giovedì 29 settembre 2016

La gloriosa 4O...in gita! (3 puntata) - The glorious 4O...on trip! (3rd episode)


La gloriosa 4O...in gita! (3 puntata)


Errata corrige: Nassim ci tiene a far sapere che il suo soprannome autentico non è "Nas", come la sezione antisofisticazione dei Carabinieri, bensì "Nass" (con la doppia "s" come Sir Biss, che è uno dei miei personaggi preferiti della Walt Disney: è simpaticiSSSSimo!).


Durante la pubblica lettura delle prime due puntate (ebbene sì! La classe ha voluto che leggessi a voce alta in aula il mio capolavoro!) a seguito della mia precisazione su chi è arrivato ancora più in ritardo di me, è sorta una discussione. Orla nega di essere arrivato in ritardo quel mattino e ha scaricato la responsabilità su Lafo (che, per essere precisi a livello documentario, è un ritardatario cronico). Lafo però ha negato e ha asserito che, quel mattino, era in perfetto orario. Io ricordo con precisione che mancava Orla all'appello, anche se è arrivato poco dopo di me. Alla fine, lo stesso Orla ha fornito la versione che ritengo più conforme alle fonti e pressoché definitiva. Lui era già arrivato, ma poi si è allungato fuori dalla stazione per fare un giretto. Ora, dato che Orla è quello dei giretti (se lo mandate in bagno, lui, per essere ecumenico e imparziale, fa una capatina anche al pianterreno, al seminterrato, alla  macchinetta del caffè, al distributore automatico delle merendine, al bagno del piano di sopra, al secondo, a visitare un suo amico al terzo piano ecc. ecc. ecc.), ritengo che la spiegazione sia sufficiente e attendibile. Abbiamo così la versione storica definitiva.

Nota: Il soprannome di Massimo, "Bario", nella versione inglese diventa "Barium".



Finalmente, dopo tante emozioni, eravamo riusciti a partire (pensate! Siamo già alla terza puntata e abbiamo appena preso il treno!). Il viaggio in treno, via Padova, fu senza storia (e meno male, sennò saremmo arrivati a Venezia senza coronarie). I ragazzi erano uniformemente e pacificamente sparpagliati su due vagoni, mentre io e i due colleghi ci mettemmo seduti al centro di uno di questi: dato che il discorso andò quasi subito sul mio blog (la mia mania di protagonismo...) e Silvia era incuriosita, ma non lo trovava sullo Smartphone, Celego passò un po' di tempo a darle alcuni aggiornamenti informatici e a spiegarle come trovarlo, come agganciarsi tra i followers ecc.

Arrivati a Venezia S.Lucia, facemmo subito una capatina al bagno e al bar della stazione, quindi partimmo a piedi alla volta di Ca'Rezzonico. Celeghini era con noi in missione pro infirmis: infatti, c'era Bellu (Alessandro) con le stampelle, perché, per tutto l'anno scorso, ha avuto dei problemi col legamento crociato (lui gioca a rugby e questa è stata la conseguenza di un incontro, o forse, per meglio dire, di uno scontro). Siccome è un gran bravo ragazzo, corretto e disciplinato (man mano che vivo allo sportivo, la mia stima per i rugbisti aumenta), tanto che ha di solito voti molto alti in condotta, mi spiaceva lasciarlo a casa; allora, mi è venuta l'idea di farlo partecipare a metà gita. Bastava che un collega venisse con noi e tornasse a casa con lui dopo la visita del museo e prima delle lunghe scarpinate per Venezia, e Bellu sarebbe potuto venire assieme noi. Di qui la nostra presenza tra noi di Celego in versione jolly. Poi si è scoperto che sarebbe dovuta partire in anticipo anche Asia, e Celego è divenuto sempre più indispensabile. L'ho detto io che, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.


Tuttavia, nella prima parte del nostro percorso, dato che Ca'Rezzonico non è lontano dalla stazione, Bellu ha deciso di venire a piedi con noi.
La prima tappa è stata la chiesa di S.Pantalon (Pantaleone). L'idea di entrarci è venuta a  me, perché la conosco, è molto interessante ed era di strada. Pochi sanno che la famosa maschera di Pantalone, simbolo dei ricchi padroni veneziani, deriva il nome da questo antico santo greco, venerato in terra bizantina e, quindi, a Venezia (Venezia è stata per secoli soggetta a Bisanzio). La chiesa dedicatagli si trova a Dorsoduro, fu edificata dopo il Mille, ma integralmente ristrutturata in un'epoca gloriosa per l'architettura veneziana, la fine del Seicento. Ma quello che rende celebre e molto particolare questa chiesa è la tela che orna il soffitto. Infatti, invece che da un affresco, il soffitto è integralmente coperto dalla tela più grande al mondo, il Martirio e gloria di San Pantaleone, opera di Gian Antonio Fumiani, che la dipinse nell'ultimo ventennio del Seicento.


