Terapia d'urto 3, "la vendetta della vendetta",
ovvero:
come affrontare la III prova di maturità (= quizzone)
Carissimi studenti della Maturità,
dato che qualche consiglio fa
sempre bene, eccomi qui con la nuovissima "Terapia d'urto" versione
"quizzone". Qui mi occupo soprattutto della tipologia B (2 o 3
domande cui rispondere con una decina di righe in media), la più usata al liceo
Roiti, ma, di per sé, questi consigli possono valere anche per altre tipologie.
Infatti, il succo della terza prova è sempre lo stesso: rispondere rapidamente
(in 3 ore!) in modo sintetico, ma
esaustivo a domande attinenti il programma di svariate materie.
"Sintetico, ma esaustivo": sembra (ed è) un ossimoro, ed è questa
forse la difficoltà principale.
Dopo avere, nella mia annosa
carriera scolastica, corretto varie terze prove di più materie (da sola, o in
sottocommissione con altri), penso di
potere mettere la mia esperienza a frutto per chi dovrà affrontare l'esame
lunedì. Quindi, nervi saldi (è il caso
di dirlo) e proseguiamo.
1) Sembra banale, ma non lo è: le domande vanno lette con attenzione, per
centrarne il significato, la risposta e non prendere fischi per fiaschi. Se
vi chiedono cos'è il superuomo di Nietzsche, non dovete rispondere con la
distinzione tra apollineo e dionisiaco, Joyce non è la Woolf e così via:
l'inveterata abitudine a partire per la tangente di tanti studenti nasce spesso
dal fatto che hanno letto le domande superficialmente e con lo spirito meditabondo
che vagava per i "verdi pascoli" antistanti il liceo.
2) Evitate introduzioni e
conclusioni. Io peroro per anni (ANNI) la questione delle introduzioni e
conclusioni, necessarie per ogni saggio o tema che si rispetti e, regolarmente,
trovo in classe qualche pecora a pois (non intendo dire nera) che le ignora
completamente; poi, si arriva alla terza
prova, dove per le introduzioni e conclusioni NON C'È SPAZIO, ed ecco qui che
compaiono di botto tutte quelle mancate durante il triennio. Si accumulano come
sardine in quelle miserande trenta righe. A questo punto, sono praticamente
impossibili da fare, ma tant'è: dev'essere il rimorso e la voglia di
riparazione. E anche questo, fa partire per la tangente. L'introduzione qui non
è necessaria, perché avete già la domanda immediatamente prima: riprendete
quella e basta e avanza.
3) Insomma, la regola d'oro del
"quizzone" è: ANDATE DRITTI AL
PUNTO. Vi chiedono cos'è l'isomorfismo delle rocce? Spiegatelo subito, fin
dalla prima riga. Vi domandano che cos' è lo stream of consciousness di Joyce? Datene subito la definizione. E'
perfettamente inutile che vi dilunghiate su altro prima (che so, vulcani o eventuali
sofferenze di Joyce a Trieste, poverino). Il buon vecchio Catone diceva: rem tene, verba sequuntur: e aveva
ragione. Dovete tenere stretto ed
esprimere il cuore del concetto subito.
4) Questo consiglio ha anche e
soprattutto una valenza logica: e logica e sintassi sono i veri tranelli
del quizzone. A mio modesto avviso, le risposte alla terza prova dovrebbero
essere strutturate un po' come i siti web: con le cose più importanti inserite subito in cima, perché sono quelle
che il lettore vedrà per prime. Una struttura di questo genere, invece, qui è
resa necessaria dal poco spazio che avete a disposizione: vi permette però di
economizzare gli sforzi, concentrandovi
SUBITO su ciò che è di primaria importanza e, via via, in ordine discendente, su ciò che è necessario, attinente, quindi
meno necessario, complementare, eliminando in partenza il superfluo e l'inutile,
per cui non ci sarà più spazio. In questa maniera, potrete fornire il massimo delle informazioni utili e
indispensabili nel più ridotto spazio possibile.
5) Per lo stesso motivo, evitate la tentazione "cipolle e
patate": ovvero, di rispondere "un tanto al kilo",
imbottendo le vostre dieci righe di tutto quello che vi capita a tiro, sia
attinente o meno, riguardo il vostro soggetto, anche alla lontana, neanche
doveste preparare un minestrone e ci poteste infilare dentro di tutto. Inutile
spiegare cos'è il Satyrikon se vi
hanno chiesto Lucano e la Pharsalia, inutile
dilungarsi sulla Prima Guerra Mondiale per spiegare la Seconda, altrettanto
inutile parlare di Maxwell se vi chiedono Einstein. Come sempre, centrate l'argomento: la bravura non si misura tanto a
livello quantitativo, ma qualitativo, sulla base del vostro modo di
selezionare ed esprimere con attenzione e cura quanto richiesto.
6) Evitate di sforare. Non è necessario, anzi, può diventare un errore
grave, perché è tutto calcolato (come nei film d'azione): i vostri docenti
hanno ideato le domande sulla base della lunghezza delle risposte, per cui vi
sottopongono dei quesiti da rispondere in 10 righe, non da 30. Ancora una
volta: la bravura non si calcola a peso.
7) La necessità di una logica
ferrea in terza prova pone immediatamente un quesito inevitabile, amletico: ma bisogna fare la mala copia? Malacopia o
non malacopia? This is the question.
