La preghiera della Principessa
Racconto esemplare, da leggere con molta calma e in un luogo tranquillo, da soli, per meditare e prendere le giuste decisioni.
Una graziosa stanzetta di
giovane donna: tende a ricami, mobili in legno chiaro, tessuti color pastello, fiori
e un lumino acceso dinnanzi all’immagine della Vergine. Davanti a Lei, in
ginocchio, prega la Principessa, rivolgendoLe di tanto in tanto lo sguardo con
amorevole fiducia. La ragazza sta chiedendo aiuto alla dolce Mamma per il suo
Principe. Infatti, Lui ha molto bisogno del Suo aiuto. Ha deciso di confidarLe
tutto quanto è avvenuto in questi ultimi giorni, così, come una figlia, per
chiedere che cosa fare e, soprattutto, per chiederLe di continuare a proteggerlo.
E inizia a raccontarLe, affidandole tutto nella preghiera:
“Cara Mamma, tu sai che,
fin dall’inizio, un’idea fissa mi ha guidato nei miei rapporti con lui:
mantenere il contatto. Certo, ci sono stati anche i momenti in cui non sapevo
più cosa fare e ho ceduto; ma poi sono sempre ritornata da lui. E ogni mio
ritorno, lo sapevo, in realtà rappresentava un rafforzamento del nostro legame.
Difatti, dopo due anni, quando ho capito di che cosa lui soffriva veramente, è
emerso che il contatto fedele e amorevole costituiva per lui la terapia
migliore.
Questo principio mi ha
guidato anche le poche volte che ho visitato la sua parrocchia, nel piccolo
villaggio presso le colline dove abitano i suoi. La prima volta sono stata
nella sua chiesetta nel novembre 2018: e quel giorno ho deciso di chiedere un
colloquio con il suo parroco, che è veramente un santo. In quel colloquio, un
mese dopo, lui mi ha detto delle cose chiaramente ispirate dallo Spirito Santo,
quindi ho fatto bene. Ma quello stesso primo giorno, mentre io parlavo col parroco,
sono sopraggiunti due signori anziani che hanno cominciato a parlare
piacevolmente con me. Sottolineo: non sono andata a cercarli io. Loro si sono
uniti al gruppo quando ormai avevo finito di chiedere un colloquio al parroco.
Mai e poi avrei potuto pensare che uno dei due era il padre del mio Principe
(anche perché è molto più basso!).
Ho deciso di tornare in
quella chiesetta, così semplice e luminosa, per l’Epifania 2019 e allora, è successa
una cosa un po’ particolare, che per delicatezza non ho mai rivelato al mio
amato: mi sono fermata a salutare l’altro signore che avevo conosciuto quella
volta (il sacrestano, pure un sant’uomo) e
poi è passato suo padre. E mi ha guardato come se fossi un fantasma,
quasi con paura e imbarazzo. La cosa mi ha addolorato, ma non per me: mi sono
resa conto che il suo atteggiamento nei confronti del figlio e delle sue
sofferenze era profondamente irrazionale. Non l’ho mai detto al mio Principe,
ripeto, per non farlo sentire a disagio; ma, del resto, era una sfumatura e,
forse, mi ero sbagliata. In seguito, a gennaio, ho rivisto il parroco all’abbazia
e gli ho riferito di che cosa soffriva il mio Principe, perché ero riuscita
finalmente a capirlo; ma poi ho compreso che lui non poteva fare niente per
aiutarlo. Non sono tornata più là per più di un anno e mezzo. Infine, sono
tornata in quella chiesetta ad agosto dell’anno scorso; e allora, con uno
stratagemma, suo padre mi ha incluso in una foto di gruppo. Infine, sono
tornata quest’anno, tre volte: sempre perché, dopo avere pregato Te, Mamma
cara, sentivo ed ero certa che fosse giusto. Mamma: lo so, forse il mio
Principe non sarebbe d’accordo: eppure, io sono sicura che è stata la cosa
giusta da fare. Perché era una maniera di rendermi presente e la verità rende
liberi”. Il lumino guizza più vivamente sotto l’immagine della Vergine, tanto
che Lei sembra sorridere benevolmente. E la Principessa ha bisogno di quel
sorriso. Poi riprende a parlarLe
fiduciosamente.
