martedì 6 febbraio 2018

Fiaba orientale....di amore e misericordia (6 puntata)



Fiaba orientale...di amore e misericordia (6)

Ritorniamo al nostro principe e alla nostra principessa, perché la loro situazione, tra i riflessi dorati delle calli veneziane e i bagliori argentei della laguna sta lentamente avvicinandosi a una svolta. E la svolta non può essere altro che la misericordia. Cos'è la misericordia? E' l'amore che guarda all'altro con verità. Non secondo i nostri pregiudizi o le nostre ristrettezze mentali, bensì secondo le esigenze autentiche dell'altro, con una prospettiva ampia come l'orizzonte sul mare azzurro. La principessa si rese conto che era stata troppo severa con il suo principe: lo aveva perdonato, vero, però in fin dei conti, c'era ben poco da perdonare. Molte delle azioni di lui erano dettate, comprensibilmente, dalla paura di soffrire ancora ed erano irriflesse. Lei pensava con tristezza all'ingiusta altalena di saluti e silenzi cui lo aveva sottoposto: anche se, a dire il vero, lei spesso taceva con lui semplicemente per non metterlo a disagio. E allora, lei ora non gli avrebbe fatto mancare più la luce del suo sorriso: lui aveva bisogno di una mare di tenerezza, senza riserve, e lei era pronta a dargliela.



Già tante cose meravigliose erano successe: e la principessa si rese conto che pure le sue imperfezioni le avevano permesso di mantenere il contatto con lui. Le sue vecchie ferite l'avevano portata ad essere tenace, forse anche insistente, e puntigliosa; eppure, proprio queste caratteristiche le avevano reso possibile di continuare a gettare dei segnali nei confronti del principe, come delle scie luminose in cielo. Tra i marmi rosei della Serenissima, al vento della sera, lei pensava che, in quella storia meravigliosa, tutto, tutto, tutto si trasformava per miracolo in fiori profumati e meraviglie: e sarebbe successo ancora.



Si guarisce insieme. Qualcosa in lei le indicava che il suo bel principe esitava non tanto perché non l'amasse, quanto perché lasciarsi andare all'amore, anche all'amore di lei, avrebbe significato  affrontare ancora quel sotterraneo buio di ricordi amari da cui cercava di fuggire. Ma non si può fuggire per sempre. E allora, come lei era discesa nel suo sotterraneo e ci aveva trovato lui, col suo sorriso, così pure lei lo avrebbe accompagnato nel buio che lo opprimeva. Lei gli avrebbe preso la sua mano, più grande, con la sua manina, e gliel'avrebbe tenuta stretta: e lui non sarebbe stato solo. Il principe si sarebbe infine reso conto che, nella stanza sotterranea, quelli che potevano apparire dei vermi, si sarebbero tramutati in farfalle e sarebbero volati via, alla luce del sole.



L'amore di lei, unito a quello del Padre, poteva fare miracoli. Anche per il nostro cuore succede come per il mondo: la Buona Novella si allarga, come le onde in un lago, e raggiunge le parti più profonde di noi, illuminandole e sanandole. Proprio come a Venezia, l'amore crea bellezza. Lei sapeva che il suo amore gli faceva bene; che, poco per volta, umilmente, lo confortava e lo rafforzava. E più la principessa creava intorno a sé un alone di serenità, gioia e amore, più il principe sarebbe stato, poco per volta, avvolto, sanato e rafforzato da questo alone. Era un circolo virtuoso: lei era tanto piena di amore che poteva veramente aiutarlo ad elaborare le sue ferite. 



Poco per volta, quasi senza pensarci, quasi senza rendersene conto, se lui si fosse avvicinato un po' per volta al sole dell'amore di lei, ne avrebbe tratto calore, avrebbe spontaneamente reagito più serenamente, avrebbe tratto forza e fatto liberamente ciò che era corretto per entrambi. Con la preghiera, la sua serenità ritrovata, l'amore, lei avrebbe creato un'atmosfera positiva, come un fiume caldo e protettivo, e lui sarebbe stato trascinato da quel fiume. Perché la positività è contagiosa! E ormai (e questa era un'altra cosa meravigliosa) erano arrivati tutti e due al punto che qualsiasi cosa  avessero fatto, anche imperfetta, sarebbe andato tutto bene. "Andrà tutto bene" le era stato detto; ed era vero. "Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Rom. 8,28): con l'amore di lei, lui sarebbe sbocciato come un bellissimo fiore in  un giardino segreto; come quelli nascosti dai muri coperti di glicine  di certi palazzi veneziani. E il segno più bello di tutto questo sarebbe stato il loro sorriso. (continua)



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