venerdì 27 gennaio 2017

Oltre il mare 2

Oltre il mare 2

Solo Dio riesce a dominare il mare. Anche gli antichi Greci, quando videro che il re persiano Serse voleva soggiogare il mare con  un ponte lanciato sugli Stretti, nel 480 a.C., pensarono che era un pazzo superbo; il mare non si domina. E quando Gesù seda la tempesta, gli Apostoli fanno tanto d'occhi e si chiedono: "Chi è mai Costui al quale i venti e il mare obbediscono?" (cfr. Mt. 8,23-27). Solo Dio è  capace di tanto. Il mare è l'abisso: a volte sfuma negl'inferi ed è comunque una realtà infida, negativa. Solo Dio divide e domina il mare. E allora, quando è  nato Israele, Dio ha ripetuto il prodigio della creazione: ha dominato il mare, ha vinto l'abisso e ha permesso agli Ebrei di passarci attraverso incolumi, per raggiungere invece la Terra Promessa. Gli Egiziani, invece, precipitano nell'abisso, quello che in ebraico si chiama tehom. 



Ecco allora che giungo alla morale della mia storia. In questa Giornata della Memoria mi viene da dire che, se gli Ebrei non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Sono loro i primi che hanno attraversato l'abisso: e ci aprono la strada. Il popolo ebraico in fuga attraverso lo yam suf ha aperto la strada verso la libertà, la giustizia e una Terra Promessa dove Dio si è impegnato a osservare un'Allenza che avrebbe protetto i più deboli. Il cuore dell'Alleanza è questo: vincere il male, praticare la giustizia e sostenere quelli che sono poveri, come povero era Israele in Egitto. Ancora prima che i Romani si inventassero il diritto o i Greci la democrazia, gli Ebrei testimoniano la nascita di un mondo migliore, basato sulla libertà, sulla giustizia e sulla  misericordia. Guai se non ci fossero.


Gli Ebrei vanno avanti e ci fanno strada. Ecco  perché i Neri d'America, nei loro spirituals, tornavano continuamente su questo episodio  biblico: Go down, Moses, cantavano, quando il fiume Ohio rappresentava davvero la separazione tra gli Stati abolizionisti e quelli schiavisti. Anni fa lessi un saggio che non sono più riuscita a recuperare, ma in cui ci si chiedeva a che scopo esiste ancora Israele. E poi, il saggio, davvero molto bello, citava Isaia 2, 2-5:


                                        Passaggio del Mar Rosso, anonimo, Cappella Sistina
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà eretto sulla cima dei monti
e sarà più alto dei colli; 
ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
"Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio  del Dio di Giacobbe,
perché ci indichi le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri".
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e sarà arbitro fra molti popoli. 
Forgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada
contro un altro popolo,
non si eserciteranno più nell'arte della guerra. 



Qual è il compito di Israele? Esso guida tutti i popoli verso il monte del Signore: e verso la sua Legge, diceva il saggio. Aggiungo: gli antichi Ebrei (e non solo) erano profondamente orgogliosi del Decalogo, che vedevano giustamente come un privilegio: Dio stesso aveva fornito loro le leggi! E le leggi nascono, specie quelle divine, se applicate bene, per permettere una vita di armonia e felicità. Ecco allora che nell'armonia che scaturisce dalla Legge, non esiste più guerra, ma solo onesto lavoro, che promuove l'abbondanza: perché se io osservo la Legge e mantengo i miei limiti, rispetto gli altri e non c'è più ragione per un conflitto. C'è la pace.

Verso questo monte guida Israele. C'è e ci deve essere, perché rimane il punto di riferimento del percorso della storia, la fiaccola che illumina il cammino verso il Bene: verso Dio. Israele è testimone, fin dalle sue origini, del fatto che la felicità, a livello comunitario, è possibile. E' testimone di  un ideale. E' testimone di quello che Dio può fare e custode della Legge che è uno dei suoi strumenti d'azione principali nella storia. Forse proprio per questo, nei momenti più bui della storia, c'è sempre qualcuno che vuole distruggere Israele. Non è solo crudeltà o stupidità umana: è il segno che esiste un male radicale. L'Avversario. Qualcuno che va al di là della storia, anche se è perdente in partenza, e che vuole distruggere i sogni migliori degli esseri umani, i loro valori. Nel secolo appena trascorso, agli Ebrei in primis è toccato l'immane, terrificante compito di attraversare il mare del male provocato dalla follia nazista, ma anche dalla complicità di ben altri organismi, specie politici e intellettuali (si ricordi che tutta l'Europa allora "evoluta", o gli USA, impazzivano per le leggi eugenetiche....).


Ma c'è dell'altro. Come testimoni dell'Altissimo, gli Ebrei sono anche testimoni del fatto che la realtà no si appiattisce a livello materiale, come tanti cercano di farci credere oggi: essi testimoniano che esiste una sfera più elevata, che va al di là del terreno e della materia. Che cosa induce così tante persone a perseguitare, loro come i Cristiani, anche oggi? Il fatto che essi testimoniano un ordinamento al di sopra di quelli terreni. Sono scomodi, perché la loro presenza ci ricorda che uno Stato, un governo, un'ideologia, non ha il diritto di asservire le nostre coscienze. C'è qualcos'altro, ben oltre. Qualcosa che va al di là delle nostre teste, persino al di là del meraviglioso cielo stellato che possiamo contemplare ogni notte. Per questo stesso motivo, Israele (in senso spirituale) giudica gli enti terreni. Essi sono limitati. Ma le realtà spirituali si ergono al di sopra. E con esse la nostra coscienza.


                                                                       Viktor Frankl
Mi viene in mente un film di Tarkovskij, Stalker, il cui protagonista è una guida che aiuta altri ad attraversare una "zona" contaminata verso una stanza dove si può conseguire quanto si desidera. Israele è passato oltre l'abisso del male, aprendo la strada agli altri. Se oggi facciamo memoria dell'Olocausto, non è solo perché bisogna ricordare le atrocità naziste: è perché Israele ci può guidare così, tramite la  memoria, verso un mondo migliore. Ed è anche perché gli esseri umani provano la ricorrente tentazione di eliminare i testimoni e quanti rappresentano il meglio. Cosa c'è oltre l'Olocausto? Ci sono persone come Viktor Frankl, il grande psichiatra, che concepì la sua logoterapia ad Auschwitz, dopo avervi perso i genitori e l'amatissima moglie, praticamente tutta la sua famiglia. Lui curava le persone permettendo loro di ritrovare il senso della loro sofferenza: logos, cioè parola, cioè razionalità. Ritrovò il sorriso dopo l'abisso. Poteva fuggire  negli States: ma quando gli arrivò il passaporto, tormentato dal dubbio, perché non voleva abbandonare i suoi genitori, pregò ed aprì la Bibbia a caso: trovò il Quarto Comandamento: Onora il padre e la madre. Decise di non partire. Seguì i suoi ad Auschwitz. Sopravvisse a tre anni di torture. Ma ne uscì fuori. Ormai anziano, volle imparare a lanciarsi col paracadute (!). Oltre il mare, c'è sempre la Terra Promessa.


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