Manipolatori
e incoerenza:
ovvero
come ritrovare la dirindina quando ve la fanno perdere
con
i loro cambi repentini di comportamento.
Uno dei motivi per cui
la gente fa molta fatica a riconoscere i manipolatori (anche i casi più
conclamati) risiede nell'incoerenza, uno dei loro tratti tipici. Parto da
esempi piuttosto eclatanti per farmi capire.
Regolarmente, quando
viene scoperto il killer del vicinato, magari con 30 scheletri in cantina, i
vicini compaiono esterrefatti ai microfoni del giornalista di turno, con
espressioni del genere: "Ma come? Era così gentile! Mi salutava sul
pianerottolo, mi aiutava con le sporte della spesa e accompagnava persino le
vecchiette sulle strisce pedonali!". Sono dichiarazioni tanto banali, che,
alle volte, m'innervosisco, specie però col giornalista che sta a perdere tempo
in questa maniera. Il killer del Green River, uno dei più spietati serial
killer statunitensi, con a carico almeno una cinquantina di vittime (se non una
settantina: mi ricordo che il procuratore che doveva sostenere l'accusa contro
di lui si rifiutò di chiedere la pena di morte perché stavano ancora cercando i
corpi), era regolarmente sposato, finanche affettuoso con la moglie (che non si
accorse mai di nulla) e molto devoto: faceva proselitismo porta a porta con
tanto di Bibbia. Ricordo di un altro che faceva il clown in ospedale per
divertire i bambini malati!
Quando nel 2004 uscì il
film Der Untergang (La caduta) sugli ultimi giorni di Hitler
nel bunker di Berlino e con uno strepitoso Bruno Ganz nel ruolo principale, si
levarono delle critiche perché la pellicola presentava il dittatore comportarsi
gentilmente con la sua segretaria. Era vero: il film era basato sulle memorie
di quella segretaria, Frau Traudl Junge; e poi, anche Hitler sapeva essere
cortese. Il punto è che la gente, in genere, usa poco il discernimento per
valutare le persone, quindi si aspetta che qualcuno malvagio o pericoloso lo
sia in continuazione, mostro dalla mattina alla sera. Ma questo è assurdo. Bisogna
invece imparare a riconoscere un comportamento sbagliato da indizi precisi,
anche se esso sa camuffarsi nella vita quotidiana e tra caterve di dettagli
positivi: e questo è del tutto possibile. Non vi preoccupate, nessuno è
condannato inesorabilmente a ripetere l'esperienza della moglie del killer del
Green River: ci sono mezzi per imparare a riconoscere una persona pericolosa,
eccome, ben prima che ci faccia fuori (!). Sono sicura che, a uno sguardo più
scaltrito, Gary Ridgway (il killer di cui sopra) avrebbe rivelato non poche
magagne.
L'incoerenza
rappresenta pertanto una delle caratteristiche principali di un manipolatore. Sanno
anche comportarsi bene, se non in maniera virtuosa, ma non stabilmente. Fate
quindi attenzione all'affiorare di stranezze e segnali che dovrebbero mettervi
in allerta, anche sporadicamente. Ad esempio: non minimizzate un'aggressione a
male parole: non è un bel segno anche se succede di rado. Dopo, arriva anche la
violenza, psicologica e fisica.
Come sostiene la
dott.ssa Nazare-Aga (indico qui le caratteristiche da lei ricordate e pertinenti
a questo tratto secondo il numero), il manipolatore:
5)
Cambia le sue opinioni, i suoi comportamenti, secondo persone o situazioni.
15)
Cambia soggetto in maniera improvvisa nel corso della conversazione.
25)
Il suo discorso pare logico e coerente, allorché i suoi atteggiamenti e atti o
il suo modo di vita non corrispondono.
