domenica 20 dicembre 2015

Manipolatori e incoerenza: ovvero come ritrovare la dirindina....1 Parte


Manipolatori e incoerenza:
ovvero come ritrovare la dirindina quando ve la fanno perdere
con i loro cambi repentini di comportamento.

Uno dei motivi per cui la gente fa molta fatica a riconoscere i manipolatori (anche i casi più conclamati) risiede nell'incoerenza, uno dei loro tratti tipici. Parto da esempi piuttosto eclatanti per farmi capire.
Regolarmente, quando viene scoperto il killer del vicinato, magari con 30 scheletri in cantina, i vicini compaiono esterrefatti ai microfoni del giornalista di turno, con espressioni del genere: "Ma come? Era così gentile! Mi salutava sul pianerottolo, mi aiutava con le sporte della spesa e accompagnava persino le vecchiette sulle strisce pedonali!". Sono dichiarazioni tanto banali, che, alle volte, m'innervosisco, specie però col giornalista che sta a perdere tempo in questa maniera. Il killer del Green River, uno dei più spietati serial killer statunitensi, con a carico almeno una cinquantina di vittime (se non una settantina: mi ricordo che il procuratore che doveva sostenere l'accusa contro di lui si rifiutò di chiedere la pena di morte perché stavano ancora cercando i corpi), era regolarmente sposato, finanche affettuoso con la moglie (che non si accorse mai di nulla) e molto devoto: faceva proselitismo porta a porta con tanto di Bibbia. Ricordo di un altro che faceva il clown in ospedale per divertire i bambini malati!
 
 

Quando nel 2004 uscì il film Der Untergang (La caduta) sugli ultimi giorni di Hitler nel bunker di Berlino e con uno strepitoso Bruno Ganz nel ruolo principale, si levarono delle critiche perché la pellicola presentava il dittatore comportarsi gentilmente con la sua segretaria. Era vero: il film era basato sulle memorie di quella segretaria, Frau Traudl Junge; e poi, anche Hitler sapeva essere cortese. Il punto è che la gente, in genere, usa poco il discernimento per valutare le persone, quindi si aspetta che qualcuno malvagio o pericoloso lo sia in continuazione, mostro dalla mattina alla sera. Ma questo è assurdo. Bisogna invece imparare a riconoscere un comportamento sbagliato da indizi precisi, anche se esso sa camuffarsi nella vita quotidiana e tra caterve di dettagli positivi: e questo è del tutto possibile. Non vi preoccupate, nessuno è condannato inesorabilmente a ripetere l'esperienza della moglie del killer del Green River: ci sono mezzi per imparare a riconoscere una persona pericolosa, eccome, ben prima che ci faccia fuori (!). Sono sicura che, a uno sguardo più scaltrito, Gary Ridgway (il killer di cui sopra) avrebbe rivelato non poche magagne.
L'incoerenza rappresenta pertanto una delle caratteristiche principali di un manipolatore. Sanno anche comportarsi bene, se non in maniera virtuosa, ma non stabilmente. Fate quindi attenzione all'affiorare di stranezze e segnali che dovrebbero mettervi in allerta, anche sporadicamente. Ad esempio: non minimizzate un'aggressione a male parole: non è un bel segno anche se succede di rado. Dopo, arriva anche la violenza, psicologica e fisica.
Come sostiene la dott.ssa Nazare-Aga (indico qui le caratteristiche da lei ricordate e pertinenti a questo tratto secondo il numero), il manipolatore:

5) Cambia le sue opinioni, i suoi comportamenti, secondo persone o situazioni.

15) Cambia soggetto in maniera improvvisa nel corso della conversazione.

25) Il suo discorso pare logico e coerente, allorché i suoi atteggiamenti e atti o il suo modo di vita non corrispondono.

Io ho riunito il tutto sotto il cappello "incoerenza". Si tratta di un'incoerenza che si manifesta a vari livelli:

·        Cronologica: M. fa oggi il contrario di quello che faceva ieri o l'altro ieri, senza alcuna logica. Vabbé che tutti possiamo mutare opinione o atteggiamento, ma di solito in maniera razionale, motivata: non di punto in bianco, senza ragione. Sembra anzi spesso che M. non sia cosciente del mutamento!

·        Situazionale: è la caratteristica 5. M può comportarsi in maniera diametralmente opposta con persone che appartengono alla stessa categoria (ad es., come vedremo, i genitori manipolatori fanno delle gravi differenze tra figli) o in situazioni analoghe.

·        Cognitiva: definirei così l'incoerenza enunciata nella caratteristica 15. In realtà, il fatto che i manipolatori cambino di soggetto in maniera improvvisa può rifarsi a due cause diverse: può essere una mancanza di rispetto e ascolto nei confronti dell'interlocutore (frequentissima), ma può anche essere, quando ciò non ha direttamente a che fare con l'interlocutore, una manifestazione di discrepanza che definirei "cognitiva". In soldoni: sembra che i manipolatori, esprimendo i loro pensieri, cambino idea in modo capriccioso, come se non si curassero della coerenza della loro mentalità. Oggi credono bianco, domani nero, dopodomani ancora bianco, poi passano al rosso a strisce e finanche al violetto a pois. Una cosa da diventare pazzi.

