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mercoledì 11 gennaio 2017
Florence (S.Frears, 2016)
Florence
Voi cerchereste di diventare famosi come cantanti pur essendo stonati come un campanaccio? E di cantare nientemeno che alla Carnegie Hall? Ebbene, questo è stato il sogno (avverato) di Florence Foster Jenkins, un'ereditiera americana veramente esistita e la cui storia vera ha dato lo spunto al godibilissimo film di Stephen Frears Florence, con gli strepitosi Meryl Streep e Hugh Grant.
Florence Foster Jenkins (Meryl Streep) è un'ereditiera appassionata di musica e patrona di un club musicale molto rinomato a New York. Il suo più grande desiderio è cantare: ma è stonata come una campana. Eppure il marito, l'Inglese St.Clair Bayfield (Hugh Grant), la sostiene in questa sua passione e cerca di proteggerla a tutti i costi dalle malelingue che la criticano aspramente. Per coronare il suo sogno, anzi, la appoggia nella ricerca di un maestro di musica: e, allo scopo, viene scelto il timido e sensibile, ma competente, Cosmé McMoon (Simon Hellberg). Le lezioni di musica sono esilaranti: in realtà, Florence, così spumeggiante e gioiosa, a volte quasi svampita, cela un pesante segreto e una vita di sofferenza: il primo marito le ha attaccato la sifilide, che le ha rovinato l'esistenza. La malattia, rimasta al secondo stadio per decenni, le ha impedito di avere figli, le ha danneggiato i nervi delle mani, impedendole di diventare la concertista che sognava; le sono caduti tutti i capelli, i problemi fisici si sono moltiplicati, per anni non ha mai consumato il matrimonio col suo grande amore, St.Clair, per paura di contagiarlo, è stata obbligata a pesantissimi trattamenti col mercurio e l'arsenico, e, come se non bastasse, su di lei pende di continuo la minaccia della terza fase della malattia, quella della follia. Per questo, il marito, proteggendola con amore genuino (anche se non privo di debolezze) cerca di salvare il suo ultimo sogno: cantare. E cantare per i soldati in guerra, per farli sentire meglio. Perché no?
La commedia è divertentissima, anche se la comicità è semplice, basata principalmente sulle stecche di Florence (e Meryl Streep è bravissima, perché, pur essendo intonata, come sappiamo da Mamma mia!, riesce a steccare in modo credibile, il che è difficile) e sulle facce strane del suo maestro di musica davanti a queste...esibizioni (forse però Hellberg risulta troppo caricaturale). In questo, il film rispetta la vena di Stephen Frears, che, nelle sue pellicole, ama il realismo: tutti ricorderanno lo straordinario The Queen, così credibile, che pareva di vedere girare per davvero la Regina di Inghilterra, interpretata da Helen Mirren. Il realismo è accentuato qui dalla cura per le scenografie e la ricostruzione storica, degli ambienti e delle situazioni nella New York degli anni '40. Se Meryl Streep riesce a dare spessore a un personaggio non ovvio, che oscilla tra candore e malinconia, ingenuità e spumeggiante allegria, Hugh Grant è perfetto nel ruolo del gentleman inglese che, con il suo sorriso stirato, cerca di far fronte a ogni sorta di assurdità.
Florence non è però una commedia semplice. Vari spunti lasciano capire la crudeltà della società che circonda questa ereditiera ingenua: bugie, di cortesia o meno, volgarità, ipocrisia, favori e applausi comprati col denaro; persino St.Clair, che, in fin dei conti, la ama sul serio, intrattiene però una relazione con un'altra donna, per debolezza. E' come se lei continuasse a credere di vivere nel bozzolo in cui, senza dubbio, era stata allevata nella sua ricca casa di Philadelphia, ricca e puritana. La malinconia emerge spesso, a ricordare che Florence però non è così ingenua. Aveva il diritto di cantare pur essendo stonata? Ebbene sì: perché lo faceva col cuore. Chi la criticava aspramente era da compatire lui, invece: perché non capiva che cosa significano umanità e misericordia.
Florence
Would you try to become famous as a singer despite being out of tune like a cowbell? And to sing nowhere else than at Carnegie Hall? Well, this was the dream (come true) of Florence Foster Jenkins, a real American heiress whose true story has been the occasion to the very enjoyable Stephen Frears' film, Florence, with the terrific Meryl Streep and Hugh Grant.
Florence Foster Jenkins (Meryl Streep) is an heiress and passionate of music; she is also the patron of a very popular music club in New York. Her greatest wish is singing, but she is out of tune as a bell. Yet her husband, the Englishman St. Clair Bayfield (Hugh Grant) supports her passion and tries to protect her at all costs from the gossips of those who criticize her harshly. To accomplish her dream, indeed, he supports her search for a music teacher, and, in order, they choose the shy and sensitive, but competent, Cosme McMoon (Simon Hellberg). The music lessons are hilarious: actually, Florence, so bubbly and joyful, sometimes almost dizzy, hides a dark secret and a life of suffering: her first husband passed to her syphilis, which ruined her existence. The disease, which remained at the second stage for decades, prevented her from having children, damaged the nerves of her hands, preventing her from becoming the concert pianist she dreamed of; all her hair fell out, physical problems multiplied, for years she never consummated the marriage with her great love, St.Clair, she was forced to heavy treatment with mercury and arsenic, and, to make matters worse, the continuous threat of the third stage of the disease, that of madness, hung upon her. Therefore, her husband, protecting her with genuine love (though not without weaknesses) tries to save her ultimate dream: to sing. And singing for soldiers at war, to make them feel better. Why not?
The comedy is hilarious, even if the humor is simple, based mainly on Florence's bad tune (and Meryl Streep is very good, because, despite being in tune, as we know from Mamma Mia !, she can sing out of tune in a credible way, which is hard) and the strange faces of her music teacher in front of... these performances (but Hellberg is maybe too caricatured). So, the film respects Stephen Frears' vein, who likes realism: everyone will remember the extraordinary The Queen, so believable, that you could believe to see for real the Queen of England, played by Helen Mirren. Realism is accentuated here by the attention to the scenery and the historical reconstruction of environments and events in the New York of the '40s. Meryl Streep manages to give depth to a not so obvious character, one fluctuating between innocence and melancholy, ingenuity and bubbling joy, Hugh Grant is perfect in the role of the English gentleman who, with his stretched smile, tryes to cope with all sorts of absurdity.
Florence is not, however, a simple comedy. Various hints let understand the cruelty of the society surrounding this naive heiress: lies, courteous ones or not, vulgarity, hypocrisy, favors and applause bought by money; even St.Clair, who, after all, loves her seriously, however, has a relationship with another woman, out of weakness. She looks like believing to live still in the cocoon where, no doubt, she has been brought up, in her house in Philadelphia, a rich and puritanical house. Melancholy often comes up, recalling that Florence is not so naive though. Had she the right to sing being out of tune? Well yes, because she did it with her heart. Those who harshly criticized her were to be pitied themselves instead: because they did not understand what humanity and mercy mean.
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