Io ho riunito il tutto sotto il cappello "incoerenza". Si tratta di un'incoerenza che si manifesta a vari livelli:
· Cronologica: M. fa oggi il contrario di
quello che faceva ieri o l'altro ieri, senza alcuna logica. Vabbé che tutti
possiamo mutare opinione o atteggiamento, ma di solito in maniera razionale,
motivata: non di punto in bianco, senza ragione. Sembra anzi spesso che M. non
sia cosciente del mutamento!
· Situazionale: è la caratteristica 5. M
può comportarsi in maniera diametralmente opposta con persone che appartengono
alla stessa categoria (ad es., come vedremo, i genitori manipolatori fanno
delle gravi differenze tra figli) o in situazioni analoghe.
· Cognitiva: definirei così l'incoerenza
enunciata nella caratteristica 15. In realtà, il fatto che i manipolatori cambino
di soggetto in maniera improvvisa può rifarsi a due cause diverse: può essere
una mancanza di rispetto e ascolto nei confronti dell'interlocutore
(frequentissima), ma può anche essere, quando ciò non ha direttamente a che
fare con l'interlocutore, una manifestazione di discrepanza che definirei "cognitiva".
In soldoni: sembra che i manipolatori, esprimendo i loro pensieri, cambino idea
in modo capriccioso, come se non si curassero della coerenza della loro
mentalità. Oggi credono bianco, domani nero, dopodomani ancora bianco, poi
passano al rosso a strisce e finanche al violetto a pois. Una cosa da diventare
pazzi.
· Etica: è la caratteristica 25. Se fra il
dire e il fare c'è di mezzo il mare, questo detto non è mai stato tanto vero come
per i manipolatori. Conclamano principi e comportamenti virtuosi che poi non
seguono (con notevole effetto di ipocrisia). Dicono, ma non fanno, si vantano
di virtù che non hanno o non mettono in pratica (almeno non in maniera
costante), illudono l'entourage con
dichiarazioni altisonanti che sono puro fumo. Questo è forse l'aspetto più
tragico, quello che crea una facciata di falsità e menzogne: e dietro quella
facciata le vittime rimangono celate agli occhi del pubblico. Che ignora così gli
scheletri in cantina di M.
Le cause di
comportamenti del genere? Posso avanzare solo delle ipotesi, ispirate dalla mia
esperienza (come sempre ricordo che non sono una psicologa). La mia impressione
è che i manipolatori agiscano così perché sono psicorigidi, cioè pensano con
l'accetta, in bianco e nero, senza sfumature: e la vita è piena di
sfumature....Quindi, invece di adeguarsi in maniera sana e realistica al
contesto, adottando la sfumatura giusta, cambiano addirittura colore, da bravi
camaleonti. Tuttavia, mi viene anche un altro sospetto. L'interlocutore
sbalordito che cerca di far tornare M. sui suoi passi e di ricordargli che ieri
ha detto bianco e oggi nero, riceve puntualmente una sfuriata: "Non è
vero! Tu stai mentendo! Io ho sempre detto nero!" (ovviamente, il povero interlocutore,
a questo punto, crede di avere le traveggole).
Ovviamente, i manipolatori
sono anche dei grandi bugiardi e adeguano il loro comportamento alla situazione,
proprio come il camaleonte: si adattano senza alcun principio etico per
sfruttare gli altri. Perciò possono mentire senza alcun pudore e rinnegare i
loro "valori" (almeno quelli espressi) con la più sfrontata
sfacciataggine. Ma, alle volte, viene il dubbio che non siano veramente
coscienti del cambiamento. Tralascio al momento la discussione sul grado di
consapevolezza dei manipolatori, che richiederà un'altra pagina di blog:
tuttavia, esiste di frequente il caso di manipolatori che non si rendono conto
fino in fondo di esserlo. Ciò non li rende meno pericolosi: tuttavia nutro
l'impressione che abbiano un restringimento di coscienza tale, da
disconnetterli dal loro comportamento precedente. Cioè la loro consapevolezza
copre l'oggi, ma non lo ieri e neanche l'altro ieri. Sono di coscienza
ristretta: in tal caso, si comporterebbero come burattini, che mutano
angolazione a seconda della posizione dei fili. L'ampiezza di coscienza è un
dato fondamentale nello sviluppo di una persona: mi auguro di poterlo trattare
un giorno.