“Mamma cara, il giorno della Tua festa, l’Assunta, io ero all’abbazia, perché ormai per me è una bella tradizione assistere alla S.Messa lì; e quel giorno, si è venuto a sedere accanto a me un signore che poi ho riconosciuto essere sempre il papà del mio Principe. Lui non mi ha detto niente, io neppure, ma non me lo sarei mai aspettato: in una chiesa così grande! Mi sono venute in mente le innumerevoli volte che io incrociavo il mio Principe per strada, con coincidenze incredibili, come se Qualcuno ci ponesse l’uno sulla strada dell’altra. Però, mi è parso strano questo silenzio completo, questo ignorarmi del tutto dopo che lui aveva cominciato a parlarmi tempo prima e io non avevo fatto nulla per mancare nei suoi confronti. Il lunedì dopo sono andata al S.Rosario alla chiesetta: c’era solo qualche signora e, poi, uscendo, è passato in bici il Principe; ma non ho potuto dirgli niente. Lo amo tanto, Mamma: ma apparentemente, non basta, o non serve. Sono tornata due settimane dopo. Però Mamma – e guarda con fiducia alla Vergine, che sembra sorriderle – Tu sai che il mio motivo per tornare a fine agosto era un altro. Sono molto preoccupata per le persone care che hanno subito la v. ed ero tormentata dall’idea che qualcuno dei suoi cari lo fosse; infatti, in tal caso, si rischia, soprattutto durante l’ondata autunnale, il potenziamento della malattia.
Ora io volevo far passare la serie di consigli
che do abitualmente a chi conosco – fare riserva di determinate medicine e di
lattoferrina, prendere integratori alimentari di vitamine e di zinco, prevenire
ogni infezione virale con fumenti ecc.- proprio per evitare che i v. si
ammalino e possano incorrere nel
potenziamento della malattia. Ero preoccupata per loro e la loro salute. Quindi, quella sera mi sono ritrovata a
chiacchierare con il sacrestano, in modo spontaneo – del resto, le poche volte
che sono andata alla chiesetta, mi sono sempre fermata a salutarlo volentieri
perché è davvero amabile – e, dato che ormai siamo abbastanza in confidenza e
mi fido di lui, dopo un po’ ho anche ammesso, in tutta riservatezza, che io
sono “l’aspirante nuora” del padre del mio Principe, ma che ormai sono un “aspirapolvere”,
perché lui è talmente timido che mi scappa via. Ho chiesto a questo gentile
signore di tacere e la cosa ed è finita lì. Mamma, perdonami, forse avrei
dovuto tacere…ma forse il buon sacrestano lo aveva intuito. Ma vedi…quando ami
qualcuno non riesci a starne sempre lontano. Qualcosa ti trasporta sempre da
lui e so che anche Tu, seppur in maniera diversa, lo hai vissuto. E fatichi a
non parlarne. Quello che ho vissuto, in questi anni, tenendo perennemente
nascosto il mio amore dentro di me, impedendomi di viverlo, di parlarne, di
esprimerlo come sarebbe giusto, mi ha fatto letteralmente implodere. E ora è
peggio che mai, perché non lo vedo più”. La Vergine pare quasi chinare il bel
capo verso la Principessa, che ora fissa il tessuto a fiori della sua camera e
pare dimentica di tutto e persa in un sogno lontano…Un sogno di amore mai
realizzato. Poi riprende, sussurrando.
“Lunedì scorso, Mamma, sentendo
che era giusto che tornassi – eccome se lo era – sono andata nuovamente al
S.Rosario – anche se sono arrivata tardi, perché lo avevano anticipato di mezz’ora.
