sabato 2 marzo 2019

L'epopea della 5O - 2 (la vendetta...)



L'epopea della 5O - 2 (la vendetta...)

Continuano le peripezie della classe che, dopo 5 anni, ho definito "la mia chiocciata"...


Il titolo include il "2 - la vendetta", perché le peripezie dei vari FF di turno non sono finite: possiamo ora passare al secondo anno di quella che sarebbe poi diventata la 5 O. Questa è la volta di FFF (di nuovo, niente a che fare con le Ferrovie: giuro che queste sono le sue iniziali), che mi fece passare una serie di brutti quarti d’ora tra primo e secondo quadrimestre. La vicenda è complessa e rivede alla ribalta il preside ed altri personaggi di primo piano. E' una vera telenovela: ma andiamo per ordine. 
Durante le vacanze di Natale, stavo pacificamente rimettendo a posto le scartoffie scolastiche, mentre mio fratello Samuele, di ritorno per le feste da Firenze, era impegnato in camera sua. I compiti del primo quadrimestre costituivano una pila, sottolineo, già in ordine perfetto; dovevo solo aggiungere gli ultimi per registrarne i voti. Nel ricontrollare il plico del secondo compito di Italiano di 2 O, da poco concluso, mi rendo conto che, orrore!, manca quello di FFF. Ricontrollo e ripasso al setaccio tutto l'involto, foglio dopo foglio: niente, svanito, desaparecido. A quel punto, comincio freneticamente a ricontrollare tutta la pila più volte e non posso far altro che rendermi conto del fatto che è tutta in ordine (si trattava di decine di compiti, di più classi): plico dopo plico, ognuno comprende il totale di tutti i compiti, in ordine alfabetico, compiti che sfoglio e controllo uno per uno….Finché non arrivo alla prima verifica della 2 O, quella di ottobre: e qui, nuova sorpresa! Anche qui manca il compito di FFF!


Sembra una maledizione. A quel punto, cominciano a venirmi dei sospetti, anzi, delle certezze, e inizio a perdere la pazienza. La scena era esilarante: mentre io inveivo in soggiorno per i fatti miei, perché a quel punto l'assenza di soli due compiti dello stesso studente non poteva essere casuale, mio fratello, ridendo, faceva il commento dalla stanza vicina. Sembravamo la Gialappa's Band (avete presente quelli che fanno la telecronaca ridicola sopra la partita? Ecco, quello).
Io: - Ma è mai possibile? Due verifiche sparite! Dello stesso alunno! Solo quelle due tra trecento compiti! Se le è portate a casa!
E mio fratello, dall'altra stanza: - Se le inventano proprio tutte! Non si può mai stare tranquilli! Chissà dove le ha nascoste! I giovani di oggi! - e via dicendo. 
Premetto una cosa: mio fratello, che oggi è docente di Storia dell'Arte e della Moda in un istituto universitario privato di Milano, conosce a menadito la sua materia, ma al liceo classico era affetto da "lazzaronite acuta", per cui, per quanto intelligente, se la cavava per il rotto della cuffia e non si ammazzava esattamente sui libri (in sostanza, con lui, come oggi ammette lui stesso molto modestamente, ho rifatto il liceo per la seconda volta). Ebbene, i suoi commenti erano piuttosto significativi perché non venivano dalla docente inferocita che si trova davanti l'ennesimo esempio di infingardaggine umana concretizzatosi nei suoi studenti, bensì da uno redento da quella stessa infingardaggine e quindi ben addentro ai suoi meccanismi: insomma, mio fratello era uno "sfangato", per cui il suo stupore davanti all'accaduto mi faceva riflettere. 


