad attendere un tecnico fantasma. 

                                                    Il Canal Grande secondo Canaletto

Infine, troviamo il Museo. A Ca'Rezzonico faccio invariabilmente da guida io, con i materiali messi a disposizione sul sito del museo stesso: ma, premetto un'avvertenza per i colleghi. Ca' Rezzonico, infatti, presenta un problema di non poco conto: la sua sala da ballo, la più ampia della città (doveva essere uno splendore illuminata a festa e con dame e cavalieri abbigliati secondo la moda settecentesca per un ballo di Carnevale), è anche la più ampia sala sospesa di Venezia; ragion per cui, appena ci si mette piede, si sente il rimbombo dell'androne sotto. E questo, per tutti, ma dico tutti gli studenti, porta a a una tentazione irrefrenabile: a tutti prudono i piedi e viene subito voglia di fare un saltino. Con le conseguenze che potete bene immaginare. Ecco perché, proprio mentre sto cercando di illuminare la mia squadriglia sugli splendidi affreschi del soffitto, che celebrano la famiglia Rezzonico e presentano il dio Apollo in un cielo dorato...noto che Gruppio e Ferra sono pronti per il misfatto e hanno assunto una tipica espressione con uno scintillio birichino negli occhi e una posa da molla pronta a scattare. E io, con un'occhiataccia: "Se ci provate, vi taglio a fettine". Non ci hanno provato. 

                                                           Il salone del trono

Anni prima, era già successo. Prima che potessi fermarli, alcuni ragazzi di una seconda del 2009/10, peraltro molto educati, ahimé, non erano riusciti a contenersi e avevano fatto il tipico "saltino". Un salto nella sala da ballo di Ca'Rezzonico vi dà l'impressione di precipitare giù nell'atrio: ci eravamo così attirati un'occhiataccia dalle custodi, che ci avrebbero volentieri incenerito seduta stante, come Giove sul soffitto (sono custodi peraltro molto più moderate che in altri luoghi di Venezia, dove gli studenti sono visti letteralmente come il fumo negli occhi). Procedendo in quella visita, a un certo punto, mi ero ritrovata Riccardo, un giovanotto alto, come minimo, 15 cm più di me, che veniva ansiosamente a nascondersi dietro di me. "Prof, aiuto, mi difenda! Quella signora è cattiva!". Ce l'aveva con una custode che lo inseguiva, fulminandolo con gli occhi perché lui aveva compiuto la sciocchezza di toccare un mobile con un dito...

                                                      La farmacia

Abbiamo proseguito la visita e scoperto moltissime opere d'arte: ad esempio, in una sala ci sono vari pastelli, di una luminosità soffusa, opera di una delle migliori ritrattiste del Settecento, Rosalba Carriera; oppure, i quadretti di vita quotidiana di Pietro Longhi; o anche preziose collezioni di porcellane (che hanno affascinato la mia collega Silvia, come ho scoperto, un'appassionata del ramo). Vari soffitti sono stati affrescati da G.B.Tiepolo; al secondo piano, si trovano alcuni capolavori dei vedutisti (quelli che fungevano da fotografi del Settecento, dipingendo delle panoramiche precisissime della città grazie alla camera oscura), o anche alcuni quadri famosi di Francesco Guardi (come Il ridotto di S.Moisé, l'anticamera del casinò). Alcune opere, però, sono invariabilmente assenti; all'epoca, ricordo, mancava il ritratto di papa Rezzonico, Clemente XIII, l'unico appartenente alla casata e opera del famoso pittore neoclassico Anton Raphael Mengs. Ma regolarmente, qualcosa manca all'appello. Infine, all'ultimo piano, c'è la pinacoteca e una farmacia, con i vasi di maiolica bianchi e blu e che sembra uscita da un libro. Mantenere l'attenzione della squadriglia sala per sala non era facile, perché, a un certo punto, ci si stanca, ma, tutto sommato, è andata bene: specie quando ricordo che i ragazzi invariabilmente prendevano d'assalto tutti i divanetti e le sedie disponibili e che c'era in orbita libera intorno a me, come un elettrone, Astro-Snoopy...(continua)

                                                     Il ciarlatano di Pietro Longhi

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