Il finlandese per imbranati 1
Terminata la mia dose di schemi, compiti e lezioni per l'indomani, do qui inizio a una nuova serie, il "Finlandese per imbranati", in onore dei nostri amici finlandesi che ci hanno accolto con tanto affetto. Ovviamente, gl'imbranati non sono loro (!), bensì chiunque si ritrovi a non capire un'acca di una lingua così diversa dalla nostra e da quelle indo-europee in generale. Spero di continuare con vari post, man mano che imparo nuove parole e forme e che approfondisco la cultura finlandese: e, vi confesso, sono divorata dalla curiosità. D'altro canto, se vogliamo discutere con un po' di finlandese con i nostri amici nordici, sarà meglio che ricorriamo al fai da te: ho controllato i prezzi delle grammatiche di Finnico in una libreria di Helsinki e sono stellari (45 euro a volume in media). Vi prometto di farvi ridere (sono post per imbranati, dunque...). Allora, ci lanciamo nell'avventura? Partiamo!
Allora, quando ero in Finlandia, il nostro amico e collega Yari mi esortava scherzando a trovare il punto di collegamento tra lingue indo--europee (e, quindi, l'Italiano) e lingue ugro-finniche (cioè il Finlandese). Lingue ugro-finniche: non è una parolaccia (avete notato che il Finlandese presenta la pessima abitudine di sembrare una sfilza di parolacce in Italiano?). Si tratta di un gruppo di lingue stanziate principalmente in Europa orientale e nelle steppe degli Urali. Si racconta che, nel XVI sec., un frate ungherese arrivò dalle parti della Finlandia (come abbia fatto poi...) e si rese conto delle numerose somiglianze tra le due lingue (somiglianze su cui ho qualche dubbio, come vedremo in seguito). Da lì nacquero vari studi e l'idea che Ungherese e Finlandese, ma anche Estone e altre, appartengano a questa antica famiglia di lingue uraliche (assieme a quelle samoiede, che, voi non lo sapete, sono diffuse in Siberia).
Sono curiosissima di sapere se le lingue ugro-finniche sono imparentate con le nostre: in genere si dice di no. Yari mi ha incoraggiato scherzando a tentare, caso mai riuscissi a trovare quello che io definirei il "passaggio a Nord-Ovest" (forse "a Nord-est") linguistico tra i due gruppi: magari potrei diventare ricca e famosa! Orbene, i miei allievi lo sanno, ogni tanto auspico di diventare ricca e famosa, ma finora il miracolo non è mai successo e non credo che succederà neanche in futuro; tuttavia, a mio avviso, alcuni punti di contatto ci sono, ma vattelapesca sapere perché.
Ad es.:
Fin. Aurinko = "sole".
Ora, il nostro aurora (lat. aurora) deriva da una radice che suonava in indoeuropeo *ausosa (la s si è rotacizzata, cioè trasformata in -r-). Difatti, in lituano abbiamo aušros: a Vilnius Aušros Vartu è la "Porta dell'aurora", quella che dà a oriente (con sopra, il santuario di Ostra brama, che significa la stessa cosa in polacco; noterete che anche il polacco deriva dalla stessa radice). Aurora, sole: si tratta di lessico che riguarda la luce, specie quella che sorge. E lessico antico, dei primordi, quindi non dovrebbe essere derivato da un prestito. Mi chiedo: possibile che ci sia una radice comune ai due gruppi?
In ogni caso, ecco qui la cartina delle lingue:
Come noterete, sembrano i sopravvissuti di un'invasione: avreste lo stesso effetto se versaste della crema sopra una fetta di pane su cui avete già spalmato della Nutella. Il punto è che il gruppo, peraltro misterioso, esisteva prima dell'ondata indo-europea, già nel 4.000 - 3.000 a.C.: poi sono arrivati gl'Indoeuropei nel 2.000 e....sono rimasti i sopravvissuti. Esiste una legge in linguistica, secondo cui i fenomeni linguistici più antichi permangono in periferia: ecco perché le lingue ugro-finniche risiedono...tra le renne.
Pare che il luogo di nascita del gruppo sia la regione intorno al Volga: difatti, qui ci sono molte lingue e, per di più, la ricostruzione del lessico originario contiene piante e animali della zona (salici, pini e larici siberiani, ricci ecc.). L'area di diffusione spaziava tra Urali e Baltico e pare che ci siano stati dei prestiti importati dall'area indo-europea (forse questo spiegherebbe il parallelo mio sopra). Tuttavia, c'è anche chi dice che l'Ugro-finnico potrebbe essere più recente dell'Indo-europeo e la sua patria d'origine un'altra; insomma, pare che gli Ugro-finnici diano del filo da torcere agli studiosi e molte delle idee in merito sono speculazioni. Il problema più grave è che ci mancano dati scritti.