Anche quella sera, il padre del Principe mi evita, mi sogguarda, mi gira
intorno a distanza come “il falco”. Io non me ne curo, anche se non avrei
niente in contrario a che mi chiedesse qualcosa. Dopo la fine, ho passato
comunque una ventina di minuti con il sacrestano e lui, visibilmente
preoccupato, a un certo punto mi ha detto di lasciar perdere e che il Padre del
Principe gli ha riferito in settimana quanto segue: il Principe avrebbe un’altra
ragazza, una tedesca, entrambi i genitori sarebbero molto contenti, addirittura
lui gliel’avrebbe portata a casa e presentata. Poi però il sacrestano si è raccomandato
che io non rivelassi niente al Principe stesso, il che mi è apparso strano,
molto strano”. Il volto della Principessa riflette a questo punto una tristezza
profonda. Rimane in silenzio per parecchio tempo, poi riprende, con maggiore
slancio.
“Mamma, anche se sono
rimasta tranquilla, è inutile che ti dica quanto questo ennesimo colpo mi ha
ferito. Mi sono sentita come se il mio stomaco e il cuore se ne fossero discesi
in cantina. Ho ringraziato il sacrestano – che, poverino, soffriva per me e non
ha nessuna, nessunissima colpa in tutta questa storia, quindi va lasciato in
pace – e sono partita, chiedendo spiegazioni al Signore e a Te. Perché,
onestamente, sono stufa di essere presa in giro. Prima però di dirTi che cosa
credo sia veramente successo, vorrei precisare alcuni punti importanti.
Mamma, io non voglio esaltare quello che ho fatto, perché lo amo molto e, in fin dei conti, credo di avere fatto solo quanto era giusto: amarlo non è un merito. Però è giusto anche aggiungere: nessuno, nessuno può rendersi conto di quanto ho sofferto. Per 4 anni e mezzo ho subito di tutto: sono stata ignorata, rifiutata, evitata, messa da parte, in certi momenti addirittura umiliata e insultata gratuitamente. Proprio a me, che già venivo da un passato post-traumatico, questo trattamento faceva un effetto ancora maggiore che a un altro. Mi bruciava il cuore. Solo di rado ho ricevuto qualche sorriso o parola buona. Se l’ho tollerato, non è perché sono scema; so bene quello che faccio e non sono per nulla masochista. Anzi, data la situazione, Mamma cara, e Tu lo sai molto bene, avrò pensato di lasciarlo perdere e mandarlo a quel paese almeno una cinquantina di volte. Ma Tu sai benissimo, Mamma adorata, perché sono rimasta accanto a lui: perché me lo dicevi Tu. “Non lasciarlo mai”, mi hai detto; e ogni volta che intendevo lasciar perdere, Tu, o qualche santo, come Santa Rita o Padre Pio, mi dicevate di perseverare, di rimanergli accanto e di continuare a pregare. Sempre continuare a pregare. Non ho mai smesso di pregare e di amarlo fedelmente. E poi sono rimasta perché mi rendevo conto, soprattutto, di quanto il mio Principe soffrisse: vedevo che, quando mi mandava via, in realtà il suo comportamento era dettato dalla sofferenza che si portava dentro. E allora sono rimasta. E ho fatto acrobazie per aiutarlo. Ai limiti dell’impossibile. Passando regolarmente per scema, anche se non era vero. Accumulando le brutte figure, anche se mi sarei meritata tutt’altro.
Mamma, ne sono sicura: per
buona parte di questi ultimi anni, lui ha creduto che noi potessimo un giorno
coronare il nostro amore. Lui ci ha creduto, altrimenti non ci sarebbe rimasto
così male, a marzo, quando, non sapendo più come smuoverlo, ho interrotto le lettere.
Lui sperava di guarire. Probabilmente, lo spera e ci crede ancora. Non sono
stupida: me ne accorgo. Così come mi accorgo del fatto che lui mi segue, in
varia maniera, di nascosto. Quindi, in una situazione del genere, dire che lui
non ha responsabilità nei miei confronti solo perché formalmente non mi ha
detto nulla di preciso è scorretto. Ma per decidere la questione, per parlarmi
sinceramente, sia che avesse inteso
dirmi di sì, che se fosse stato costretto a dirmi di no, avrebbe dovuto essere
pienamente sincero con me e ammettere di avere un problema serio. Ma questo non
è mai riuscito a farlo”. Lei tace, si rilassa sui calcagni e fissa la Vergine,
in alto, sorridente sopra il capo del Suo bambino. Lei comprende. Nessuno ha
mai voluto comprendere l’amore della Principessa, forse, calato com’era nei suoi
problemi, neanche il Principe: e nessuno, quindi, l’ha presa sul serio. E’
triste, tristissimo, quando le persone non riescono o vogliono vedere la verità…Ed
è anche più triste la condizione di chi la vede e, proprio per questo, non
viene preso sul serio dagli altri. Una brezza leggera fa ondeggiare lievemente
i fiori dinnanzi alla Vergine, quasi malinconicamente. Tutto tace, come in
attesa.
