Sintesi
delle subordinate latine 2
Ablativo assoluto
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Cos'è: frase dipendente tutta
all'ablativo, separata dal resto
del periodo da virgole (inoltre,
non ci deve essere alcun altro
collegamento con la reggente: cioè, il soggetto all'Abl. non deve essere
né soggetto, né complemento del resto del periodo).
Il soggetto è rappresentato dal nome, il
predicato verbale dal participio (presente o perfetto) o da un nome o
aggettivo (che sostituisce, in quel caso, un predicato nominale).
A cosa serve: corrisponde a temporali, causali, concessive
(ma anche condizionali).
Come si forma:
Sogg.
all'Ablativo + participio (o nome o
agg.) all'Ablativo.
Consecutio: il participio presente è in
rapporto di contemporaneità con la reggente; il perfetto, di anteriorità.
Nota bene: il participio presente ha sempre
valore attivo; il participio perfetto, che ha valore passivo per i verbi transitivi,
può essere usato per l'Abl.assoluto, così come i deponenti intransitivi (non
altri verbi).
Es. Oriente sole, Romam
imus ("Al sorgere del sole, andiamo a Roma).
Me vivo, tu numquam hoc facies ("Finché
sono vivo io, tu non farai mai questo").
Ducto exercitu in castra, Caesar in Gallia mansit ("condotto
l'esercito nell'accampamento, Cesare rimase in Gallia").
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Participio
congiunto
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Cos'è: è un normale participio
attaccato a un sostantivo della frase.
A cosa serve: si traduce con un participio o
un gerundio a sua volta, oppure con una subordinata, di solito relativa, ma
anche temporale, causale, concessiva ecc.
Come si forma:
Participio attaccato a un
sostantivo
Consecutio
Il participio
presente esprime contemporaneità alla reggente.
Il
participio perfetto anteriorità.
Il participio
futuro posteriorità.
Es. Brutus Caesarem ad regnum appetentem necavit ("Bruto uccise Cesare che
aspirava al regno / perché aspirava al regno").
Ave Caesar, homines morituri te salutant! ("Ave Cesare, gli uomini che
stanno per morire ti salutano!").
Persae Athenas captas incenderunt ("I Persiani incendiarono
Atene dopo che era stata conquistata").
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Causali
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Cosa sono: corrispondono alle causali italiane.
A cosa servono: esprimono una causa rispetto alla reggente.
Come si formano
Quod, quia, quoniam quandoquidem + indicativo
Nota bene: in casi rari, in cui
l'azione non è percepita come reale, ma come pensiero di altri, si usa il congiuntivo.
Consecutio
Si seguono
i tempi del latino.
Es. Rex laudatur quod iustus est ("Il re viene lodato perché è
giusto").
Iusta dico, quoniam in vita mea multa vidi ("Dico il giusto, perché ho
visto molte cose nella mia vita").
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Completive
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Cosa sono: completano (donde il loro nome) il significato del verbo
reggente, che, altrimenti, non starebbe in piedi.
A cosa servono: vedi sopra.
Come si formano: sono identiche alle finali, ma
dipendono da verbi:
1) Consigliare,
esortare, comandare ecc.(hortor, moneo, suadeo ecc.)
2) Chiedere,
pregare, desiderare ecc. (peto, rogo, desidero, oro ecc.)
3) Fare in
modo che, curare, adoperarsi ecc.(curo ut, facio ut, efficio ut
ecc.).
4) Accadere, conseguire (accidit ut, evenit
ut, fit ut, sequitur ut); negazione non.
5) Espressioni col verbo essere, come mos est, verum est ecc. Negazione: non.
Ut (ne) + congiuntivo presente o imperfetto
Consecutio
La stessa
delle finali: presente cong. per una contemporanea a una reggente al
presente, imperfetto per una subordinata contemporanea a una reggente al
tempo storico.
Es. Curabam ut mei discipuli discerent ("Mi preoccupavo che i miei allievi
imparassero").
Caesar imperat ne milites discedant ("Cesare comanda che i
soldati non escano").
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