·        Etica: è la caratteristica 25. Se fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, questo detto non è mai stato tanto vero come per i manipolatori. Conclamano principi e comportamenti virtuosi che poi non seguono (con notevole effetto di ipocrisia). Dicono, ma non fanno, si vantano di virtù che non hanno o non mettono in pratica (almeno non in maniera costante), illudono l'entourage con dichiarazioni altisonanti che sono puro fumo. Questo è forse l'aspetto più tragico, quello che crea una facciata di falsità e menzogne: e dietro quella facciata le vittime rimangono celate agli occhi del pubblico. Che ignora così gli scheletri in cantina di M.
Le cause di comportamenti del genere? Posso avanzare solo delle ipotesi, ispirate dalla mia esperienza (come sempre ricordo che non sono una psicologa). La mia impressione è che i manipolatori agiscano così perché sono psicorigidi, cioè pensano con l'accetta, in bianco e nero, senza sfumature: e la vita è piena di sfumature....Quindi, invece di adeguarsi in maniera sana e realistica al contesto, adottando la sfumatura giusta, cambiano addirittura colore, da bravi camaleonti. Tuttavia, mi viene anche un altro sospetto. L'interlocutore sbalordito che cerca di far tornare M. sui suoi passi e di ricordargli che ieri ha detto bianco e oggi nero, riceve puntualmente una sfuriata: "Non è vero! Tu stai mentendo! Io ho sempre detto nero!" (ovviamente, il povero interlocutore, a questo punto, crede di avere le traveggole).
Ovviamente, i manipolatori sono anche dei grandi bugiardi e adeguano il loro comportamento alla situazione, proprio come il camaleonte: si adattano senza alcun principio etico per sfruttare gli altri. Perciò possono mentire senza alcun pudore e rinnegare i loro "valori" (almeno quelli espressi) con la più sfrontata sfacciataggine. Ma, alle volte, viene il dubbio che non siano veramente coscienti del cambiamento. Tralascio al momento la discussione sul grado di consapevolezza dei manipolatori, che richiederà un'altra pagina di blog: tuttavia, esiste di frequente il caso di manipolatori che non si rendono conto fino in fondo di esserlo. Ciò non li rende meno pericolosi: tuttavia nutro l'impressione che abbiano un restringimento di coscienza tale, da disconnetterli dal loro comportamento precedente. Cioè la loro consapevolezza copre l'oggi, ma non lo ieri e neanche l'altro ieri. Sono di coscienza ristretta: in tal caso, si comporterebbero come burattini, che mutano angolazione a seconda della posizione dei fili. L'ampiezza di coscienza è un dato fondamentale nello sviluppo di una persona: mi auguro di poterlo trattare un giorno.
                                                           L'imperatore Tiberio....
Prima di lasciarvi (gli esempi pratici di quanto asserito sopra richiedono un altro post), un mio ricordo personale. Nel novembre 2006 mi sono recata all'Università di Vilnius, da dottoranda, per partecipare a un convegno. Il soggetto della mia conferenza era la diagnosi psichiatrica dell'imperatore Tiberio, basata sulle fonti storiche a disposizione (non solo gli storici Tacito, Svetonio e Velleio Patercolo, ma anche epigrafi e simili). Ne uscì un ampio studio (che era solo un terzo del materiale da me elaborato in totale: qualcuno mi ha consigliato di redigere una biografia dell'imperatore Tiberio e, magari, un giorno lo farò, ma ho bisogno di tempo!) in francese, poi pubblicato a Vilnius in traduzione lituana. Ebbene, vi riassumo qui il mio risultato, perché non mi aspetto che ve lo andiate a leggere in lituano (! Non ce la farei neanch'io): in sostanza, Tiberio era affetto da personalità paranoidea, ma riuscii a concludere la mia "diagnosi" (tra virgolette perché non sono una psichiatra!) proprio seguendo la falsariga del comportamento dei manipolatori, perché tutti i paranoici lo sono (ma non tutti i manipolatori sono paranoici, anzi!). La caratteristica che mi colpì di più era però il fatto che gli storici, sia antichi che moderni, non riuscissero a dare un giudizio concorde su di lui; in sostanza, il grande interrogativo sul successore di Augusto è: ma Tiberio era buono o cattivo? Era un valido amministratore, un ottimo generale, un politico prudente; eppure, seminò il terrore con i processi di lesa maestà, sterminò la sua famiglia, si comportò spesso in maniera crudele. Alcuni professori presenti ritenevano che questa incoerenza fosse dovuta al consapevole impiego della manipolazione politica, ma io credo invece che dietro ad essa (che ha basito gli storici per due millenni) ci sia una vera patologia del comportamento. Mi consola ancora oggi ricordare che un professore francese definì il mio ritratto "vivo". In parte mi ero ispirata a eventi reali...All'epoca avevo un datore di lavoro (non dico chi) che assomigliava molto (anche fisicamente!) a Tiberio anziano: e quando il mio professore di dottorato, un anziano gentiluomo belga, mi chiese preoccupato come stavo, dato che non mi trattava bene, io risposi: "Siamo più o meno ai punti di Tiberio e Agrippina Maggiore...".
PS. Che poi, sarà il mio senso di immedesimazione nella vittima principale di Tiberio, però, se guardate i suoi ritratti ed eliminate l'aspetto idealizzato, Agrippina Maggiore mi assomiglia veramente un po'...
                                                  
                                                       Agrippina col marito Germanico
Bibliografia
I.Nazare-Aga, Les manipulateurs sont parmi nous, Montréal, Ed. de l'Homme, 1997 = L'arte di non lasciarsi manipolare, Milano, Ed.Paoline, 2000.
Annarita Magri, Moralinis priekabiavimas ir Imperija? Nauji budai Tiberijaus asmenybei ir santykiui su valdžia suprasti, in Saeculo primo: Romos imperijos pasaulis peržengus "Naujosios eros" slenkstį[mokslinių straipsnių rinkinys] / sudarė ir parengė Darius Alekna. - Vilnius : Vilniaus universiteto leidykla, 2008 (Kaunas : Aušra), pp. 25-93.

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