“Infine, un’ultima cosa,
forse la più importante di tutte. In questi anni, Mamma cara, la Tua presenza
accanto a noi due è stata continua e dovrei scrivere un libro per richiamare
tutti i segni che ci hai dato della Tua vicinanza a noi. Tu mi hai detto e
fatto capire più volte che volevi io rimanessi con lui. Persino padre A. mi ha
detto di portare al mio Principe un regalo da parte Tua. Ebbene, ne sono sicura:
questa è la Tua amorevole risposta perché quando lui era piccolo, o anche in
seguito, quando si sentiva solo, non amato, rifiutato e gli mancava la
tenerezza di un autentico amore materno, Lui si rivolgeva a Te. Io stessa l’ho
visto pregare davanti alla Tua immagine, quella della Madonna delle Grazie, con
la testa tra le mani, il giorno del Corpus Domini 2018. E Tu, allora, hai
mandato me. Ecco perché il legame tra noi è rimasto, nonostante tutto, così
solido. E chiunque si schiera contro questo, inevitabilmente, agisce contro di
Te, contro il Tuo amore, probabilmente su seduzione dell’avversario, perché Tu
vuoi salvare; Tu lo vuoi sano e forte, lo vuoi guarire. Tu dimostri e hai
dimostrato un amore costante e indefettibile nei confronti del mio Principe.
Grazie. E ora, ti prego, Mamma, di concludere in bene la Tua opera”.
"Ma adesso, infine, Ti
dico quello che penso dell’accaduto. Può essere, in effetti (e io cosa ne so?),
che lui si sia trovato un’altra all’estero: mi pare un po’ strano in tempi come
questi, in cui spostarsi è diventato molto più difficile, ma può sempre essere.
D’altronde, lui si sente tanto male con me, che non capisco come potrebbe
interagire tranquillamente con un’altra in una situazione simile. Certo è
migliorato, ma ce ne vuole prima di potere presentare una ragazza in famiglia! E
che lui, con la sofferenza che prova, sia arrivato a tanto, mi pare
sinceramente strano. Lo voglio sottolineare:
lui è un uomo perfettamente normale, sano, ma il trauma lo fa star male
a contatto con una ragazza: quindi, stando così le cose, non riesce a
controllare una situazione del genere. Quando avrà elaborato il trauma, farà
quello che vorrà. Comunque, se è vero, fatto salvo il fatto che non si sarebbe
comportato molto lealmente con me (in base a quanto ho detto prima), se lui ha
trovato un’altra ed è felice, va bene. Di certo, io non posso più corrergli
dietro.
Ma mentre tornavo a casa e pregavo, tutto mi è apparso in una luce nuova. Quindi, secondo me – anche se potrei sbagliare – è più probabile che le cose siano andate così. Suo padre ha capito che io avrei fatto una chiacchierata col sagrestano e he pensato bene, nei giorni seguenti, di riferirgli che suo figlio aveva trovato un’altra (una straniera, cosicché nessuno avrebbe potuto controllare se era vero), ben sapendo che lui me lo avrebbe riferito e per mandarmi via. Difatti, mi ha insospettito molto il fatto che mi venisse chiesto di non dire niente al mio Principe. Perché? Se lui si fosse veramente sistemato, avrebbe anzi piacere che si sapesse. Invece, questa “notizia” si accorda perfettamente al clima di sotterfugio che circonda l’atteggiamento di suo padre. Se questa è la verità, si tratta di un atto gravissimo, tantopiù se (come temo) è avvenuto alle spalle del mio Principe. Tuttavia, questo mi ha fatto capire definitivamente da dove viene la sua sofferenza, per cui Ti ringrazio, Mamma cara, dei risvolti positivi”. La Vergine sembra sorridere ulteriormente e inondare la Principessa della luce d’amore dei suoi occhi. Anche il Santo Bambino le sorride.