L'imperatore Tiberio....
Prima di lasciarvi (gli
esempi pratici di quanto asserito sopra richiedono un altro post), un mio
ricordo personale. Nel novembre 2006 mi sono recata all'Università di Vilnius,
da dottoranda, per partecipare a un convegno. Il soggetto della mia conferenza era
la diagnosi psichiatrica dell'imperatore Tiberio, basata sulle fonti storiche a
disposizione (non solo gli storici Tacito, Svetonio e Velleio Patercolo, ma
anche epigrafi e simili). Ne uscì un ampio studio (che era solo un terzo del
materiale da me elaborato in totale: qualcuno mi ha consigliato di redigere una
biografia dell'imperatore Tiberio e, magari, un giorno lo farò, ma ho bisogno
di tempo!) in francese, poi pubblicato a Vilnius in traduzione lituana. Ebbene,
vi riassumo qui il mio risultato, perché non mi aspetto che ve lo andiate a
leggere in lituano (! Non ce la farei neanch'io): in sostanza, Tiberio era
affetto da personalità paranoidea, ma riuscii a concludere la mia
"diagnosi" (tra virgolette perché non sono una psichiatra!) proprio
seguendo la falsariga del comportamento dei manipolatori, perché tutti i
paranoici lo sono (ma non tutti i manipolatori sono paranoici, anzi!). La
caratteristica che mi colpì di più era però il fatto che gli storici, sia
antichi che moderni, non riuscissero a dare un giudizio concorde su di lui; in
sostanza, il grande interrogativo sul successore di Augusto è: ma Tiberio era
buono o cattivo? Era un valido amministratore, un ottimo generale, un politico
prudente; eppure, seminò il terrore con i processi di lesa maestà, sterminò la
sua famiglia, si comportò spesso in maniera crudele. Alcuni professori presenti
ritenevano che questa incoerenza fosse dovuta al consapevole impiego della
manipolazione politica, ma io credo invece che dietro ad essa (che ha basito
gli storici per due millenni) ci sia una vera patologia del comportamento. Mi
consola ancora oggi ricordare che un professore francese definì il mio ritratto
"vivo". In parte mi ero ispirata a eventi reali...All'epoca avevo un
datore di lavoro (non dico chi) che assomigliava molto (anche fisicamente!) a
Tiberio anziano: e quando il mio professore di dottorato, un anziano gentiluomo
belga, mi chiese preoccupato come stavo, dato che non mi trattava bene, io risposi:
"Siamo più o meno ai punti di Tiberio e Agrippina Maggiore...".
PS. Che poi, sarà il
mio senso di immedesimazione nella vittima principale di Tiberio, però, se guardate
i suoi ritratti ed eliminate l'aspetto idealizzato, Agrippina Maggiore mi
assomiglia veramente un po'...
Agrippina col marito Germanico
Bibliografia
I.Nazare-Aga,
Les manipulateurs sont parmi nous, Montréal, Ed. de l'Homme, 1997
= L'arte di non lasciarsi manipolare, Milano, Ed.Paoline, 2000.
Annarita
Magri, Moralinis priekabiavimas ir
Imperija? Nauji budai Tiberijaus asmenybei ir santykiui su valdžia suprasti, in
Saeculo primo:
Romos imperijos pasaulis peržengus "Naujosios eros" slenkstį[mokslinių
straipsnių rinkinys] / sudarė ir parengė Darius Alekna. - Vilnius : Vilniaus universiteto
leidykla, 2008 (Kaunas : Aušra), pp. 25-93.
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