Quando si va a leggere la lista delle lingue ugro-finniche diverse da Finnico, Ungherese e Estone, si trovano delle lingue stranissime, di cui non avevo mai sentito parlare. Per esempio, c'è una caterva di lingue sami (quelle azzurre all'estremo Nord), parlate dai Lapponi sparpagliati per tutta la costa settentrionale della Scandinavia, dalla Norvegia fino alla Finlandia e Russia. Sono lingue che assomigliano ai panda, cioè prossime all'estinzione: il sami di Ume, parlato all'estremo Nord della Svezia presso il fiume omonimo, conta una ventina di parlanti e così il sami di Pite, sempre in Svezia. Il sami di Ter, addirittura, è la lingua meno diffusa al mondo e parlata soltanto da due signore anziane russe (quelle che, appunto, stanno discutendo nella foto qua sopra: si tengono in allenamento...).
Addirittura il sami di Akkala, sempre parlato in Russia, si è estinto quando è morta l'ultima signora che lo conosceva, Marja Sergina, nel 2003.
Esiste poi un altro gruppo, quello del Mordvino (quello rosa-violetto al centro), che raggruppa le lingue della Repubblica autonoma russa della Mordovia (erza e mokša, rispettivamente zona E e O); esistevano delle lingue, ora morte, definite finno-volgaiche, cioè diffuse sul Volga (come il Muromo, sparito nel Medioevo e forse imparentato col Mordvino); il Komi, parlato nell'omonima Repubblica Russa nei pressi di Arcangelo, scritto in cirillico e suddiviso in Permico e Sirieno (Sirieno, non Siriano, ch'l' è n'altar quel).
Il nostro Finnico fa invece parte, assieme all'Estone, del gruppo Balto-finnico. Vi appartiene anche il Careliano (dalla Carelia, sapete, quella parte di Finlandia che hanno sempre voluto i Russi) e, fin qui, nessun problema; poi compaiono le lingue panda. C'era il Livone, come dice il nome, parlato a Riga, in Lettonia; ma nel 2013 è morto il suo ultimo parlante, un arzillo vecchietto di 103 anni (lo avranno registrato?); e poi, sempre parlato in Carelia, il vepso, e in Estonia, il voro. C'è anche un ultimo rimasuglio di votico, con alcune decine di parlanti a S.Pietroburgo: sconsiglio caldamente ai miei studenti di chiedermi di contarli, dopo che l'ho fatto in finnico, in vepso o voro (a tutto c'è un limite).
Come noterete, mi sono dilungata su queste lingue sconosciute, ma sono tutte parlate non molto lontano dalla Finlandia: in qualche modo, sono legate alla sua cultura, specie i vari tipi di Careliano. Evidentemente, abitare in quelle lande coperte da taiga e ghiacci è complicato e la taiga e i ghiacci devono avere un po' l'effetto delle aspre montagne del Caucaso, nelle cui valli divise dalle rocce, si sviluppano idiomi a non finire. Forse, nei prossimi scambi culturali, dovremo tenerne conto, magari per dare una mano a certe lingue panda...
Bandiera del popolo Vepso (3.160 parlanti, in Carelia)
Alcune parole finniche...sul cibo
Come è noto, in Finlandia non abbiamo mai capito gli orari dei pasti: praticamente, mangiavamo in continuazione e bene, per giunta (il che spiega come la mia bilancia, al ritorno, abbia registrato un incremento di due chili, in parte già perduti, e come mai stasera io abbia mangiato prevalentemente insalata). Do qui alcuni nomi di cibi imparati in Finlandia, così non morirete mai di fame:
Il kalakukko è una focaccia a base di kala, cioè pesce.
Vesi = acqua
Vini = vino (vedete che è la nostra parola?)
Leipä = pane (che compare in tanti composti, come il da me già ricordato leipäjuusto, "formaggio-pane")
Juusto = appunto, formaggio
Kala = pesce
Vihannes = verdura (qui devo registrare >
Porkkana = carota!)
Liha = carne (difatti, sianliha è la carne di maiale, naudanliha quella di manzo).
Tengo poi uno spazio speciale per i dolci. Sicuramente è facile capire che cos'è torttu (la nostra torta), ma anche jäätelö, che (notate la metatesi, cioè lo scambio delle consonanti) altro non è se non il...gelato. Difatti, come vini, è una parola italiana (chi ha inventato il gelato, eh?). Infine, abbiamo sokeri (zucchero), vanilja (vaniglia), suklaa (cioccolata). A proposito di suklaa, ho l'onore di menzionare la cioccolata finlandese, la mitica Fazer, nata nel 1891 (e qui mi viene la tentazione di aggiungere qualcosa alla mia cena a base di insalata...).
Infine, vorrei ricordare lakritsi, la liquirizia. A proposito, me ne hanno regalato un sacchetto, ma io non la mangio: che ne dite se la porto in classe?
Jäätelö......
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