“Tralascio il fatto di
come sono stata trattata io: dopo le difficoltà che ti dicevo prima, dopo avere
sacrificato di tutto per il mio Principe, sono stata mandata via, se la mia
lettura è corretta, come un cibo indigesto. Per anni ho lottato contro il mio
legittimo desiderio di farmi una famiglia, di avere dei bambini, di avere
accanto finalmente qualcuno che mi amasse. Non so fino a che punto, Mamma cara,
i suoi possano immaginare tutto questo, ma se solo ci riflettessero su un
attimo, potrebbero comprendere almeno che per me stargli accanto per anni è
stato oltremodo difficile, che non ci ho guadagnato praticamente nulla (a parte
il fatto di guarire interiormente, ma questo lo avete voluto Tu e Tuo Figlio) e
che sono rimasta in modo fedele e costante. Non sono una fissata che lo insegue
perché infatuata di lui, del fatto che è bello, che ha una posizione o che è
intelligente. Non sono una che si è fatta delle fisime. Ma lasciamo andare
tutto quel che riguarda me: del resto, se anche li trovassi nel fosso, lo sai,
li raccatterei col cucchiaino. Da Te ho imparato a perdonare.
No, Mamma, quel che mi
sconvolge è ben altro. Ormai è evidente: questo è un atteggiamento del tutto
irrazionale. Non capiscono neanche qual è la realtà. Si trovano davanti una
ragazza buona, di fede, costante, di propositi seri e che, in tutta evidenza,
vuole il suo bene; non solo, ma quasi sicuramente possono almeno supporre che
io abbia capito di che cosa il figlio soffre, non solo, ma anche che sappia
come aiutarlo. Ma tutto questo, per loro, non vale niente. Non si pongono
neanche il problema, apparentemente, di quello che può provare il figlio – se
lui non sa niente; ma è palese che non lo hanno mai capito -; no, irrazionalmente,
per loro l’unica cosa da fare è mandare via questa ragazza “scomoda”. Mandano
via una giovane donna che ha fatto di tutto per renderlo felice. A loro non
importa che il figlio rimanga vittima dei suoi problemi, che non guarisca, che
possa passare il resto della sua vita da solo. Tutto questo non conta. Certo, è
pur sempre possibile che lui non mi voglia, o che sia d’accordo a mandarmi via:
ma la cosa mi pare un po’ strana. Perché allora non dovrei dirgli niente?
Altrimenti, il fatto che lui mi ami, anche questo non conta niente. Che cosa
conta per loro, allora? Purtroppo, è evidente. Queste cose succedono nelle famiglie,
anche di buone intenzioni, in cui si dà troppa importanza alle apparenze. Guai
fare delle brutte figure! ...Strano.
Quante ne ho fatte io perché lo amavo? Quindi, la cosa più drammatica è che per
loro, il figlio (il mio Principe), finché ha successo, fa carriera e accosta i
potenti di questo mondo, va bene e se ne gloriano anche; ma quando si tratta delle
sue sofferenze, queste devono essere nascoste sotto il tappeto: forse per un
malinteso intento di protezione; più che altro, per non fare brutta figura. A
suo padre gliel’ho letto in faccia.
Già lo subodoravo da
anni, perché da vari segnali era evidente: eppure, nutrivo grande stima per il
papà del mio Principe, perché lo ritenevo una persona intelligente e di fede. Mi
aspettavo che, magari con discrezione, mi chiedesse delle notizie sulla mia
esperienza e su come aiutare suo figlio. Invece niente. Tutto il contrario.
Sembra che non abbiano neppure fiducia e volontà che lui guarisca. Stando così
le cose, hanno allora fiducia in lui? Nelle sue possibilità? Mah. Un genitore
che ama veramente suo figlio cerca di lenire in ogni modo la sua sofferenza: se
il bambino è nato, che so, con un handicap, si sforza di donargli una vita
normale, di fargli capire che è come gli altri, di comprenderlo, di rafforzarlo,
di dargli fiducia in se stesso. Qui invece è il contrario: ne stanno facendo
una tragedia. E di questa tragedia sovraccaricano il mio Principe.