Continuai a cercare freneticamente per tutte le vacanze, ma non c'era verso: i due compiti incriminati non erano a casa mia. E neanche in macchina o nel cassetto della scuola. Non c'era altra spiegazione:  FFF li aveva fatti scomparire. Dove? Tremai al pensiero che fossero finiti nella spazzatura. A dire il vero, però, la cosa non faceva molto senso: infatti, se il secondo compito era invero insufficiente, per il primo aveva preso un 6 e mezzo. Perché far dileguare anche un voto positivo? Sembrava più un effetto di negligenza che di malizia. Comunque, il primo problema era che non avevo fatto in tempo a segnare gli ultimi voti sul registro elettronico (il compito risaliva a poco prima di Natale) ed ora ne mancava uno: ero praticamente sicura di avere affibbiato un 5 al soggetto in questione, ma esitavo a trascriverlo, per cui, al mio ritorno dalle vacanze, chiesi consiglio alle colleghe.
- Fai un controllo generale degli ultimi voti - mi consigliò Patrizia, di Scienze. - Chiami i ragazzi uno per uno e gli ripeti il voto dell'ultimo compito per una verifica, digli così. In questa maniera, puoi trascrivere i voti in sicurezza.- 


E così feci. Al  momento del controllo, FFF mi confermò ingenuamente che aveva preso 5; anche questo, non deponeva esattamente per l'"intrigo internazionale". A questo punto però, il nuovo problema era che le verifiche sono comunque dei documenti ufficiali, per cui la loro scomparsa deve essere denunciata. Decisi di chiedere consiglio al preside, ma nel frattempo, la situazione si complicò ancora. 
Infatti, come se non bastasse, alcuni giorni dopo il ritorno dalle vacanze, in perfetta buona fede mi si presentò al ricevimento il papà del malcapitato, con la richiesta di potere visionare e fotocopiare gli ultimi compiti insufficienti di Italiano affinché il figlio potesse esercitarsi meglio a correggere i propri errori. Vi assicuro che la motivazione era quella: i genitori di FFF erano degnissime persone, sapevano che il figlio non rendeva un granché a Italiano scritto e dietro quella richiesta non c'era assolutamente alcuna volontà, che so, di polemizzare o di mettermi in difficoltà. Però a me, data la situazione, vennero i sudori freddi e i brividi lungo la spina dorsale: infatti, mi mancava la "pistola fumante", ovvero la prova definitiva che i compiti li aveva fatti scomparire la loro progenie. Che fare? Accusare il figlio senza la prova definitiva mi pareva avventato, ammettere che i compiti erano scomparsi, imprudente. A quel punto, salvai la situazione in corner con quello che dai colleghi fu in seguito giudicato un autentico colpo di genio. 


- Guardi, forse è meglio se presenta in segreteria la richiesta per il compito di Storia: l'ultimo è stato un disastro e mi sembra molto più rappresentativo degli errori che Suo figlio deve correggere...
In effetti, Storia è una materia più difficile, richiede una logica stringata, per cui chi è deboluccio in Italiano scritto, precipita a Storia; il padre, ignaro, accettò il consiglio di buon grado, passò in segreteria la richiesta per il compito di Storia, io lo consegnai senza problemi...e continuai a cercare gli altri due. Infine, mi arresi e andai dal preside. 
Mi ricordo ancora mentre ero seduta davanti alla sua scrivania tra le bandiere e sotto lo sguardo benevolo del presidente della Repubblica. Riferii per filo e per segno. Quando arrivai in fondo, il preside tirò un sospiro: uno di quei sospiri profondi che vi chiariscono immediatamente perché, come dice lui, gli è rimasta una "folta capigliatura" per ragioni di servizio. 
- FFF? Ancora lui? - Ovviamente, non aveva dimenticato la storia del romanzo osé. 
Lo fissai perplessa, senza osare favellare. 
- Senti, fai così - sentenziò. - Chiedigli i compiti indietro, tanto li ha portati via lui, ma a botta ferma, senza tentennare. E digli che li porti alla svelta, sennò sono guai. -