                                                 Il magnifico soffitto di San Pantalon


Si vede infatti che è un'opera tipicamente barocca, con architetture illusionistiche che creano un effetto di trompe l'oeil e paiono ampliare la volta verso il cielo. Pare che il povero Fumiani sia morto cadendo da un'impalcatura mentre la dipingeva, per cui l'annoso lavoro dovrebbe avergli portato jella: però non v'è dubbio che il risultato sia una tela; infatti, si distingue il suo bordo sull'arcone sopra l'altare. L'opera è un capolavoro barocco, ma è rinomata per la sua ampiezza da record. Nella chiesa c'è anche un quadro di Paolo Veronese; la struttura rispecchia perfettamente l'architettura barocca della Venezia di Sei-Settecento. Ho quindi fatto accomodare la mia squadriglia sulle panche (quanto è comodo visitare una chiesa! E' gratis, si visita alla svelta e poi i ragazzi trovano dove sedersi!) e ho spiegato loro brevemente la storia della tela. Dopodiché, eravamo pronti per proseguire alla volta di Ca'Rezzonico. (continua) 

The glorious 4O ... on trip! (3rd episode)

Errata corrige: Nassim is keen to let people know that his real nickname is not "Nas", such as the Carabinieri section, but "Nass" (with the double "s", like in Sir Hiss, who is one of my favorite characters from Walt Disney: "simpaticiSSSSimo"!).


During the public reading of the first two episodes (yes! The class wanted me to read aloud in the room my masterpiece!) a discussion arose, about this issue: who arrived still later than me? Orla denies being late that morning and has downloaded the responsibility on Lafo (who, to be precise at a documentary level, is a chronic latecomer). But Lafo denied and asserted that morning he was right on time. I exactly remember Orla was missing at the last appeal, although he arrived shortly after me. In the end, Orla gave himself the version that I think most in conformity with the sources and almost final. He had already arrived, but then he got out of the station for a little stroll. Now, given that Orla has a soft spot for little strolls (if you send him to the bathroom, he, to be ecumenical and impartial, also walks to the ground floor, to the basement, to the vending machine of snacks, to the bathroom of the floor above, to the second one, to the third one, to visit a friend of his etc. etc.. etc..), I believe this explanation is sufficient and reliable. Thus we have the final version of the story.

Note: Massimo's nickname, "Bario", in the English version becomes "Barium".


At last, after so many emotions, we were able to start (imagine! We are already at the third episode and we just took the train!). The train journey, via Padova, had no story (and thank goodness, otherwise we would arrive in Venice with a heart-attack). The boys were uniformly and peacefully dispersed on two wagons, while I and my two colleagues were sitting in the middle of one of these: since the conversation went almost immediately on my blog (my mania ...) and Silvia was intrigued, but it was on the Smartphone, Celego spent some time to give her some computer upgrades and to explain how to find it, how to get among the followers and so on.

When we arrived at Venice Santa Lucia railway station, we made a trip to the bathroom right away and to the station bar, then we set off on foot in the direction of Ca 'Rezzonico. Celeghini was with us in mission pro infirmis: in fact, there was Bellu (Alessandro) with crutches, because, throughout the last year, he had problems with cruciate ligament (he plays rugby and this was the result of a meeting, or perhaps, more accurately, of a clash). Since he is a great guy, and very polite (as I work in the sport high school, my respect for rugby players increases), so that he has usually very high grades in this field, I was sorry to leave him at home; so I got the idea to have him doing a mid-trip. A colleague could come with us and later get home with him after the visit of the museum and before our long trek to Venice; like this, Bellu might come together with us. Hence our presence among us of Celego, in his version "wildcard". Then Asia had to leave early too, and Celego became increasingly indispensable. I said that, if there weren't Celego, he should be invented.


However, in the first part of our journey, since Ca 'Rezzonico is not far from the station, Bellu decided to come and walk with us.
The first stop was at the San Pantalon church (S.Pantaleone). The idea of getting in came to me, because I know it, it is very interesting and it was on our road. Few people know that the famous mask of Pantalone, a symbol of the rich Venetian masters, derives its name from this ancient Greek saint, revered in Byzantine earth and, therefore, in Venice (Venice was for centuries subject to Byzantium). The church dedicated to him is located in Dorsoduro, it was built after the year 1000, but fully restored in a glorious era for Venetian architecture, the end of the seventeenth century. But what makes this church famous and very special is the painting adorning the ceiling. In fact, instead of a fresco, the ceiling is covered in full by the largest canvas in the world: the Martyrdom and glory of San Pantaleone, by Gian Antonio Fumiani, who painted it during the last two decades of the seventeenth century.

                                       

                                                 The magnificent ceiling of San Pantalon

In fact this work is typically Baroque, with illusionistic architecture that create an effect of trompe l'oeil and seem to expand into the sky. It seems that poor Fumiani died falling from his scaffolding while he was painting, so the work brought him bad luck: but there is no doubt that the result is a canvas; In fact, its edge stands out on the arch above the altar. The work is a baroque masterpiece, but is renowned for its record size. In the church there is also a painting by Paolo Veronese; the structure perfectly reflects the baroque architecture of the seventeenth and eighteenth century Venice. I had my squadron sitting down on the benches (how convenient it is to visit a church! It 's free, you visit it quickly, and then the kids can sit down!) and I briefly explained the story of the canvas. After that, we were ready to go on to Ca 'Rezzonico. (to be continued)

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