E allora, anche se non voglio giudicarli e sto solo ai comportamenti che ho notato, è evidente che, se lui soffre così tanto, è colpa loro. Solo loro. Non lo hanno mai compreso in partenza nella sua natura di giovane plus-dotato, più intelligente, ma anche più sensibile e incline alla sofferenza degli altri; e man mano che i suoi problemi montavano, gli hanno rovesciato addosso una valanga di sentimenti negativi: lo hanno rifiutato per quello che era, lo hanno indotto a provare dolore, senso di colpa per quel che era o diceva, per i sintomi che mostrava, ma anche per i suoi sentimenti, per le sue vulnerabilità, per quando si innamorava…Sono certa che lui cerca di nascondere loro il più possibile i suoi sentimenti. La fobia, la paura di essere visto, non deriva da me, ma dai suoi. Così gli stanno praticamente proibendo di innamorarsi e di vivere il suo amore: gli stanno proibendo di essere se stesso. Sono sicura che lui non si sente neanche in diritto di manifestare i propri sentimenti a casa; che lui di se stesso può rivelare solo quel che vogliono loro; soprattutto, sono certa che a casa sono frequenti le scenate, i ricatti affettivi (“ se non fai quel che voglio io, non mi vuoi bene”), le bugie, le colpevolizzazioni. In una parola: qui c’è una forte componente di manipolazione relazionale. E questo, Mamma, sta distruggendo il mio Principe. Il mio Ciccio! – e tace per un attimo. La Vergine pare ascoltare con il suo sguardo dolce e comprensivo, ora divenuto persino più caldo e dolce. Poi la ragazza riprende:
“Ora capisco tutto. Vedi,
Mamma cara, in fin dei conti la sua affezione post-traumatica, qualunque essa
fosse, mi preoccupava solo in parte: si poteva curare e si può guarire. Anzi,
sicuramente lui, nel corso di questi ultimi anni, è migliorato. Il problema,
invece, era un altro, ben peggiore. Non sono quasi mai riuscita – tranne forse qualche
volta – a indurlo a prendersi cura di se stesso. Sembrava che lui potesse
accettare solo alcune forme di terapia, in cui faceva da sé, di nascosto. Capisco
che lui si sentisse male vicino a me, ovvio; ma che lui rigettasse ogni forma
di comunicazione con me, anche la più elementare e anodina – come scrivermi o
rispondere al telefono -, che lui rifiutasse di andare da un terapeuta, persino
di dedicare tempo alla preghiera, così fondamentale, o tempo a se stesso...Tutto
questo per me era incomprensibile. Era come se lui dovesse nascondere ogni suo
problema sotto il tappeto. Guai parlarne! Guai accennarvi! Tutto ciò doveva
sparire. Tabù. E con i problemi, però, spariva (letteralmente) anche lui. Lo
hanno fatto provare imbarazzo e disagio per se stesso. Eppure, lui ha tentato
disperatamente di guadagnarsi l’amore dei suoi: in particolare di suo padre. Vedendo
che il suo successo lavorativo lo compiaceva, si è lanciato su questa strada a
corpo morto, ben oltre il necessario. Ecco anche perché lui lavora così tanto e
non si ferma mai: questa è l’unica maniera che sente di avere a disposizione
per catalizzare l’attenzione positiva dei suoi. La fascinazione per le
autorità, l’ammirazione per i potenti…Sembrava sempre che lui fosse in cerca di
una figura paterna. E, al tempo stesso, gli mancava tremendamente l’amore
materno. Povero il mio Ciccio…Sono sicura che ha cercato in tutti i modi di
compiacerli. Tutti. Mentre i suoi fratelli si sono dati alla fuga, lui è l’unico
che ritorna regolarmente a casa. La sua rettitudine, il senso di debito verso
di loro, fa sì che lui si senta in dovere di essere sempre a disposizione.
Eppure, ciò che lui fa non basta mai…Mamma, sono arrivati al punto di agire contro di Te e le Tue grazie...