Seguii l'ottimo consiglio. Nel frattempo, era ormai arrivato febbraio, erano già passati gli scrutini - durante i quali avevo informato i colleghi di fare attenzione, perché, con tutta evidenza, FFF faceva sparire le verifiche - e quindi, all'uscita da una lezione, bloccai il nostro fuori dall'aula. 
- Allora? Quand' è che mi riporti i compiti di Italiano?
- I compiti di Italiano??? -
Inutile dirlo, il giovanotto cadde dalle nuvole con un tonfo sonoro. Sembrava che, al riguardo, la sua consapevolezza riemergesse da lontani abissi insondabili e dal sottoscala al di sotto del fondo della cantina. 
- Sì, i compiti di Italiano! Te li sei portati a casa! Quando li riporti??? -. Lui biascicò qualche mezza promessa, qualche mezza scusa, ammise di averli portati via inavvertitamente e poi scivolò via. Almeno aveva ammesso: ma dovetti tornare alla carica più volte: e inutilmente. Il giovanotto pareva piuttosto svagato e non del tutto consapevole di dove le due disgraziate verifiche fossero effettivamente finite. La sua consapevolezza, in merito, continuava a passeggiare beatamente tra le nuvole. Ripetei la richiesta altre volte, ma alla fine, arrivarono i colloqui coi genitori di inizio aprile. Quella sera primaverile, mi ricordo, si presentarono alternativamente entrambi i genitori del succitato. A quel punto, non potevo più aspettare, ma non avevo neanche gli estremi per mettergli una nota, perché mi ero resa conto di trovarmi davanti a una colossale sbadataggine: quindi, infine, rivelai tutto a sua mamma.


- Non si preoccupi! - esclamò lei - non li ha buttati via! Il fatto è che mio figlio infila in cartella di tutto, razzola su tutto quello che gli capita a tiro, ma non butta via niente. Quindi i compiti devono essere ancora da qualche parte in camera sua. Non si preoccupi, li troveremo. -
Difatti, credo che nel fine - settimana - il colloquio era avvenuto di venerdì - a casa di FFF si siano dati a degli scavi archeologici, che al confronto, quelli di Amedeo Maiuri a Pompei erano solo un pallido abbozzo. Difatti, il lunedì mattina, mentre, si badi, stavo spiegando in un'altra classe - dopo aver passato ben due ore in 2 O - sentii bussare ed entrò FFF, rapido e leggero come una libellula. Biascicò un mezzo saluto, lasciò qualcosa sulla cattedra e poi - swiiisch! - filò via senza aggiungere altro. Onestamente, non avevo capito nulla. Ma quando guardai sulla cattedra, che cosa vidi? I due compiti ritornati dal mondo dell'aldilà! 


I suoi dovevano avere perso tutto il sabato e la domenica per farglieli ripescare. Ecco, vedete, anche i professori di buona volontà - non so se appartengo alla categoria, ma mi sforzo di fare del mio meglio - dicevo, anche i professori di buona volontà sono pur sempre dei professori: e quindi, hanno un lato "carogna". Capii al volo che il giovanotto aveva preferito rendere i compiti desaparecidos alla chetichella in una classe diversa dalla sua per non rivelare le sue scappatelle urbi et orbi: ma rivelare il tutto, per l'appunto, urbi et orbi era per me una tentazione troppo forte. Tanto, del resto, tutto è bene quel che finisce bene. Per cui, la mattina dopo, poco prima di iniziare la spiegazione, mi piazzai con un largo sorriso davanti al suo banco - al centro dell'aula - e gli chiesi:
- Allora? Quanti scavi archeologici avete fatto, tu e i tuoi, in camera tua per ritrovare i compiti che ti eri portato a casa??? - Vi potete immaginare le risate della classe. 
Inutile dire che tutta questa arzigogolata telenovela con le sue peripezie finì tra le vicende storiche della 5 O. Veramente, nella vita di scuola bisogna essere pronti a tutto: come il Barone Rosso... (continua


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