sabato 25 giugno 2016

Terapia d'urto 3, per il quizzone


Terapia d'urto 3, "la vendetta della vendetta", ovvero:
come affrontare la III prova di maturità (= quizzone)

Carissimi studenti della Maturità,
dato che qualche consiglio fa sempre bene, eccomi qui con la nuovissima "Terapia d'urto" versione "quizzone". Qui mi occupo soprattutto della tipologia B (2 o 3 domande cui rispondere con una decina di righe in media), la più usata al liceo Roiti, ma, di per sé, questi consigli possono valere anche per altre tipologie. Infatti, il succo della terza prova è sempre lo stesso: rispondere rapidamente (in 3 ore!) in modo sintetico, ma esaustivo a domande attinenti il programma di svariate materie. "Sintetico, ma esaustivo": sembra (ed è) un ossimoro, ed è questa forse la difficoltà principale.
 
 
Dopo avere, nella mia annosa carriera scolastica, corretto varie terze prove di più materie (da sola, o in sottocommissione con altri),  penso di potere mettere la mia esperienza a frutto per chi dovrà affrontare l'esame lunedì. Quindi, nervi saldi (è il  caso di dirlo) e proseguiamo.
1) Sembra banale, ma non lo è: le domande vanno lette con attenzione, per centrarne il significato, la risposta e non prendere fischi per fiaschi. Se vi chiedono cos'è il superuomo di Nietzsche, non dovete rispondere con la distinzione tra apollineo e dionisiaco, Joyce non è la Woolf e così via: l'inveterata abitudine a partire per la tangente di tanti studenti nasce spesso dal fatto che hanno letto le domande superficialmente e con lo spirito meditabondo che vagava per i "verdi pascoli" antistanti il liceo.
2) Evitate introduzioni e conclusioni. Io peroro per anni (ANNI) la questione delle introduzioni e conclusioni, necessarie per ogni saggio o tema che si rispetti e, regolarmente, trovo in classe qualche pecora a pois (non intendo dire nera) che le ignora completamente; poi, si arriva alla terza prova, dove per le introduzioni e conclusioni NON C'È SPAZIO, ed ecco qui che compaiono di botto tutte quelle mancate durante il triennio. Si accumulano come sardine in quelle miserande trenta righe. A questo punto, sono praticamente impossibili da fare, ma tant'è: dev'essere il rimorso e la voglia di riparazione. E anche questo, fa partire per la tangente. L'introduzione qui non è necessaria, perché avete già la domanda immediatamente prima: riprendete quella e basta e avanza.

3) Insomma, la regola d'oro del "quizzone" è: ANDATE DRITTI AL PUNTO. Vi chiedono cos'è l'isomorfismo delle rocce? Spiegatelo subito, fin dalla prima riga. Vi domandano che cos' è lo stream of consciousness di Joyce? Datene subito la definizione. E' perfettamente inutile che vi dilunghiate su altro prima (che so, vulcani o eventuali sofferenze di Joyce a Trieste, poverino). Il buon vecchio Catone diceva: rem tene, verba sequuntur: e aveva ragione. Dovete tenere stretto ed esprimere il cuore del concetto subito.

4) Questo consiglio ha anche e soprattutto una valenza logica: e logica e sintassi sono i veri tranelli del quizzone. A mio modesto avviso, le risposte alla terza prova dovrebbero essere strutturate un po' come i siti web: con le cose più importanti inserite subito in cima, perché sono quelle che il lettore vedrà per prime. Una struttura di questo genere, invece, qui è resa necessaria dal poco spazio che avete a disposizione: vi permette però di economizzare gli sforzi, concentrandovi SUBITO su ciò che è di primaria importanza e, via via, in ordine discendente, su ciò che è necessario, attinente, quindi meno necessario, complementare, eliminando in partenza il superfluo e l'inutile, per cui non ci sarà più spazio. In questa maniera, potrete fornire il massimo delle informazioni utili e indispensabili nel più ridotto spazio possibile.
 
5) Per lo stesso motivo, evitate la tentazione "cipolle e patate": ovvero, di rispondere "un tanto al kilo", imbottendo le vostre dieci righe di tutto quello che vi capita a tiro, sia attinente o meno, riguardo il vostro soggetto, anche alla lontana, neanche doveste preparare un minestrone e ci poteste infilare dentro di tutto. Inutile spiegare cos'è il Satyrikon se vi hanno chiesto Lucano e la Pharsalia, inutile dilungarsi sulla Prima Guerra Mondiale per spiegare la Seconda, altrettanto inutile parlare di Maxwell se vi chiedono Einstein. Come sempre, centrate l'argomento: la bravura non si misura tanto a livello quantitativo, ma qualitativo, sulla base del vostro modo di selezionare ed esprimere con attenzione e cura quanto richiesto.
6) Evitate di sforare. Non è necessario, anzi, può diventare un errore grave, perché è tutto calcolato (come nei film d'azione): i vostri docenti hanno ideato le domande sulla base della lunghezza delle risposte, per cui vi sottopongono dei quesiti da rispondere in 10 righe, non da 30. Ancora una volta: la bravura non si calcola a peso.