Qui percepivo il nocciolo duro della resistenza. Questo mi ha reso la vita impossibile e questo mi ha fatto soffrire enormemente, perché mi sono trovata contro un muro, mentre il mio Principe sembrava un prigioniero, cui fosse stato proibito persino di parlare. Mi ricordava la fiaba in cui una serva prende il sopravvento su di una Principessa durante il viaggio verso il paese lontano dove lei dovrebbe sposarsi col figlio del re; la serva la obbliga a scambiare abiti e ruolo con lei, quindi le impone di non parlare di questo ad anima viva. A mio avviso, un giuramento del genere è illegittimo, ma la Principessa, buona, lo mantiene; finché il re comprende e la libera dicendole di rivelare tutto alle pietre dei muri di una stanza chiusa. E lui allora ascolta e apprende la verità.
Allora, Mamma, il
nocciolo del problema non è tanto quello post-traumatico, bensì che i suoi
hanno imposto al mio Principe un diktat, secondo cui il suo problema era
tabù e doveva rimanere sotto il tappeto. Perciò lui aveva ricevuto l’ordine
implicito di tacere e di non manifestare la sua sofferenza. Raramente lo avrà
fatto, magari col confidente sbagliato, e dopo sarà stato peggio. Inoltre, lui deve avere vissuto un profondo stato di confusione: teso tra la necessità di rispettarli e amarli e quella di salvaguardarsi, non avrà capito più che cosa era giusto fare. Ovviamente,
il loro atteggiamento è dettato dall’irrazionalità che scaturisce da forme di
egoismo: quindi, non è detto che loro lo abbiano fatto del tutto
consapevolmente. Non credo che gli abbiano detto di tacere in modo esplicito. E’
più probabile che questo ordine glielo abbiano trasmesso con il loro modo di
vivere: mediante sguardi, discorsi, comportamenti, azioni, che, giorno dopo
giorno, gli hanno fatto capire: “Taci. Non dire niente di te, perché quel che
dirai di te, non è bene accetto. Nessuno deve sapere all’esterno quello che
sei. Tu devi fare solo bella figura. Il resto, guai a parlarne”. In altri
momenti, potrebbero averlo forzato in senso opposto: “fai così, fai colà…Si può
sapere perché non combini niente?” e così via. Quel che conta sono le apparenze
e queste devono essere ineccepibili. Dico così, Mamma, perché so per esperienza
che queste cose succedono davvero in molte famiglie e provocano indicibili
sofferenze: se è la verità, il mio Principe la riconoscerà.
Ora Mamma, questo è quel
che penso sia successo, anche se potrei sbagliare. E’ pur sempre possibile che
lui lo sappia e che sia d’accordo con una visione del genere; ma mi sembrerebbe
strano, considerata la sua rettitudine, che ho sempre amato tanto. Io spero
tanto che Tu, co il Tuo amore, gli ispiri quel che è giusto fare, per
liberarsi. Vedi Mamma, se li dovessi fronteggiare io, saprei bene come
ribattere, in modo fermo e assertivo; ma io sono esterna alla situazione e lui
poi ne sconterebbe le conseguenze. Del resto, è perfettamente possibile che lui,
impulsivo e retto com’è, provi la tentazione di affrontarli direttamente e di
dirgliene quattro. Mamma, trattienilo! Sarebbe 10 volte peggio e perderebbe le
ultime possibilità di liberarsi! Lui esce da ogni discussione o lite sentendosi
come uno straccio e ancora più avviluppato dai legami del senso di colpa e del
disagio nei confronti di se stesso. Infatti, un genitore possiede un ascendente
fortissimo su di un figlio: quindi, d’istinto, durante una lite vince sempre
lui (specie se tende alla manipolazione), perché sente dove colpire per vincere.
A questo si aggiungano colpevolizzazioni e ricatti affettivi. No, il mio
Principe, Mamma cara, ha bisogno di mantenere la discrezione e rimanere
tranquillo. Fare finta di niente. Quando siamo circondati da persone che praticano la manipolazione,
anche solo in parte, ogni informazione che gli diamo di noi ci mette in loro balia.
No.
