La ruota delle meraviglie (W.Allen, 2017)
Questo è uno di quei film che, secondo me, suscitano un mucchio di domande e che bisogna commentare proprio a partire dalle domande. In effetti, mi è sembrato un po' meno riuscito di altri film di Woody Allen portati sullo schermo di recente (ne ho visti parecchi e alcuni, li ho recensiti pure sul mio blog) e i critici sono stati piuttosto severi (non so però se lo hanno capito); però, riflettendoci, mi sono resa conto che non è un film banale, tutt'altro. Vale la pena di vederlo perché il messaggio è notevole.
La prima domanda che sorge spontanea è perché il titolo "La ruota delle meraviglie". Io mi aspettavo, come minimo, che qualcuno si gettasse giù dalla ruota, ma la ruota fa solo da scenografia alla storia, che si svolge in un luna park della spiaggia di Connie Island (vicino a New York: Allen ci andava da bambino): la ruota riflette le sue luci violente, rosse e blu, sulla casa dei protagonisti (notate gli effetti cromatici esaltati dalla fotografia di V.Storaro: che senso hanno questi colori?). Appunto: perché un luna park? L'atmosfera qui è artificiale e vistosa, da paese dei balocchi e mondo delle meraviglie di cartapesta. Il narratore è Mickey (un bagnino - fusto da spiaggia anni '50, interpretato dal cantante Justin Timberlake). Ginny è una madre di famiglia e cameriera di uno dei locali del luna park (una strepitosa Kate Winslet). E' sposata con un giostraio con l'abitudine di alzare il gomito, Humpty (Jim Belushi!) e ha un figlio di primo letto, che, nei momenti liberi, fa il piromane. E qui sorge un'altra domanda: perché un ragazzino dodicenne fa il piromane? Che cosa significa?
Ginny da ragazza sognava di fare l'attrice e continua a coltivare questi sogni e rimpianti fra un piatto e l'altro del fast food, con la nostalgia di quel che non ha potuto realizzare. Per di più, ha il rimorso di avere distrutto il suo primo matrimonio e abbandonato un uomo che l'amava davvero. Altra domanda: perché Ginny ha lasciato il primo marito? Che cosa cercava nell'amante? A un certo punto, torna a casa da Humpty la sua figlia di primo letto, Carolina, che è inseguita dagli sgherri del marito, un gangster italiano; nuovo interrogativo: come ha fatto a cacciarsi in un pasticcio simile? Ma i gangster fanno parte del paesaggio urbano di W.Allen. Il padre dapprincipio non vuole vederla, poi la accetta e comincia a viziarla. il che suscita le amare recriminazioni di Ginny. Ma la vera pietra dello scandalo è il bagnino - fusto, Mickey, con velleità da autore teatrale, che avvia una relazione con la frustrata Ginny; altra domanda? Che cosa cerca in lei? Perché ci sta? Per lei, questa relazione significa la fuga da una vita soffocante e deludente, in cui ha visto morire tutti i suoi sogni. Senonché, ben presto Mickey comincia a interessarsi anche a Carolina; e qui, come vedrete, succede un pasticcio: perché Ginny, che è ferocemente gelosa, combina un disastro, per poi rifugiarsi nel suo mondo di cartapesta, costruito costruito con i cimeli teatrali che custodisce gelosamente e tra cui si atteggia da diva.
Questo film non è né una commedia (non fa ridere), ma neanche una vera tragedia, come, per esempio, Interiors: ricorda però molto le atmosfere dei drammi di Eugene O'Neill (citato qui), a metà tra tragedia classica e crudo realismo americano. Offre anche l'impressione di una pièce teatrale, recitata in un ambiente chiuso, soffocante (la casa della famiglia). La storia si regge quasi integralmente sulla magistrale interpretazione di Kate Winslet (si merita l'Oscar), che tradisce le frustrazioni, amarezze e delusioni di una casalinga, ma in una maniera per cui, guardandola, si avverte sottilmente che c'è sempre qualcosa di impostato e atteggiato nel suo comportamento. Kate Winslet riesce a recitare qualcuno che recita, dall'inizio alla fine.