7) La necessità di una logica ferrea in terza prova pone immediatamente un quesito inevitabile, amletico: ma bisogna fare la mala copia? Malacopia o non malacopia? This is the question.
Come sapete, la terza prova è strutturata con tempistiche degne di Maranello e, non dico che uno debba comportarsi come il team meccanici della Ferrari ai box, ma quasi. Teoricamente, quindi, non ci dovrebbe essere il tempo per la mala copia. Tuttavia, il buon senso mi dice che, in certi casi, può essere indispensabile: soprattutto perché, scrivere subito in bella, sul foglio consegnato, la risposta a una domanda magari complessa, può essere arduo e portare a inevitabili disastri, almeno in prima stesura. Consiglio allora quanto segue. Tenete sempre di riserva un foglio in più, in maniera da scarabocchiarci sopra non dico tutta la risposta, ma, se non avete tempo, almeno la frase o le frasi che vi danno filo da torcere. Un'altra valida alternativa può essere quella di stendere rapidamente una scaletta della risposta e poi di scriverla direttamente in bella una volta che avete riordinato le idee (a quel punto, filerà liscia). Credo anzi che, quella della scaletta, sia un'ottima soluzione intermedia. Potreste anche fare la mala copia di una sola risposta, quella per voi più ostica. Insomma: tenete del materiale a diposizione per preparare una bozza rapida di quelle risposte che dovessero complicarvi la vita.
8) Per rispondere in maniera esaustiva, senza salti logici o buchi incongrui degni dell'Emmental svizzero amato da Topo Gigio (il groviera è senza buchi), consiglio di fare, nella scaletta delle risposte, riferimento alle classiche 6 domande: chi, che cosa, dove, come, quando, perché.



Es. che cos'è il Decadentismo?
Il Decadentismo è un movimento culturale, che riguarda trasversalmente più ambiti artistici; è fiorito nell'ultimo quarto del XIX sec.(quando), in vari paesi europei, ma soprattutto, a partire alla Francia, poi in Italia (dove). Il nome deriva dal concetto di "decadenza", allora molto in voga nelle riflessioni intellettuali e, soprattutto, dalla poesia di P.Verlaine Je suis l'Empire à la fin de la Decadence. Nasce dall'irrazionalismo scaturito come reazione al positivismo e al suo razionalismo scientista (perché); si concentra infatti su tematiche attinenti l'irrazionale e la decadenza della cultura europea e su altre, come la dimensione onirica, l'eros morboso, la donna vista come"femme fatale", cioè come sensuale e pericolosa, l'estetismo, cioè la valorizzazione estrema della bellezza e dell'arte (cosa). I suoi principali esponenti letterari sono Huysmans e Maeterlinck nelle Fiandre e in Francia, D'Annunzio e Fogazzaro in Italia; a livello artistico, possono essere ricordati i pittori Alma-Tadema, Odilon Redon, Franz von Stuck e Gustav Klimt (chi). Lo stile è consuetamente ricco di elementi preziosi e molto ricercato, estetizzante, sia in pittura, che in letteratura, ove il dettato raggiunge una grande eleganza e musicalità (come).

Visto? (questa però non è una domanda da 10 righe).
 


9) Il concetto "andate dritti al punto" vale anche per la sintassi. Sotto stress è più difficile scrivere discorsi fluidi, per cui, di regola, tutte le magagne di sintassi rimaste pudicamente celate in classe o durante la prima prova (occhio non vede, cuore non duole), esplodono in terza e i nodi vengono al pettine. E siccome la sintassi è il punto debole di gran parte dell'attuale generazione, in terza prova precipitano anche i "bravi" con la pessima abitudine di fare discorsi degni della Maratona di New York. Perciò, SINTASSI SEMPLICE, SINTASSI SEMPLICE, SINTASSI SEMPLICE, con frasi brevi, poche subordinate (e non oltre il primo grado) e un concetto per frase. Oltre alla scaletta delle risposte, la formulazione di un'idea sola per periodo vi permetterà anche di concatenare meglio l'argomentazione, evitando l'altro grande spauracchio di queste prove: i salti logici. A proposito: evitate come la peste frasi inutili del genere "a mio avviso", "secondo me", "al giorno d'oggi" ecc.,  che mangiano inutilmente dello spazio utile.
10) Una delle grandi difficoltà del quizzone è il lessico specifico: ogni materia ha il suo e lo studente deve dimostrare di conoscerlo. Riguardo al lessico ho però visto cose che voi umani...Quindi: se avete un dubbio sul significato di una parola (e se avete il vocabolario) controllatelo, altrimenti siate molto cauti e, magari, cercate di aggirare il problema. Non fate gli spavaldi con parole di cui non siete sicuri (mal che vada, provate a chiedere...). Inoltre: come avete visto dall'esempio mio sopra, certi termini (es. estetismo) vanno spiegati e questo a beneficio della logica della risposta.
11) Nei limiti del possibile RILEGGETE. Lo so, il tempo scorre velocemente ed è prezioso: ma cercate comunque di rileggere. Nell'impossibilità di farlo più volte, focalizzatevi sull'argomentazione, la logica e la sintassi (do per scontato che non sussistano problemi ortografici), oppure sui punti più ostici.
 
12) Per  nessun motivo usate la cancellina e la matita: invalidano la prova (io lo ripeto per anni....per tutto il quinquennio....).
Infine: non preoccupatevi. Tutto si aggiusta in questo mondo e si può essere felici anche e nonostante la terza prova. In bocca al lupo e bacioni!

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