Come sapete, la terza prova è
strutturata con tempistiche degne di Maranello e, non dico che uno debba
comportarsi come il team meccanici
della Ferrari ai box, ma quasi. Teoricamente, quindi, non ci dovrebbe essere il
tempo per la mala copia. Tuttavia, il buon senso mi dice che, in certi casi,
può essere indispensabile: soprattutto perché, scrivere subito in bella, sul
foglio consegnato, la risposta a una domanda magari complessa, può essere arduo
e portare a inevitabili disastri, almeno in prima stesura. Consiglio allora
quanto segue. Tenete sempre di riserva
un foglio in più, in maniera da scarabocchiarci sopra non dico tutta la
risposta, ma, se non avete tempo, almeno la frase o le frasi che vi danno filo
da torcere. Un'altra valida alternativa può essere quella di stendere
rapidamente una scaletta della risposta e poi di scriverla direttamente in
bella una volta che avete riordinato le idee (a quel punto, filerà liscia).
Credo anzi che, quella della scaletta,
sia un'ottima soluzione intermedia. Potreste anche fare la mala copia di
una sola risposta, quella per voi più ostica. Insomma: tenete del materiale a
diposizione per preparare una bozza
rapida di quelle risposte che dovessero complicarvi la vita.
8) Per rispondere in maniera
esaustiva, senza salti logici o buchi incongrui degni dell'Emmental svizzero
amato da Topo Gigio (il groviera è senza buchi), consiglio di fare, nella
scaletta delle risposte, riferimento alle
classiche 6 domande: chi, che cosa, dove, come, quando, perché.
Es. che cos'è il Decadentismo?
Il Decadentismo è un movimento culturale, che riguarda trasversalmente
più ambiti artistici; è fiorito nell'ultimo quarto del XIX sec.(quando), in vari paesi europei, ma
soprattutto, a partire alla Francia, poi in Italia (dove). Il nome deriva dal concetto di "decadenza", allora
molto in voga nelle riflessioni intellettuali e, soprattutto, dalla poesia di P.Verlaine
Je suis l'Empire à la fin de la Decadence.
Nasce dall'irrazionalismo scaturito come reazione al positivismo e al suo
razionalismo scientista (perché); si
concentra infatti su tematiche attinenti l'irrazionale e la decadenza della
cultura europea e su altre, come la dimensione onirica, l'eros morboso, la donna
vista come"femme fatale", cioè come sensuale e pericolosa,
l'estetismo, cioè la valorizzazione estrema della bellezza e dell'arte (cosa). I suoi principali esponenti letterari
sono Huysmans e Maeterlinck nelle Fiandre e in Francia, D'Annunzio e Fogazzaro in
Italia; a livello artistico, possono essere ricordati i pittori Alma-Tadema,
Odilon Redon, Franz von Stuck e Gustav Klimt (chi). Lo stile è consuetamente ricco di elementi preziosi e molto
ricercato, estetizzante, sia in pittura, che in letteratura, ove il dettato
raggiunge una grande eleganza e musicalità (come).
Visto? (questa però non è una domanda da 10 righe).
9) Il concetto "andate dritti al punto" vale anche per la
sintassi. Sotto stress è più difficile scrivere discorsi fluidi, per cui,
di regola, tutte le magagne di sintassi rimaste pudicamente celate in classe o
durante la prima prova (occhio non vede, cuore non duole), esplodono in terza e
i nodi vengono al pettine. E siccome la sintassi è il punto debole di gran
parte dell'attuale generazione, in terza prova precipitano anche i
"bravi" con la pessima abitudine di fare discorsi degni della
Maratona di New York. Perciò, SINTASSI SEMPLICE, SINTASSI SEMPLICE, SINTASSI SEMPLICE,
con frasi brevi, poche subordinate (e non oltre il primo grado) e un concetto per frase. Oltre alla
scaletta delle risposte, la formulazione di un'idea sola per periodo vi
permetterà anche di concatenare meglio l'argomentazione, evitando l'altro
grande spauracchio di queste prove: i salti logici. A proposito: evitate come
la peste frasi inutili del genere "a mio avviso", "secondo
me", "al giorno d'oggi" ecc.,
che mangiano inutilmente dello spazio utile.
10) Una delle grandi difficoltà
del quizzone è il lessico specifico: ogni materia ha il suo e lo studente deve
dimostrare di conoscerlo. Riguardo al lessico ho però visto cose che voi
umani...Quindi: se avete un dubbio sul significato di una parola (e se avete il
vocabolario) controllatelo, altrimenti siate molto cauti e, magari, cercate di aggirare
il problema. Non fate gli spavaldi con parole di cui non siete sicuri (mal che
vada, provate a chiedere...). Inoltre: come avete visto dall'esempio mio sopra,
certi termini (es. estetismo) vanno spiegati e questo a beneficio della logica
della risposta.
11) Nei limiti del possibile RILEGGETE. Lo so, il tempo scorre
velocemente ed è prezioso: ma cercate comunque di rileggere. Nell'impossibilità
di farlo più volte, focalizzatevi sull'argomentazione, la logica e la sintassi
(do per scontato che non sussistano problemi ortografici), oppure sui punti più
ostici.
12) Per nessun motivo usate
la cancellina e la matita: invalidano la prova (io lo ripeto per
anni....per tutto il quinquennio....).
Infine: non preoccupatevi. Tutto
si aggiusta in questo mondo e si può essere felici anche e nonostante la terza
prova. In bocca al lupo e bacioni!
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