Piuttosto, lui ha bisogno
di riflettere, pregare e agire con prudenza per il suo bene. Quando si sarà rafforzato e sarà guarito,
potrà affrontarli, in modo calmo e assertivo, e ristabilire la verità. A quel
punto, loro si sentiranno più deboli di lui. Bisogna infatti ricordare che il
loro atteggiamento nasce da una profonda mancanza di autostima. Possono
sembrare forti, ma se si comportano così, con bugie e sotterfugi, non lo sono,
anzi: probabilmente, la loro mancanza di autostima è ben più drammatica di
quella del Principe (provocata, del resto, da loro). Proprio per questo motivo,
loro non cambieranno e non ammetteranno mai di avere torto. Mai. Ormai sono anziani
e si sono fossilizzati nelle loro idee. Su questo il Principe può metterci una pietra
sopra: né gli daranno mai il riconoscimento di cui ha bisogno. Riconoscerlo e
accettarlo, per il Principe, fa parte del cammino di guarigione. Ma lui può
accettarlo solo se sa che, offrendolo a Te, Mamma, può convertire questo dolore
immane in qualcosa di utile. Inoltre, lui può pregare perché tu tagli i legami
malsani che ha con i suoi familiari. Sto parlando dei legami malsani: l’affetto
filiale è un’altra cosa. Quando in una famiglia c’è un’atmosfera malsana dal
punto di vista psicologico, si creano dei legami che imprigionano i suoi
membri. Pregare per esserne liberato, significa già decidere interiormente di
non essere più soggiogato a quella forma di menzogna e decidere per il bene, la
verità e la guarigione. Per guarire, è indispensabile prendere spiritualmente e moralmente le distanze dagli errori e dai peccati dei propri genitori.
Mamma cara, Vergine
santissima, Tu che mi hai sempre amato come un figlio, oggi offro a Te ed a Tuo
Figlio i legami malsani che mi legano ai miei, affinché Voi possiate spezzarli
e liberarmi da ogni male. Al tempo stesso, desidero dedicarVi tutto il mio
dolore, perché possiate fare del bene agli altri. Vi amo ed abbiate
misericordia di me.
Sicuramente, si renderà
conto di migliorare. Infine, lui ha bisogno di prendere le giuste decisioni per
la sua vita. Vuole essere libero e felice, oppure no? Quando i genitori, con i
loro atteggiamenti sbagliati, ci stanno distruggendo o ci fanno comunque del
male – il che capita spesso, purtroppo -, è giusto continuare a rispettarli,
ma, al tempo stesso, tenerli alla giusta distanza in modo da non esserne
condizionati. Distanza di sicurezza. Perciò, ad esempio, lui dovrebbe passare il meno tempo possibile
dai suoi e non dirgli niente dell’accaduto. Inoltre, avrebbe bisogno di pregare
molto e di rivedere i suoi comportamenti invocando la protezione e l’ispirazione
dello Spirito Santo: che cosa lo danneggia effettivamente e che cosa lo aiuta?
Una volta eleminati i pregiudizi generati dai cattivi legami con i diktat familiari,
che cosa lo può far stare meglio e che cosa no? Ma ci vuole comunque tanta
preghiera. E io, sono sempre qui, a sua disposizione. Ma non credo di potere,
al momento, continuare a mandargli poesie e coccole. Come faccio in questa
situazione di scarsa trasparenza? Non so cosa fare. Io vorrei continuare, anche perché la sua guarigione, secondo me, è ormai molto vicina: e sicuramente, se ha bisogno per il lavoro di una connessione stabile, la mia casa resta a sua disposizione. Ma non so cosa fare. Sta a lui prendere le decisioni giuste, secondo verità e secondo quanto gli
suggerisce lo Spirito. Ricordando, Mamma santa, quel che è la verità della
Scrittura: L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla donna…Questa
è la via per essere veramente uomini: prendere responsabilmente in mano la
propria vita e fare ciò che è giusto”.
La Principessa ha
concluso la sua preghiera: e ora attende. Guarda con fiducia al volto della
Vergine, che sorride più ampiamente, come se nei suoi occhi riflettesse tutto l’amore
che prova per entrambi. Il lieve chiarore del lumino pare portare una promessa
di gioia nella stanza silenziosa. Gli occhi della Principessa brillano di amore per Lei, ma anche, in modo diverso, per il suo Principe.