Ed è qui il nocciolo del film, come anche nell'ambientazione (per questo è così importante la ruota delle meraviglie). Lo dice bene a metà vicenda Carolina, la figlia, che pare una stupidina, ma invece è l'unica, forse, ad aver imparato qualcosa dalla vita: lei ha seguito un gangster, abbagliata dal lusso e dallo splendore posticcio dell'esistenza che lui poteva offrirle; poi si è resa conto che quella era una vita di cartapesta, che nascondeva un precipizio. Quindi, anche se forse questa non è tra le pellicole più riuscite di Woody Allen, trasmette un messaggio profondo (specie in un'epoca in cui la sfera virtuale sta prendendo piede sulla realtà e la gente si nasconde dietro alla tastiera e allo schermo per vivere esistenze "vicarie", da avatar inconsistente): i sogni sono belli, ma quando diventano un pretesto per la fuga dalla realtà, portano a conseguenze morali devastanti. Vivere è importante e richiede serietà.
PS. A proposito: la piromania degli adolescenti permette di sfogare impulsi distruttivi quando ci si sente fortemente inadeguati, specie a livello sessuale. Mi viene in mente lo scialacquatore Iacopo da S.Andrea (Inferno 13), che dava a fuoco la sua villa per vedere un bel falò...
The wonderwheel (W.Allen, 2017)
This movie, in my opinion, arouses a a lot of questions and must be commented precisely on the ground of those questions. In fact, it has enjoyed less success than other recent Woody Allen's movies (I've seen several of them and rewieved some on my blog) and critics have been quite severe with it (I do not know if they understood it, though); however, this is not a trivial film, far from it. It is worth to be seen, because its message is remarkable.
The first question is why the title is "The Wonderwheel". I expected, at least, that someone would throw himself off the wheel, but the wheel is only the setting for the story, taking place in a funfair on the beach of Connie Island (near New York: Allen went there during his childhood): the wheel reflects its violent lights, red and blue, on the house of the protagonists (note the chromatic effects enhanced by V.Storaro's cinematography: what do these colors mean?). Precisely: why a funfair? The atmosphere here is artificial and conspicuous, like in a never never land. The narrator is Mickey (a lifeguard - a 50s hunk, played by singer Justin Timberlake). Ginny is a family mother and waitress at one of the fastfoods of the park (an amazing Kate Winslet). She is married to an alcoholic funfair worker, Humpty (Jim Belushi!) and has a son from a previous marriage, who, in free moments, is a pyromaniac. And here is another question: why is a twelve year old kid a pyromaniac? What does it mean?
When she was younger, Ginny dreamed of being an actress and continues to cultivate these dreams and regrets between a plate and another at the fast food, missing what she could not achieve. Moreover, she feels the remorse for having destroyed her first marriage and abandoned a man who truly loved her. Another question: why did Ginny leave her first husband? What was she looking for in her lover? Carolina, Humpty's daughter from a previous marriage, returns home, because she is chased by the henchmen of her husband, an Italian gangster; new question: how did she get into such a mess? But gangsters are a part of W.Allen's urban landscape. Her father, at first does, not want to see her, then he accepts her and begins to spoil her, which arouses Ginny's bitter recriminations. But the real stone of the scandal is the lifeguard - hunk, Mickey, with ambitions as a theatrical author, who starts a relationship with the frustrated Ginny; another question: what is he looking for in her? To her, this relationship means escaping from a suffocating and disappointing life, in which she saw all of her dreams die. However, Mickey soon becomes interested in Carolina too; and here, as you will see, a mess happens: because Ginny, who is fiercely jealous, does a disaster, and then she hides in her world of papier-mâché, built with the theatrical relics she jealously cherishes and among which she acts as a diva.
And here is the core of the movie, as well as the meaning of the setting (that's why the wonderwheel is so important). Carolina, the daughter, tells it well: she looks like a fool, but she is the only one, perhaps, that has learned something from life: she followed a gangster, dazzled by the luxury and splendor of the existence he could offer to her; then she realized it was a papier-mâché life, hiding a precipice. So, although this may not be among Woody Allen's best films, it conveys a profound message (especially nowadays, when the virtual sphere is winning on reality and people hide behind their keyboard and screen to live "vicarious" existences, like inconsistent avatars): dreams are beautiful, but when they become a pretext to escape from reality, they lead to devastating moral consequences. Life is important and needs seriousness.
PS. By the way: teenagers' pyromania lets vent destructive impulses when one feels strongly inadequate, especially on the sexual level. I recall Iacopo da S. Andrea (Inferno 13), who set his villa on fire just to see a fine fire...
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